Installation Guide
Installazione di Red Hat Enterprise Linux 6 per tutte le architetture
Edizione 1.0
Sommario
Intestazione
1. Riconoscimenti
Introduzione
Nota
/usr/share/doc/redhat-release-notes-6variant/
dopo l'installazione, dove variant è Client
, ComputeNode
, Server
, o Workstation
.
1. Cosa c'è di nuovo in questa edizione?
2. Informazioni specifiche sull'architettura
3. Installazione in ambienti virtualizzati
4. Altro ancora
5. Dove trovare gli altri manuali
Capitolo 1. Come ottenere Red Hat Enterprise Linux
- Visitate il portale clienti su https://access.redhat.com/login ed inserite il login e la password.
- Fate click su Downloads per consultare il Software & Download Center.
- Nell'area di Red Hat Enterprise Linux fate clic sul link Scarica il tuo software per ottenere un elenco di tutti i prodotti di Red Hat Enterprise Linux attualmente supportati.
- Selezionare una versione di Red Hat Enterprise Linux e successivamente il link per quella versione. Da notare che sarà necessario solo selezionare la versione più corrente del prodotto; ogni versione è completa e funzionale e non necessita di alcuna versione precedente. Assicurarsi di selezionare una versione
server
se desiderate implementare Red Hat Enterprise Linux per un server, o una versioneclient
se desiderate eseguire una implementazione per una macchina client. Eseguite la selezione tra versioni a 32-bit e 64-bit. - Ogni versione di Red Hat Enterprise Linux è disponibile come un file immagine ISO per un DVD singolo, con una dimensione di circa 3 GB – 4 GB.
Figura 1.1. Selezione dei file immagine ISO
La stessa pagina contiene i link per i file immagine ISO per il codice sorgente di Red Hat Enterprise Linux. Non sarà necessario scaricare il codice sorgente per installare il sistema operativo.La pagina contiene altresì un link per boot.iso. Selezionare questo link per scaricare una immagine ISO chiamatarhel-variant-version-architecture-boot.iso
con una dimensione di circa 200 MB. Usare questo file immagine per generare un dispositivo minimo d'avvio — DVD e CD avviabili e dispositivi USB attraverso i quali sarà possibile avviare un sistema quando desiderate completare una installazione da un sorgente di installazione disponibile su di un disco fisso o attraverso un collegamento di rete. Consultate Sezione 2.2, «Creazione di un dispositivo d'avvio minimo» per informazioni su come usare il filerhel-variant-version-architecture-boot.iso
.Da notare che ogni file immagine presenta i checksums MD5 e SHA-256. Dopo aver completato il download usate uno strumento per il checksum come ad esempio md5sum o sha256sum per generare un checksum sulla copia locale del file. Se il valore generato localmente corrisponde al valore pubblicato sul sito web, allora il file immagine risulterà genuino e non sarà stato corrotto.
- copiarlo su di un DVD fisico (consultare Sezione 2.1, «Creazione di un DVD di installazione»).
- usarlo per preparare un dispositivo minimo d'avvio (consultare Sezione 2.2, «Creazione di un dispositivo d'avvio minimo»).
- posizionarlo su di un server per una preparazione alle installazioni attraverso la rete (consultare Sezione 4.1, «Preparazione ad una installazione di rete» per architetture x86, Sezione 12.1, «Preparazione ad una installazione di rete» per POWER o Sezione 19.1, «Preparazione ad una installazione di rete» per IBM System z).
- posizionarlo sull'hard drive per una preparazione all'installazione utilizzando l'hard drive come sorgente di installazione (consultare Sezione 4.2, «Preparazione per una installazione Hard Drive» per architetture x86, Sezione 12.2, «Preparazione per una installazione Hard Drive» per POWER o Sezione 19.2, «Preparazione per una installazione Hard Drive» per IBM System z).
- posizionarlo sul server pre-boot execution environment (PXE) per una preparazione all'installazione utilizzando PXE boot (consultare Capitolo 30, Come impostare un server di installazione).
Capitolo 2. Creazione del dispositivo
- un DVD di installazione
- un DVD o CD d'avvio minimo in grado di avviare il programma di installazione
- una unità USB flash per avviare il programma di installazione
Architettura | DVD di installazione | DVD d'avvio o CD d'avvio | Unità USB flash d'avvio |
---|---|---|---|
Dove variant è una variante di Red Hat Enterprise Linux (Per esempio, server o workstation ) e version è il numero dell'ultimissima versione (per esempio 6.3). | |||
x86 a 32-bit basato sul BIOS | file immagine ISO del DVD per x86 | rhel-variant-version-i386-boot.iso | rhel-variant-version-i386-boot.iso |
x86 a 32-bit basato su UEFI | Non disponibile | ||
Intel 64 e AMD64 basato sul BIOS | file immagine ISO del DVD x86_64 (per installare il sistema operativo) o file immagine ISO del DVD x86 (per installare un sistema operativo a 32-bit) | rhel-variant-version-x86_64boot.iso o rhel-variant-version-i386-boot.iso | rhel-variant-version-x86_64boot.iso o rhel-variant-version-i386-boot.iso |
AMD64 e Intel 64 basati su UEFI | file immagine ISO del DVD per x86_64 | rhel-variant-version-x86_64boot.iso | efidisk.img (dal file immagine ISO del DVD di x86_64) |
POWER (solo 64-bit) | File immagine ISO del DVD di ppc | rhel-server-version-ppc64-boot.iso | Non disponibile |
System z | File immagine ISO del DVD di s390 | Non disponibile | Non disponibile |
2.1. Creazione di un DVD di installazione
- Scaricare un file immagine ISO del DVD di installazione di Red Hat Enterprise Linux 6 come descritto in Capitolo 1, Come ottenere Red Hat Enterprise Linux.Consultare Tabella 2.1, «Dispositivo di installazione e d'avvio» per selezionare un file immagine ISO image file appropriato al vostro sistema. File immagine ISO separati sono disponibili per:
- 32-bit x86 (solo BIOS)
- 64-bit x86 (BIOS e UEFI)
- 64-bit POWER
- IBM System z
- Inserire un DVD vuoto e scrivibile all'interno dell'unità di masterizzazione del DVD del computer. Dopo aver inserito il disco, su alcuni computer verrà visualizzata una finestra la quale conterrà varie opzioni. Se visualizzate una finestra simile andate alla ricerca dell'opzione per lanciare il programma di masterizzazione scelto. Se non riuscite a visualizzare una opzione simile chiudete la finestra e lanciate il programma manualmente.
- Lanciate il programma di masterizzazione. Su alcuni computer sarà possibile eseguire questo processo facendo clic con il tasto destro del mouse (o control-click) sul file immagine e selezionando una opzione del menu con una etichetta simile a Copia immagine su DVD, o Copia immagine DVD o CD. Altri computer potrebbero fornire una opzione per lanciare il programma di masterizzazione selezionato, sia direttamente o con una opzione simile a . Se nessuna delle suddette opzioni è disponibile sul computer lanciate il programma dall'icona sul desktop, su sistemi operativi Windows tramite il menu .
- Nel programma di masterizzazione selezionare l'opzione per la masterizzazione del disco da un file immagine. Per esempio, in Brasero, questa opzione viene chiamata .È possibile evitare questa fase quando si utilizzano determinati software di masterizzazione.
- Andate alla ricerca del file immagine ISO scaricato e selezionatelo per la masterizzazione.
- Fate clic sul pulsante che inizia il processo di masterizzazione.
2.2. Creazione di un dispositivo d'avvio minimo
- per avviare il sistema all'installazione di Red Hat Enterprise Linux attraverso una rete
- per avviare il sistema all'installazione di Red Hat Enterprise Linux da un disco fisso
- per l'utilizzo di un file kickstart durante l'installazione (consultare la Sezione 32.8.1, «Creazione di un supporto d'avvio di kickstart»
- per iniziare una installazione di rete o da disco fisso o per utilizzare un aggiornamento di anaconda o un file kickstart con una installazione da DVD.
- Scaricare il file immagine ISO chiamato
rhel-variant-version-architecture-boot.iso
disponibile nella stessa posizione delle immagini del DVD di installazione di Red Hat Enterprise Linux 6 — consultare Capitolo 1, Come ottenere Red Hat Enterprise Linux. - Copiare il file
.iso
su di un CD o DVD vuoto usando la stessa procedura riportata in Sezione 2.1, «Creazione di un DVD di installazione» per il dischetto di installazione.
.iso
su di un dispositivo USB con il comando dd. Poichè il file .iso
ha una dimensione di circa 200 MB non sarà necessario una unità USB flash grande.
2.2.1. Dispositivi minimi USB per l'avvio per sistemi basati sul BIOS
Importante
Avvertimento
- Inserire l'unità USB flash.
- Diventare root:
su -
- L'unità flash deve avere una singola partizione con un file system vfat. Per determinare la formattazione andate alla ricerca del nome relativo e del dispositivo stesso eseguendo
dmesg
subito dopo la connessione con l'unità. Il nome del dispositivo (simile a/dev/sdc
) ed il nome della partizione (simile a/dev/sdc1
) appariranno entrambi in diverse righe verso la fine dell'output. - Usare il nome della partizione per assicurarsi che il tipo di file system dell'unità USB flash sia vfat.
# blkid partition
Ora sarà possibile visualizzare un messaggio simile a:LABEL="LIVE" UUID="6676-27D3" TYPE="vfat"
Se TYPE non è vfat (per esempio, TYPE="iso9660"), azzerare i primi blocchi dell'unità USB flash:# dd if=/dev/zero of=partition bs=1M count=100
- Usare il comando
dd
per trasferire l'immagine ISO d'avvio sul dispositivo USB:# dd if=path/image_name.iso of=device
dove path/image_name.iso è il file immagine ISO d'avvio scaricato dal Portale Clienti di Red Hat edevice
è il nome del dispositivo per l'unità USB flash. Assicuratevi di specificare il nome del dispositivo e non il nome della partizione. Per esempio:# dd if=/home/user/Downloads/RHEL6-Server-i386-boot.iso of=/dev/sdc
2.2.2. Dispositivi minimi USB per i sistemi basati sulla UEFI
linux askmethod
per avviare il programma di installazione dal DVD e continuare da un dispositivo diverso — consultare la Sezione 3.5, «Selezione del metodo di installazione».
efidisk.img
nella directory images/
sul DVD di installazione di Red Hat Enterprise Linux 6 per produrre una unità USB flash avviabile per i sistemi basati sulla UEFI
- Scaricare un file immagine ISO del DVD di installazione di Red Hat Enterprise Linux 6 come descritto in Capitolo 1, Come ottenere Red Hat Enterprise Linux.
- Diventare root:
su -
- Creare un mount point per il file immagine ISO:
# mkdir /mnt/dvdiso
- Montare il file immagine:
# mount DVD.iso /mnt/dvdiso -o loop
Dove DVD.iso è il nome del file immagine ISO, per esempioRHEL6-Server-x86_64-DVD.iso
. - Trasferire
efidisk.img
dal file immagine ISO sulla unità USB flash:# dd if=/mnt/dvdiso/images/efidisk.img of=/dev/device_name
Per esempio:# dd if=/mnt/dvdiso/images/efidisk.img of=/dev/sdc
- Smontare il file immagine ISO:
# umount /mnt/dvdiso
Parte I. x86, AMD64, Intel 64 e Itanium — Installazione ed avvio
Capitolo 3. Pianificazione per una installazione sull'architettura x86
3.1. Aggiornare o installare?
3.2. L'hardware è compatibile?
http://hardware.redhat.com/hcl/
3.3. RAID ed altri dispositivi a disco
Importante
/etc/fstab
, /etc/crypttab
o altri file di configurazione i quali si riferiscono ai dispositivi in base ai nomi dei nodi del dispositivo non funzioneranno in Red Hat Enterprise Linux 6. Prima di eseguire la migrazione dei suddetti file sarà necessario eseguire una modifica per la sostituzione dei percorsi del nodo del dispositivo con i gli UUID del dispositivo stesso. Usare il comando blkid
per gli UUID dei dispositivi.
3.3.1. Hardware RAID
3.3.2. Software RAID
3.3.3. Dischi USB e FireWire
Nota
3.4. Lo spazio sul disco è sufficiente?
/
e swap
) devono essere adibite a Red Hat Enterprise Linux.
- avere spazio sufficiente su disco non partizionato[1] per l'installazione di Red Hat Enterprise Linux, o
- essere in possesso di una o più partizioni che possono essere rimosse, e di conseguenza rendere disponibile spazio su disco sufficiente per installare Red Hat Enterprise Linux.
3.5. Selezione del metodo di installazione
- DVD
- Se avete una unità DVD ed un DVD di Red Hat Enterprise Linux allora sarà possibile usare questo metodo. Consultate la Sezione 8.3.1, «Installazione da un DVD», per le istruzioni sull'installazione tramite DVD.Se avviate l'installazione da un dispositivo che non sia il DVD sarà possibile specificare il DVD come sorgente di installazione con l'opzione
linux askmethod
olinux repo=cdrom:device:/device
, oppure selezionando sul menu (consultare Sezione 8.3, «Metodo di installazione»). - Disco fisso
- Se avete copiato le immagini ISO di Red Hat Enterprise Linux su di una unità fissa locale è possibile utilizzare questo metodo. A tal proposito avrete bisogno di un CD-ROM d'avvio (utilizzate l'opzione d'avvio
linux askmethod
olinux repo=hd:device:/path
) o selezionare sul menu (consultare Sezione 8.3, «Metodo di installazione»). Per informazioni riguardanti l'installazione con una unità fissa consultate la Sezione 8.3.2, «Installazione da un hard drive». - NFS
- Se state eseguendo il processo di installazione da un server NFS utilizzando immagini ISO oppure una immagine mirror di Red Hat Enterprise Linux, allora potete utilizzare questo metodo. Sarà necessario un CD-ROM d'avvio (utilizzare l'opzione d'avvio
linux askmethod
olinux repo=nfs:server :options:/path
o l'opzione sul menu descritto in Sezione 8.3, «Metodo di installazione»). Per informazioni riguardanti l'installazione di rete consultare la Sezione 8.3.4, «Installazione NFS». Da notare che le installazioni NFS possono essere eseguite in modalità GUI. - URL
- Utilizzate questo metodo se state eseguendo una installazione da un server (Web) HTTP o HTTPS. A tale scopo sarà necessario un CD-ROM d'avvio (utilizzate l'opzione d'avvio
linux askmethod
,linux repo=ftp://user:password@host/path
, olinux repo=http://host/path
, oppurelinux repo=https://host/path
, o l'opzione sul menu descritto in Sezione 8.3, «Metodo di installazione»). Per informazioni riguardanti l'installazione FTP, HTTP, e HTTPS consultate Sezione 8.3.5, «Installazione tramite FTP, HTTP, o HTTPS».
askmethod
, la fase successiva eseguirà il caricamento automaticamente dal DVD. Continuare con la Sezione 8.2, «Selezione lingua».
Nota
3.6. Selezionare un Metodo d'avvio
Capitolo 4. Preparazione ad una installazione
4.1. Preparazione ad una installazione di rete
Nota
Nota
boot:
:
linux mediacheck
Nota
/var/www/inst/rhel6
sul server di rete come http://network.server.com/inst/rhel6
.
/location/of/disk/space
. La directory destinata ad essere disponibile al pubblico tramite FTP, NFS, HTTP, o HTTP, verrà specificata come /publicly_available_directory. Per esempio /location/of/disk/space
potrebbe essere una directory creata dall'utente e chiamata /var/isos
. /publicly_available_directory
potrebbe essere /var/www/html/rhel6
, per una installazione HTTP.
dd if=/dev/dvd of=/path_to_image/name_of_image.iso
4.1.1. Preparazione per una installazione FTP, HTTP, e HTTPS
4.1.2. Preparazione per una installazione NFS
install.img
, e facoltativamente il file product.img
sul server di rete tramite NFS.
- Trasferire l'immagine ISO sulla directory esportata NFS. Su di un sistema Linux eseguire:
mv /path_to_image/name_of_image.iso /publicly_available_directory/
dove path_to_image è il percorso per il file immagine ISO, name_of_image è il nome del file immagine ISO e publicly_available_directory è una directory disponibile attraverso NFS o che desiderate rendere disponibile attraverso NFS. - Usare un programma checksum SHA256 per verificare che l'immagine ISO copiata sia intatta. Numerosi programmi checksum SHA256 sono disponibili per vari sistemi operativi. Su di un sistema Linux eseguire:
$ sha256sum name_of_image.iso
dove name_of_image è il nome del file immagine ISO. Il programma checksum SHA256 mostra una stringa di 64 caratteri chiamata hash. Confrontatela con l'hash mostrato per questa particolare immagine sulla pagina Scarica Software di Red Hat Network (consultare il Capitolo 1, Come ottenere Red Hat Enterprise Linux). I due hash dovrebbero essere identici. - Copiare la directory
images/
dal file ISO su di una directory nella quale è stato archiviato lo stesso file immagine ISO. Inserire i seguenti comandi:mount -t iso9660 /path_to_image/name_of_image.iso /mount_point -o loop,ro
cp -pr /mount_point/images /publicly_available_directory/
umount /mount_point
dovepath_to_image
è il percorso per il file immagine ISO,name_of_image
è il nome emount_point
è il mount point sul quale montare l'immagine durante la copiatura dei file dall'immagine. Per esempio:mount -t iso9660 /var/isos/RHEL6.iso /mnt/tmp -o loop,ro
cp -pr /mnt/tmp/images /var/isos/
umount /mnt/tmp
Sono ora presenti un file immagine ISO ed una directoryimages/
nella stessa directory. - Verificare che la directory
images/
contenga almeno il fileinstall.img
, senza di esso l'installazione non potrà procedere. La directoryimages/
è in grado di contenere il fileproduct.img
senza del quale solo i pacchetti per una installazione Minimal saranno disponibili durante la fase di selezione del gruppo di pacchetti (consultate la Sezione 9.18, «Selezione dei gruppi dei pacchetti»).Importante
install.img
eproduct.img
devono essere i soli file nella directoryimages/
. - Assicuratevi che esista una voce per la directory disponibile pubblicamente nel file
/etc/exports
sul server di rete, in questo modo la directory è disponibile tramite NFS.Per esportare una directory di sola lettura su di un sistema specifico usare:/publicly_available_directory client.ip.address (ro)
Per esportare una directory di sola lettura su tutti i sistemi usare:/publicly_available_directory * (ro)
- Sul server di rete avviate un demone NFS (su di un sistema Red Hat Enterprise Linux, usare
/sbin/service nfs start
). Se NFS è già in esecuzione ricaricare il file di configurazione (su di un sistema Red Hat Enterprise Linux usare/sbin/service nfs reload
). - Assicuratevi di eseguire il test della condivisione NFS seguendo le direttive presenti nella Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide. Consultare la documentazione NFS per informazioni su come avviare o arrestare un server NFS.
Nota
boot:
:
linux mediacheck
4.2. Preparazione per una installazione Hard Drive
Nota
Importante
- una immagine ISO del DVD di installazione. Una immagine ISO è un file che contiene una copia esatta del contenuto di un DVD.
- un file
install.img
estratto da una immagine ISO. - facoltativamente, un file
product.img
estratto da una immagine ISO.
- Ottenere una immagine ISO del DVD di installazione di Red Hat Enterprise Linux (consultare Capitolo 1, Come ottenere Red Hat Enterprise Linux). Alternativamente se il DVD è sul dispositivo fisico sarà possibile creare una immagine con il seguente comando su di un sistema Linux:
dd if=/dev/dvd of=/path_to_image/name_of_image.iso
dove dvd è il dispositivo dell'unità DVD, name_of_image è il nome da voi conferito al file immagine ISO risultante, e path_to_image è il percorso per la posizione sul sistema dove verrà archiviata l'immagine ISO risultante. - Trasferire l'immagine ISO sull'hard drive.L'immagine ISO deve essere posizionata sul disco fisso interno al computer sul quale sarà installato Red Hat Enterprise Linux, o sul disco fisso collegato al computer tramite USB.
- Usare un programma checksum SHA256 per verificare che l'immagine ISO copiata sia intatta. Numerosi programmi checksum SHA256 sono disponibili per vari sistemi operativi. Su di un sistema Linux eseguire:
$ sha256sum name_of_image.iso
dove name_of_image è il nome del file immagine ISO. Il programma checksum SHA256 mostra una stringa di 64 caratteri chiamata hash. Confrontatela con l'hash mostrato per questa particolare immagine sulla pagina Scarica Software di Red Hat Network (consultare il Capitolo 1, Come ottenere Red Hat Enterprise Linux). I due hash dovrebbero essere identici. - Copiare la directory
images/
dal file ISO su di una directory nella quale è stato archiviato lo stesso file immagine ISO. Inserire i seguenti comandi:mount -t iso9660 /path_to_image/name_of_image.iso /mount_point -o loop,ro
cp -pr /mount_point/images /publicly_available_directory/
umount /mount_point
dovepath_to_image
è il percorso per il file immagine ISO,name_of_image
è il nome emount_point
è il mount point sul quale montare l'immagine durante la copiatura dei file dall'immagine. Per esempio:mount -t iso9660 /var/isos/RHEL6.iso /mnt/tmp -o loop,ro
cp -pr /mnt/tmp/images /var/isos/
umount /mnt/tmp
Sono ora presenti un file immagine ISO ed una directoryimages/
nella stessa directory. - Verificare che la directory
images/
contenga almeno il fileinstall.img
, senza di esso l'installazione non potrà procedere. La directoryimages/
è in grado di contenere il fileproduct.img
senza del quale solo i pacchetti per una installazione Minimal saranno disponibili durante la fase di selezione del gruppo di pacchetti (consultate la Sezione 9.18, «Selezione dei gruppi dei pacchetti»).Importante
install.img
eproduct.img
devono essere i soli file nella directoryimages/
.
Nota
boot:
:
linux mediacheck
Capitolo 5. Elenco specifiche del sistema
- Se si intende usare una struttura di partizioni personalizzata, ricordare:
- Il numero dei modelli, le dimensioni, i tipi e le interfacce dei dischi collegati al sistema. Per esempio, Seagate ST3320613AS 320 GB su SATA0, Western Digital WD7500AAKS 750 GB su SATA1. Ciò consentirà di identificare i dischi durante il processo di installazione.
- Se si sta installando Red Hat Enterprise Linux come un sistema operativo aggiuntivo su un sistema esistente, nota:
- Il mount point delle partizioni presenti sul sistema. Per esempio,
/boot
susda1
,/
susda2
, e/home
susdb1
. Questo consente di identificare le partizioni durante il processo di installazione.
- Per una installazione da una immagine dell'hard drive locale:
- Il disco fisso e la directory che contiene l'immagine.
- Se si intende installare da una posizione di rete, o installare su un target iSCSI:
- I numeri relativi al modello e la marca degli adattatori di rete sul sistema. Per esempio. Netgear GA311. Ciò consente di identificare gli adattatori quando si configura la rete.
- Indirizzi IP, DHCP, e BOOTP
- Maschera di rete
- Indirizzo IP gateway
- Uno o più indirizzi IP del name server (DNS)
Se qualsiasi di questi requisiti di networking o termini non vi sono familiari, contattate per assistenza l'amministratore di rete. - Se si intende installare da una posizione di rete:
- La posizione dell'immagine sul server FTP, HTTP (web), HTTPS (web) o NFS – consultare Sezione 8.3.5, «Installazione tramite FTP, HTTP, o HTTPS» e Sezione 8.3.4, «Installazione NFS» per alcuni esempi.
- Se si intende installare su un target iSCSI:
- La posizione del target iSCSI. A seconda della rete, potrebbe essere necessario anche un nome utente e una password CHAP, e pertanto un nome utente e password inverso CHAP – consultare la Sezione 9.6.1.1, «Opzioni di storage avanzate».
- Se il computer fa parte di un dominio:
- Si dovrebbe verificare che il nome del dominio venga fornito tramite il server DHCP. Se non è così, è necessario inserire il nome dominio manualmente durante l'installazione.
Capitolo 6. Aggiornamento dei driver durante l'installazione su sistemi Intel e AMD.
- posizionare il file immagine ISO del driver disc in una posizione accessibile al programma di installazione:
- Su di un disco fisso locale
- una unità USB flash
- creare un driver disc estraendo il file immagine su:
- un CD
- un DVD
Consultare le istruzioni su come creare i dischi di installazione in Sezione 2.1, «Creazione di un DVD di installazione» per maggiori informazioni su come copiare i file immagine ISO su CD o DVD. - creare un aggiornamento della ramdisk iniziale dal file immagine ed archiviatelo su di un server PXE. Questa è una procedura avanzata da eseguire solo se impossibilitati ad eseguire altre procedure di aggiornamento attraverso altri metodi.
6.1. Limiti degli aggiornamenti driver durante l'installazione
- Dispositivi già in uso
- Non è possibile usare un driver update per sostituire i driver precedentemente caricati dal programma di installazione. Al contrario, sarà necessario completare l'installazione con i driver caricati dal programma di installazione ed eseguire l'aggiornamento alla versione successiva dopo aver terminato l'installazione, oppure, se avete bisogno dei nuovi driver per il processo di installazione, considerare un aggiornamento del RAM disk driver iniziale — consultare Sezione 6.2.3, «Preparazione ad un aggiornamento della RAM disk iniziale».
- Dispositivi con un dispositivo equivalente disponibile
- Poichè tutti i dispositivi dello stesso tipo vengono inizializzati contemporaneamente, non sarà possibile aggiornare i driver di un dispositivo se il programma di installazione ha eseguito il caricamento dei driver per un dispositivo simile. Per esempio, considerate un sistema con due adattatori di rete differenti, uno dei quali ha a disposizione un aggiornamento del driver. Il programma di installazione inizializzerà entrambi gli adattatori contemporaneamente e per questo motivo non sarà possibile utilizzare tale aggiornamento. Completare l'installazione con i driver caricati dal programma di installazione ed eseguire l'aggiornamento alla nuova versione dopo tale processo, oppure usare un aggiornamento del driver della RAM disk iniziale.
6.2. Preparazione per un aggiornamento del driver durante l'installazione
- Metodi che utilizzano il file immagine
- Disco fisso locale
- Unità USB flash
- Metodi che utilizzano il dischetto di aggiornamento driver creato da un file immagine
- CD
- DVD
- Metodi che utilizzano un aggiornamento della RAM disk iniziale
- PXE
6.2.1. Preparazione all'utilizzo di un file immagine per l'aggiornamento del driver
6.2.1.1. Preparazione all'utilizzo di un file immagine sullo storage locale
.iso
. Nel seguente esempio il file viene chiamato dd.iso
:
Figura 6.1. Contenuto di un USB flash drive contenente un file immagine per l'aggiornamento driver
OEMDRV
, il programma di installazione eseguirà un esame automatico e andrà alla ricerca di aggiornamenti driver caricandoli in caso di un loro rilevamento. Questo comportamento viene controllato dall'opzione d'avvio dlabel=on
abilitata per impostazione predefinita. Consultare la Sezione 6.3.1, «Lasciare che il programma di installazione trovi automaticamente un disco di aggiornamento del driver».
6.2.2. Preparazione di un driver disc
6.2.2.1. Creazione di un disco di aggiornamento del driver su CD o DVD
Importante
- Usate il file manager del desktop per localizzare il file di immagine ISO del disco driver a voi fornito dal rivenditore hardware o da Red Hat.
Figura 6.2. Un file .iso tipico verrà mostrato in una finestra del file manager
- Fare clic con il pulsante destro su questo file e selezionare. A questo punto visulizzerete una finestra simile alla seguente:
Figura 6.3. Dialogo Scrivi su disco di CD/DVD Creator
- Fate clic su CD/DVD Creator richiederà di inserirne uno.. Se un disco vuoto non è presente all'interno del drive
rhdd3
ed una directory rpms
:
Figura 6.4. Contenuti di un disco di aggiornamento del driver tipico su CD o DVD
.iso
, allora il disco non sarà stato creato correttamente e sarà necessario riprovare. Assicuratevi di aver scelto una opzione simile a masterizza da immagine, se usate un desktop Linux diverso da GNOME o se utilzzate un sistema operativo diverso.
6.2.3. Preparazione ad un aggiornamento della RAM disk iniziale
Importante
- Posizionare il file immagine dell'aggiornamento del driver sul server PXE. Generalmente questa procedura viene eseguita scaricandolo sul server PXE da una posizione di internet specificata da Red Hat o dal rivenditore hardware. I nomi dei file immagine per l'aggiornamento del driver terminano in
.iso
. - Copiare il file immagine dell'aggiornamento del driver nella directory
/tmp/initrd_update
. - Rinominare il file immagine dell'aggiornamento del driver in
dd.img
. - Sulla linea di comando andare in
/tmp/initrd_update
, digitare il seguente comando e premere Invio:find . | cpio --quiet -o -H newc | gzip -9 >/tmp/initrd_update.img
- Copiare il file
/tmp/initrd_update.img
nella directory che contiene il target da usare per l'installazione. Questa directory è posizionata nella/tftpboot/pxelinux/
. Per esempio/tftpboot/pxelinux/r6c/
potrebbe presentare il target PXE per il client di Red Hat Enterprise Linux 6. - Modificare il file
/tftpboot/pxelinux/pxelinux.cfg/default
in modo da includere una voce con un aggiornamento della RAM disk iniziale appena creato nel seguente formato:label target-dd kernel target/vmlinuz append initrd=target/initrd.img,target/dd.img
Dove target è il target da usare per l'installazione.
Esempio 6.1. Preparazione di un aggiornamento della RAM disk iniziale da un file immagine per il driver update
driver_update.iso
è un file immagine per l'aggiornamento del driver scaricato da Internet su di una directory sul server PXE. Il target dal quale eseguire un avvio con PXE si trova in /tftpboot/pxelinux/r6c/
$ cp driver_update.iso /tmp/initrd_update/dd.img $ cd /tmp/initrd_update $ find . | cpio --quiet -c -o -H newc | gzip -9 >/tmp/initrd_update.img $ cp /tmp/initrd_update.img /tftpboot/pxelinux/r6c/dd.img
/tftpboot/pxelinux/pxelinux.cfg/default
ed includere la seguente voce:
label r6c-dd kernel r6c/vmlinuz append initrd=r6c/initrd.img,r6c/dd.img
6.3. Esecuzione di un aggiornamento driver durente l'installazione
- lasciare che il programma di installazione trovi un disco per l'aggiornamento del driver.
- lasciare che il programma di installazione richieda un aggiornamento del driver.
- usare una opzione d'avvio per specificare un disco di aggiornamento del driver.
- selezionare una destinazione PXE che includa un aggiornamento del driver.
6.3.1. Lasciare che il programma di installazione trovi automaticamente un disco di aggiornamento del driver
OEMDRV
prima di avviare il processo di installazione. Il programma di installazione esaminerà automaticamente il dispositivo e caricherà qualsiasi aggiornamento rilevato senza richiedere alcun intervento. Consultare la Sezione 6.2.1.1, «Preparazione all'utilizzo di un file immagine sullo storage locale» per preparare un dispositivo di storage da trovare per il programma di installazione.
6.3.2. Lasciare che il programma di installazione richieda un aggiornamento del driver
- Iniziare l'installazione normalmente per il metodo scelto. Se il programma di installazione non riesce a caricare i driver per l'hardware essenziale per il processo di installazione (per esempio, se non è in grado di rilevare una rete o i controllori dello storage), verrà richiesto di inserire un dischetto di aggiornamento del driver:
Figura 6.5. Il dialogo Nessun driver trovato
- Selezionare Usa un dischetto del driver e consultare la Sezione 6.4, «Specificare una posizione di un file immagine di aggiornamento del driver o disco di aggiornamento del driver».
6.3.3. Utilizzo di una opzione d'avvio per specificare un disco di aggiornamento del driver
Importante
- Digitare
linux dd
al prompt d'avvio all'inizio del processo di installazione, quindi premere Invio. Il programma di installazione vi richiederà di confermare la presenza di un dischetto del driver:Figura 6.6. Prompt del dischetto del driver
- Inserire il disco di aggiornamento del driver da voi creato sul CD, DVD, o unità USB flash e selezionare. Il programma di installazione esamina i dispositivi di storage in grado di essere rilevati. Se è presente solo una posizione in grado di contenere il driver disk (per esempio il programma di installazione rileva la presenza di una unità DVD, ma nessun altro dispositivo di storage), esso caricherà automaticamente qualsiasi aggiornamento driver trovato in questa posizione.Se il programma di installazione trova più di una posizione esso vi richiederà di specificare la posizione per l'aggiornamento. A tal proposito consultare la Sezione 6.4, «Specificare una posizione di un file immagine di aggiornamento del driver o disco di aggiornamento del driver» .
6.3.4. Selezionare una destinazione PXE che include un aggiornamento del driver
- Selezionare
avvio di rete
nel BIOS del computer o dal menu d'avvio. La procedura per specificare questa opzione varia in base ai computer. Cosultare la documentazione hardware o il rivenditore interessato per le specifiche rilevanti al vostro computer. - Nel preboot execution environment (PXE) selezionare il target per l'avvio creato sul server PXE. Per esempio, se avete etichettato questo ambiente
r6c-dd
nel file/tftpboot/pxelinux/pxelinux.cfg/default
sul server PXE, digitarer6c-dd
al prompt e premere Invio.
6.4. Specificare una posizione di un file immagine di aggiornamento del driver o disco di aggiornamento del driver
Figura 6.7. Selezione di un sorgente del dischetto del driver
Figura 6.8. Selezione partizione del disco del driver
Figura 6.9. Selezione di una immagine ISO
Capitolo 7. Avvio del programma di installazione
Importante
Importante
- Scollegare qualsiasi FireWire o dischi USB esterni non necessari per l'installazione. Consultare la Sezione 3.3.3, «Dischi USB e FireWire» per maggiori informazioni.
- Accendere il proprio computer.
- Inserire il dispositivo nel computer.
- Spegnere il computer con il dispositivo nel suo interno.
- Accendere il proprio computer.
Press F10 to select boot device
, anche se le parole esatte ed il tasto da premere variano da computer a computer. Consultare la documentazione del computer o della scheda madre, o contattate il supporto del rivenditore o produttore hardware.
Nota
7.1. Avvio del programma di installazione
Importante
Importante
Nota
7.1.1. Avvio del programma di installazione sui sistemi x86, AMD64, e Intel 64
- Red Hat Enterprise Linux DVD — La macchina supporta una unità DVD avviabile e siete in possesso del DVD di installazione di Red Hat Enterprise Linux.
- Avvio CD-ROM — La macchina supporta una unità CD-ROM avviabile e si desidera eseguire una installazione di rete o da disco fisso.
- Unità USB flash — La vostra macchina supporta l'avvio da una unità USB.
- Avvio PXE tramite la rete — La macchina supporta un processo d'avvio eseguito via rete. Questo è un percorso d'installazione avanzato. Consultare Capitolo 30, Come impostare un server di installazione per informazioni aggiuntive su questo metodo.
Press F10 to select boot device
, anche se le parole esatte ed il tasto da premere variano da computer a computer. Consultare la documentazione del computer o della scheda madre, o contattate il supporto del rivenditore o produttore hardware.
boot:
nel quale sarà possibile inserire le opzioni d'avvio come descritto in Sezione 7.1.3, «Opzioni di avvio aggiuntive».
7.1.3. Opzioni di avvio aggiuntive
boot:
nel quale sarà possibile usare le opzioni del boot loader di seguito descritte.
Nota
- Per eseguire una installazione in modalità testo digitare quanto segue al prompt d'avvio d'installazione:
linux text
linux repo=cdrom:device
linux repo=ftp://username:password@URL
linux repo=http://URL
linux repo=hd:device
linux repo=nfs:options:server:/path
linux repo=nfsiso:options:server:/path
In questi esempi,cdrom
si riferisce ad una unità CD o DVD,ftp
si riferisce ad una posizione accessibile da FTP,http
si riferisce ad una posizione accessibile da HTTP,hd
ad un file immagine ISO accessibile da una partizione del disco fisso,nfs
si riferisce ad un albero esteso dei file di installazione accessibili da NFS enfsiso
ad un file immagine ISO accessibile da NFS.- Le immagini ISO presentano un checksum SHA256 integrato. Per eseguire un test dell'integrità del checksum di una immagine ISO al prompt d'avvio per l'installazione inserire:
linux mediacheck
Il programma di installazione richiederà l'inserimento di un DVD o la selezione di una immagine ISO da testare, selezionareper eseguire il checksum. Questa operazione può essere eseguita su qualsiasi DVD di Red Hat Enterprise Linux. È fortemente consigliato eseguire questa operazione su qualsiasi DVD di Red Hat Enterprise Linux creato dal download delle immagini ISO. Questo comando funziona con il DVD, ISO del disco fisso, e con ISO NFS. linux console=<device>
Per una installazione in modalità testo, usare:linux text console=<device>
Nel precedente comando, <device> dovrebbe essere il dispositivo che si stà usando (come ttyS0 o ttyS1). Per esempio,linux text console=ttyS0
.Nelle installazioni in modalità testo l'utilizzo di un terminale seriale funziona meglio quando il terminale supporta UTF-8. Sotto Linux e UNIX, Kermit supporta UTF-8. Per Windows, Kermit 95 funziona bene. I terminali senza UTF-8 funzionano fintanto che si usa solo la lingua Inglese durante il processo di installazione. È possibile usare un display seriale migliorato fornendo il comandoutf8
come opzione al momento dell'avvio del programma di installazione. Per esempio:linux console=ttyS0 utf8
7.1.3.1. Opzioni del kernel
linux updates
linux text updates
rhupdates/
sul server.
7.2. Installazione da un sorgente diverso
Metodo d'avvio | Sorgente di installazione |
---|---|
DVD di installazione | DVD, rete, o disco fisso |
Unità USB flash di installazione | DVD, rete, o disco fisso di installazione |
USB e CD d'avvio minimi e CD di ripristino | Rete e disco fisso |
7.3. Avvio dalla rete tramite PXE
Network Boot
o Boot Services
. Configurato correttamente il PXE booting, il computer può avviare il sistema d'installazione di Red Hat Enterprise Linux senza altri dispositivi.
- Assicurarsi che il cavo di rete sia inserito. L'indicatore luminoso del connettore di rete dovrebbe essere illuminato, anche se il computer non è acceso.
- Accendere il computer.
- Apparirà una schermata di menù. Premere il tasto del numero corrispondente all'opzione desiderata.
Nota
pxelinux.cfg/*
:
IPAPPEND 2 APPEND ksdevice=bootif
ksdevice=link
Capitolo 8. Configurazione della lingua e del sorgente di installazione
8.1. L'interfaccia utente del programma di installazione in modalità testo
Importante
xdriver=vesa
– consultare Capitolo 28, Opzioni d'avvio
Nota
Figura 8.1. Widget del programma di installazione come riportato in Impostazione URL
Figura 8.2. Widget del programma di installazione come riportato in Seleziona una lingua
- Finestra — Le finestre (di solito definite finestre di dialogo in questo manuale) compaiono sullo schermo durante l'intero processo di installazione. A volte si sovrappongono; in questi casi è possibile interagire solo con l'ultima finestra visualizzata. Quando la finestra in questione scompare, sarà possibile proseguire con quella posizionata sotto.
- Casella di controllo — Le caselle di controllo consentono di selezionare o deselezionare un contenuto. La casella può mostrare un asterisco (selezionata) o vuota (non selezionata). Quando il cursore si trova all'interno della casella, premere la Barra spaziatrice per selezionare o deselezionare un contenuto.
- Input di testo — le righe per l'input di testo sono aree dove inserire le informazioni richieste dal programma di installazione. Se il cursore si posiziona su una riga, è possibile inserire e/o modificare le informazioni in quella riga.
- Widget di testo — I widget di testo sono aree della schermata dove viene visualizzato il testo. A volte questi oggetti possono contenerne altri, come le caselle di controllo. Se un oggetto di testo contiene più informazioni di quante ne possano essere visualizzate, compare una barra di scorrimento; posizionando il cursore all'interno dell'oggetto, è possibile usare i tasti freccia Su e Giù per scorrere lungo tutte le informazioni disponibili. La posizione attuale sulla barra di scorrimento è contrassegnata dal carattere #, che si muove in alto e in basso a seconda di dove ci si trova.
- Barra di scorrimento — la barra di scorrimento compare nella parte laterale o inferiore della finestra per controllare la parte di elenco o documento visualizzato. La barra di scorrimento facilita lo spostamento all'interno dei file.
- Pulsante Widget — i pulsanti Widget rappresentano il metodo principale per interagire con il programma di installazione infatti essi servono per procedere da una finestra all'altra del programma di installazione usando i tasti Tab e Invio. I pulsanti possono essere selezionati quando sono evidenziati.
- Cursore — Anche se non è un widget, il cursore viene utilizzato per selezionare (ed interagire con) un widget particolare. Quando il cursore viene spostato da un widget all'altro il widget interessato cambierà colore, oppure sarà possibile visualizzare il cursore stesso accanto o sul widget selezionato. In Figura 8.1, «Widget del programma di installazione come riportato in Impostazione URL», il cursore viene posizionato sul pulsante . Figura 8.2, «Widget del programma di installazione come riportato in Seleziona una lingua», mostra il cursore sul pulsante .
8.1.1. Uso della tastiera per spostarsi da un menu all'altro
Avvertimento
8.2. Selezione lingua
Figura 8.3. Selezione lingua
8.3. Metodo di installazione
askmethod
, usare i tasti freccetta della tastiera per selezionare il metodo di installazione (a tale scopo consultare Figura 8.4, «Metodo di installazione»). Una volta evidenziato il metodo desiderato premere il tasto Tab per andare sul tasto e premere Invio per confermare la scelta.
Figura 8.4. Metodo di installazione
8.3.1. Installazione da un DVD
Nota
8.3.2. Installazione da un hard drive
repo=hd
, allora avrete già specificato una partizione.
Figura 8.5. Selezione del dialogo di partizionamento per una installazione dal disco fisso.
/dev/sd
. Ogni singolo drive ha la propria lettera, per esempio /dev/sda
. Ogni partizione sul drive è numerata, per esempio /dev/sda1
.
Tipo partizione | Volume | Percorso originale ai file | Directory da usare |
---|---|---|---|
VFAT | D:\ | D:\Downloads\RHEL6 | /Downloads/RHEL6 |
ext2, ext3, ext4 | /home | /home/user1/RHEL6 | /user1/RHEL6 |
/
. Se le immagini ISO si trovano in una sottodirectory di una partizione montata, inserire il nome della cartella che contiene le immagini ISO all'interno di questa partizione. Per esempio, se la partizione sulla quale sono presenti le immagini ISO viene normalmente montata come /home/
, e le immagini sono in /home/new/
, bisogna inserire /new/
.
Importante
8.3.3. Eseguire una installazione di rete
askmethod
o repo=
sarà possibile installare Red Hat Enterprise Linux da un server di rete usando i protocolli FTP, HTTP, HTTPS, o NFS. Anaconda utilizza lo stesso collegamento di rete per consultare i repositori software aggiuntivi più avanti nel processo di installazione.
Figura 8.6. Dispositivo di networking
Figura 8.7. Identifica NIC
Opzioni IPv4
- Configurazione IP dinamica (DHCP)
- Anaconda utilizza DHCP in esecuzione sulla rete per una configurazione automatica.
- Configurazione manuale
- Anaconda richiede una configurazione manuale della rete, incluso l'indirizzo IP di questo sistema, la maschera di rete, l'indirizzo gateway e DNS.
Opzioni IPv6
- Scoperta del vicinato (neighbor discovery) automatica
- Anaconda utilizza il router advertisement (RA) per creare una configurazione automatica senza alcuno stato. (Equivalente all'opzione
Automatic
in NetworkManager) - Configurazione IP dinamica (DHCPv6)
- Anaconda non utilizza RA ma richiede le informazioni direttamente da DHCPv6 per creare una configurazione senza stato. (Equivalente all'opzione
Automatic, DHCP only
in NetworkManager) - Configurazione manuale
- Anaconda richiede una configurazione manuale della rete, incluso l'indirizzo IP di questo sistema, la maschera di rete, l'indirizzo gateway e DNS.
Figura 8.8. Configura TCP/IP
Figura 8.9. Configurazione TCP/IP manuale
- Se eseguite una installazione tramite NFS, procedere alla Sezione 8.3.4, «Installazione NFS».
- Se eseguite una installazione tramite Web o FTP, procedere alla Sezione 8.3.5, «Installazione tramite FTP, HTTP, o HTTPS».
8.3.4. Installazione NFS
repo=nfs
allora avrete già spacificato un server ed un percorso.
Figura 8.10. Finestra di configurazione di NFS
- Inserire il nome del dominio o l'indirizzo IP del server NFS interessato nel campoNome del server NFS. Per esempio se si esegue una installazione da un host chiamato
eastcoast
nel dominioexample.com
, inserireeastcoast.example.com
. - Inserire il nome della directory esportata nel campo Red Hat Enterprise Linux 6 directory
- Se il server NFS esporta un mirror dell'albero di installazione di Red Hat Enterprise Linux inserire la directory che contiene il root dell'albero di installazione stesso. Se tutto è stato specificato correttamente apparirà un messaggio il quale indicherà che il programma di installazione di Red Hat Enterprise Linux è in esecuzione.
- Se il server NFS esporta l'immagine ISO del DVD di Red Hat Enterprise Linux, inserire la directory che contiene l'immagine ISO.
Se avete seguito l'impostazione descritta in Sezione 4.1.2, «Preparazione per una installazione NFS», la directory esportata sarà quella specificata comepublicly_available_directory
. - Specificare qualsiasi opzione di montaggio NFS necessaria nel campo Opzioni di montaggio NFS. Consultare le pagine man di mount e nfs per un elenco completo delle opzioni. Se non desiderate usare alcuna opzione lasciare il campo vuoto.
- Procedere con Capitolo 9, Installazione utilizzando anaconda.
8.3.5. Installazione tramite FTP, HTTP, o HTTPS
Importante
http://
o https://
or ftp://
come protocolli.
repo=ftp
o repo=http
, allora avrete già specificato il percorso ed il server.
/images
per la vostra architettura. Per esempio:
/mirrors/redhat/rhel-6/Server/i386/
https://
come protocollo.
{ftp|http|https}://<user>:<password>@<hostname>[:<port>]/<directory>/
http://install:rhel6pw@name.example.com/mirrors/redhat/rhel-6/Server/i386/
Figura 8.11. Finestra di dialogo URL
8.4. Verifica del dispositivo
Capitolo 9. Installazione utilizzando anaconda
9.1. L'interfaccia utente del programma di installazione in modalità testo
Importante
- Il sistema di installazione non identifica il display hardware del computer
- È stata selezionata l'installazione in modalità testo dal menu d'avvio
- configurazione metodi di storage avanzati come LVM, RAID, FCoE, zFCP, e iSCSI.
- personalizzazione del layout della partizione
- personalizzazione del layout del boot loader
- selezione dei pacchetti durante l'installazione
- configurazione del sistema installato con firstboot
linux ip
può essere usata per configurare le impostazioni di rete. Per informazioni consultare Sezione 28.1, «Configurare il sistema di installazione nel menù di avvio».
9.2. Interfaccia utente del programma di installazione in modalità grafica
Nota
boot:
:
linux text
9.2.1. Screenshot durante l'installazione
/root/anaconda-screenshots
.
autostep --autoscreenshot
per generare uno screenshot automatico di ogni fase dell'installazione. Consultare la Sezione 32.3, «Creazione di un file kickstart» per informazioni su come configurare un file kickstart.
9.2.2. Una nota sulle console virtuali
console | combinazioni tasti | contenuti |
---|---|---|
1 | ctrl+alt+f1 | display grafico |
2 | ctrl+alt+f2 | prompt della shell |
3 | ctrl+alt+f3 | log di installazione (messaggi dal programma di installazione) |
4 | ctrl+alt+f4 | messaggi relativi al sistema |
5 | ctrl+alt+f5 | altri messaggi |
9.3. Benvenuti su Red Hat Enterprise Linux
9.4. Selezione lingua
Figura 9.1. Configurazione lingua
9.5. Configurazione della tastiera
Figura 9.2. Configurazione della tastiera
latin1
, la quale utilizza le dead key per usare determinati caratteri, niente apparirà sullo schermo fino a quando non premerete un altro tasto per "completare" il carattere. Per esempio, per digitare è
con una tastiera di tipo latin1, sarà necessario premere (e rilasciare) il tasto ' e successivamente E
. In contrasto, è possibile usare il suddetto carattere su altre tastiere semplicemente premendo e tenendo pigiato il tasto rilevante (come ad esempio Alt-Gr) premendo contemporaneamente il tasto E
. Ancora, altre tastiere possono avere per questo carattere un tasto specifico.
Nota
system-config-keyboard
per avviare l'applicazione Keyboard Configuration Tool Se non si è connessi come root, verrà richiesta la password di root per continuare.
9.6. Dispositivi di storage
Figura 9.3. Dispositivi di storage
- Dispositivi di storage di base
- Selezionareper installare Red Hat Enterprise Linux sui seguenti dispositivi di storage:
- dischi fissi o unità solid-state collegate direttamente al sistema locale.
- Dispositivi di storage specializzati
- Selezionareper installare Red Hat Enterprise Linux sui seguenti dispositivi di storage:
- Storage area networks (SAN)
- Direct access storage devices (DASDs)
- Dispositivi Firmware RAID
- Dispositivi multipath
Usare l'opzioneper configurare i collegamenti Internet Small Computer System Interface (iSCSI) e FCoE (Fiber Channel over Ethernet)
9.6.1. Schermata di selezione dei dispositivi di storage
Figura 9.4. Selezionare i dispositivi di storage — Dispositivi di base
Figura 9.5. Selezionare i dispositivi di storage — Dispositivi Multipath
Figura 9.6. Selezionare i dispositivi di storage — Altri dispositivi SAN
- Dispositivi di base
- Dispositivi di base direttamente collegati al sistema locale, come ad esempio le unità del disco fisso e le unità solid-state.
- Firmware RAID
- Dispositivi di storage collegati ad un controller firmware RAID.
- Dispositivi multipath
- Dispositivi di storage accessibili attraverso più di un percorso, come ad esempio i controller SCSI multipli o le porte del Fiber Channel sullo stesso sistema.
Importante
L'installer rileva solo i dispositivi di storage multipath con numeri seriali di 16 o 32 caratteri. - Altri dispositivi SAN
- Qualsiasi altro dispositivo disponibile su di un storage area network (SAN).
Figura 9.7. La scheda di ricerca dei dispositivi di storage
Figura 9.8. Selezione delle colonne
/etc/fstab
.
Importante
9.6.1.1. Opzioni di storage avanzate
Figura 9.9. Opzioni di storage avanzate
9.6.1.1.1. Selezionare e configurare una interfaccia di rete
Figura 9.10. Selezionare l'interfaccia di rete
- Selezionare una interfaccia dal menu a tendina.
- Selezionare.
Figura 9.11. Collegamenti di rete
9.6.1.1.2. Configura parametri ISCSI
Procedura 9.1. Ricerca iSCSI
Figura 9.12. Il dialogo Informazioni ricerca iSCSI
- Inserire l'indirizzo IP del target iSCSI nel campo Indirizzo IP target.
- Fornire un nome in Nome iniziatore iSCSI per l'iniziatore iSCSI con un formato iSCSI qualified name (IQN).Un IQN valido contiene:
- la stringa
iqn.
(da notare il punto) - un codice data il quale specifica l'anno ed il mese nel quale l'Internet domain o subdomain name dell'organizzazione è stato registrato, con un formato a quatttro cifre per l'anno, un trattino e a due cifre per il mese seguito da un punto. Per esempio per Settembre 2010,
2010-09.
- Internet domain o subdomain name dell'organizzazione rappresentato con un ordine inverso usando prima il dominio di livello superiore. Per esempio,
storage.example.com
incom.example.storage
- due punti seguiti da una stringa la quale identifica in modo unico questo iniziatore iSCSI particolare all'interno del dominio. Per esempio,
:diskarrays-sn-a8675309
.
Un IQN sarà quindi simile a:iqn.2010-09.storage.example.com:diskarrays-sn-a8675309
; anaconda popola a priori il campo Nome iniziatore iSCSI con un nome in questo formato per assistere l'utente con la struttura.Per maggiori informazioni su IQN consultare Nomi iSCSI 3.2.6. in RFC 3720 - Internet Small Computer Systems Interface (iSCSI) disponibili su http://tools.ietf.org/html/rfc3720#section-3.2.6 e 1. Indirizzi e nomi iSCSI in RFC 3721 - Ricerca e nomi per l'Internet Small Computer Systems Interface (iSCSI) disponibile su http://tools.ietf.org/html/rfc3721#section-1. - Utilizzare il menu a tendina per specificare il tipo di autenticazione da usare per la ricerca iSCSI:
Figura 9.13. autenticazione ricerca iSCSI
- Se avete selezionato il tipo di autenticazione nome utente CHAP e password CHAP., fornire la password ed il nome utente per il target iSCSI nei campi
Figura 9.14. Coppia CHAP
- Se si desidera utilizzare il tipo di autenticazione Nome utente CHAP e Password CHAP, ed il nome utente e password per l'iniziatore iSCSI nei campi Nome utente CHAP inverso e Password CHAP inverso., fornire il nome utente e la password per il target iSCSI nei campi
Figura 9.15. Coppia CHAP e coppia inversa
- Selezionare Anaconda cercherà a questo punto di individuare un target iSCSI in base alle informazioni fornite. Se la ricerca avrà successo il dialogo Nodi iSCSI scoperti presenterà un elenco di tutti i nodi iSCSI scoperti sul target..
- Ogni nodo avrà una casella corrispondente. Selezionate le caselle corrispondenti ai nodi da usare durante l'installazione.
Figura 9.16. Dialogo Nodi iSCSI scoperti
- Selezionareper iniziare una sessione iSCSI.
Procedura 9.2. Avvio di una sessione iSCSI
Figura 9.17. Il dialogo Login nodi iSCSI
- Usare il menu a tendina per specificare il tipo di autenticazione da usare per la sessione iSCSI:
Figura 9.18. sessione di autenticazione iSCSI
Se il vostro ambiente utilizza lo stesso tipo di autenticazione, nome utente e password per la ricerca iSCSI e per la sessione iSCSI allora selezionareper utilizzare nuovamente le suddette credenziali. - Se avete selezionato il tipo di autenticazione nome utente CHAP e password CHAP., fornire la password ed il nome utente per il target iSCSI nei campi
Figura 9.19. Coppia CHAP
- Se avete selezionato Nome utente CHAP e Password CHAP ed il nome utente e password per l'iniziatore iSCSI nei campi Nome utente CHAP inverso e Password CHAP inverso.come tipo di autenticazione allora, sarà necessario fornire il nome utente e la password per il target iSCSI nei campi
Figura 9.20. Coppia CHAP e coppia inversa
- Selezionare Anaconda cercherà di eseguire un login all'interno dei nodi sul target iSCSI in base alle informazioni fornite. Il dialogo Risultati di login iSCSI permetterà la visualizzazione dei risultati..
Figura 9.21. Il dialogo Risultati di login iSCSI
- Selezionareper continuare.
9.6.1.1.3. Come configurare i parametri FCoE
Figura 9.22. Come configurare i parametri FCoE
9.7. Impostazione nome host
Nota
Figura 9.23. Impostazione dell'hostname
Nota
9.7.1. Modifica collegamenti di rete
Importante
Nota
system-config-network
in un prompt della shell per lanciare il Network Administration Tool. Se non si è connessi come root, verrà richiesta la password di root per continuare.
Figura 9.24. Collegamenti di rete
9.7.1.1. Opzioni comuni a tutti i tipi di collegamento
9.7.1.2. La scheda Cablato
Figura 9.25. La scheda Cablato
9.7.1.3. La scheda 802.1x Security
- Autenticazione
- Scegliere uno dei seguenti metodi di autenticazione:
- TLS per Transport Layer Security
- Tunneled TLS per Tunneled Transport Layer Security, conosciuto come TTLS, o EAP-TTLS
- Protected EAP (PEAP) per Protected Extensible Authentication Protocol
- Identità
- Fornire l'indentità di questo server:
- Certificato utente
- Andate alla ricerca di un X.509 certificate file codificato con Distinguished Encoding Rules (DER) o Privacy Enhanced Mail (PEM).
- Certificato CA
- Andate alla ricerca di un file codificato certificate authority X.509 con Distinguished Encoding Rules (DER) o Privacy Enhanced Mail (PEM).
- Chiave privata
- Andate alla ricerca di un file chiave privata codificato con Distinguished Encoding Rules (DER), Privacy Enhanced Mail (PEM), o Personal Information Exchange Syntax Standard (PKCS#12).
- Password chiave privata
- La password per la chiave privata specificata nel campo Chiave privata. Selezionare Mostra password per rendere la password visibile.
Figura 9.26. La scheda 802.1x Security
9.7.1.4. Scheda Impostazioni IPv4
- Automatico (DHCP)
- I parametri IPv4 sono configurati dal servizio DHCP sulla rete.
- Solo indirizzi (DHCP) automatici
- L'indirizzo IPv4, la maschera di rete e l'indirizzo gateway sono configurati dal servizio DHCP sulla rete, ma i server DNS ed i domini di ricerca devono essere configurati manualmente.
- Manuale
- I parametri IPv4 sono configurati manualmente per una configurazione statica.
- Solo Link-Locale
- Un indirizzo link-local nel range 169.254/16 è assegnato all'interfaccia.
- Condiviso ad altri computer
- Questo sistema è stato configurato per fornire un accesso alla rete per altri computer. Viene assegnata all'interfaccia un indirizzo nel range 10.42.x.1/24, verranno avviati un server DHCP e DNS, e l'interfaccia viene collegata al collegamento di rete predefinito sul sistema con network address translation (NAT).
- Disabilitato
- Per questa connessione IPv4 è disabilitato.
Figura 9.27. Scheda Impostazioni IPv4
9.7.1.4.1. Modifica instradamento IPv4
Figura 9.28. Il dialogo Modifica instradamento IPv4
9.7.1.5. Scheda Impostazioni IPv6
- Ignora
- Per questo collegamento IPv6 è ignorato.
- Automatico
- NetworkManager utilizza il router advertisement (RA) per creare una configurazione stateless automatica.
- Automatico, solo indirizzi
- NetworkManager utilizza un RA per creare una configurazione stateless automatica, ma i server DNS ed i domini di ricerca vengono ignorati e devono essere configurati manualmente.
- Automatico, solo DHCP
- NetworkManager non utilizza RA, me richiede le informazioni direttamente da DHCPv6 per creare una configurazione stateful.
- Manuale
- I parametri IPv6 sono configurati manualmente per una configurazione statica.
- Solo Link-Locale
- Un indirizzo link-locale con il prefisso fe80::/10 viene assegnato all'interfaccia.
Figura 9.29. Scheda Impostazioni IPv6
9.7.1.5.1. Modifica instradamento IPv6
Figura 9.30. Il dialogo Modifica instradamento IPv6
9.7.1.6. Riavviare un dispositivo di rete
ONBOOT=yes
. Consultare la Red Hat Enterprise Linux 6 Deployment Guide disponibile su https://access.redhat.com/knowledge/docs/ per maggiori informazioni sui file di configurazione dell'interfaccia.
- Premere Ctrl+Alt+F2 per visualizzare un terminale virtuale
tty2
. - Spostare il file di configurazione dell'interfaccia in una posizione provvisoria:
mv /etc/sysconfig/network-scripts/ifcfg-device_name /tmp
dove device_name è il dispositivo appena riconfigurato. Per esempioifcfg-eth0
è il file ifcfg pereth0
.Ora il dispositivo è scollegato in anaconda. - Aprire il file di configurazione dell'interfaccia usando l'editor vi:
vi /tmp/ifcfg-device_name
- Verificare che il file di configurazione dell'interfaccia contenga la riga
ONBOOT=yes
. In caso contrario aggiungete la riga e salvate la modifica del file. - Uscite dall'editor vi.
- Spostate nuovamente il file di configurazione dell'interfaccia nella directory
/etc/sysconfig/network-scripts/
:mv /tmp/ifcfg-device_name /etc/sysconfig/network-scripts/
Il dispositivo è ora ricollegato in anaconda. - Premere Ctrl+Alt+F6 per ritornare su anaconda.
9.8. Configurazione del fuso orario
- Usando il mouse, fate clic sulla mappa interattiva per selezionare una città specifica, (contrassegnata da un punto giallo). Comparirà una X rossa che indica la scelta.
- Il fuso orario può anche essere selezionato tramite un elenco posto nella parte inferiore della schermata. Usando il mouse, cliccare sulla mappa per evidenziare la scelta.
Avvertimento
Nota
system-config-date
al prompt della shell per lanciare il Time and Date Properties Tool. Se non siete utenti root, vi verrà richiesta la password root per continuare.
timeconfig
.
9.9. Impostazione della password root
Nota
Figura 9.31. Password di root
su
per diventare utenti root ed eseguire compiti che richiedono lo stato di un super utente. Queste regole basilari diminuiscono le possibilità che un errore di battitura o un comando incorretto siano in grado di danneggiare il sistema.
Nota
su -
al prompt della shell in una finestra del terminale, quindi premere Invio. A questo punto inserire la password root e premere Invio.
Avvertimento
system-config-users
in un prompt della shell per lanciare User Manager, un tool di configurazione e gestione utente molto potente. Se non si è utente root verrà richiesto d'inserire la password root per continuare.
root
nel campo Password Root. Red Hat Enterprise Linux mostra i caratteri sotto forma di asterischi per motivi di sicurezza. Digitare la stessa password nel campo Conferma per assicurasi che sia stata impostata correttamente. Dopo aver impostato la password root selezionare per continuare.
9.10. Assegnazione dispositivi di storage
Figura 9.32. Asegnare i dispositivi di storage
Importante
9.11. Inizializzazione del disco fisso
Figura 9.33. Schermata di avvertimento – inizializzazione disco fisso
clearpart --initlabel
(consultare Capitolo 32, Installazioni kickstart)
Avvertimento
9.12. Aggiornamento di un sistema esistente
Importante
9.12.1. La casella di dialogo Aggiorna
Figura 9.34. La casella di dialogo Aggiorna
Nota
9.12.2. Aggiornamento con l'installer
Nota
/home
separata ed eseguire una nuova installazione. Per maggiori informazioni sulle partizioni e sulla loro impostazione consultare la Sezione 9.13, «Partizionamento del disco».
rpm -qa --qf '%{NAME} %{VERSION}-%{RELEASE} %{ARCH} ' > ~/old-pkglist.txt
su -c 'tar czf /tmp/etc-`date +%F`.tar.gz /etc'
su -c 'mv /tmp/etc-*.tar.gz /home'
/home
directory e dei servizi come ad esempio server SQL, Apache, FTP o un sistema di gestione del codice sorgente. Anche se i processi di aggiornamento non sono distruttivi, se si esegue un processo in modo incorretto si correrà sempre il rischio di una perdita di dati.
Avvertimento
/home
. Se la directory /home
non è una partizione separata non seguire alla lettera questi esempi! Archiviare i backup su di un altro dispositivo come ad esempio CD o DVD o su di un disco fisso esterno.
9.12.3. Aggiornamento della configurazione del Boot Loader
Figura 9.35. La casella di dialogo Aggiorna il boot loader
9.13. Partizionamento del disco
Avvertimento
Importante
Importante
/boot/
deve essere creata su di una partizione esterna all'array RAID, come ad esempio un disco fisso separato. È necessario usare un disco fisso interno per la creazione di una partizione con schede RAID problematiche.
/boot/
è anche necessaria per le impostazioni per il software RAID.
/boot/
.
Figura 9.36. Partizionamento del disco
- Utilizza tutto lo spazio
- Selezionare questa opzione per rimuovere tutte le partizioni sui dischi fissi (questo include le partizioni create da altri sistemi operativi come ad esempio le partizioni NTFS o Windows VFAT).
Avvertimento
Se selezionate questa opzione tutti i dati sui dischi fissi selezionati verranno rimossi dal programma di installazione. Non selezionare questa opzione se sono presenti informazioni che desiderate mantenere sui dischi fissi dove si installa Red Hat Enterprise Linux.In particolare non selezionare questa opzione se si esegue una configurazione di un sistema per il caricamento a catena del boot loader di Red Hat Enterprise Linux da un altro boot loader. - Sostituisci i sistemi Linux esistenti
- Selezionare questa opzione per rimuovere solo le partizioni create da una installazione precedente di Linux. Ciò non rimuoverà altre partizioni presenti sui dischi fissi (come ad esempio partizioni FAT32 o VFAT).
- Riduci il sistema corrente
- Selezionare questa opzione per modificare manualmente la dimensione delle partizioni ed i dati, ed installare un layout predefinito di Red Hat Enterprise Linux nello spazio disponibile.
Avvertimento
Se si riducono le partizioni sulle quali sono stati installati altri sistemi operativi potreste non essere in grado di utilizzare i suddetti sistemi. Anche se tale opzione di partizionamento non cancella alcun dato, i sistemi operativi generalmente necessitano di spazio disponibile nelle proprie partizioni. Prima di modificare la dimensione di una partizione che contiene un sistema operativo da usare in futuro, definire la quantità di spazio disponibile necessaria. - Utilizza lo spazio disponibile
- Selezionare questa opzione per conservare le partizioni ed i dati correnti ed installare Red Hat Enterprise Linux nello spazio disponibile non utilizzato sulle unità di storage. Assicurarsi di avere a disposizione spazio sufficiente sulle unità prima di selezionare questa opzione — a tal proposito consultare Sezione 3.4, «Lo spazio sul disco è sufficiente?».
Avvertimento
Se il sistema x86 a 64-bit utilizza UEFI al posto del BIOS sarà necessario creare manualmente una partizione /boot. Questa partizione dovrà avere un file system ext3. Se desiderate eseguire un partizionamento automatico il sistema non verrà avviato. - Crea layout personalizzato
- Selezionare questa opzione per partizionare manualmente i dispositivi di storage e creare i layout personalizzati. Consultare Sezione 9.15, «Creazione di un layout personalizzato o Modifica di un layout predefinito»
/boot
. Per maggiori informazioni consultare Appendice C, Crittografia del disco.
Importante
Importante
9.14. Cifratura delle partizioni
Figura 9.37. Inserire la frase di accesso per la partizione cifrata
Avvertimento
9.15. Creazione di un layout personalizzato o Modifica di un layout predefinito
Avvertimento
Figura 9.38. Partizionamento su sistemi x86, AMD64, e Intel 64
/dev/sda
o LogVol00
), la sua dimensione (in MB), ed il modello come rilevato dal programma di installazione.
- Dispositivo
- il nome del dispositivo, volume logico o partizione
- Dimensione (MB)
- la dimensione del dispositivo, volume logico o partizione (in MB)
- Mount Point/RAID/Volume
- il mount point (posizione interna ad un file system) sul quale una partizione deve essere montata, o il nome del gruppo di volumi logici o RAID del quale è parte.
- Tipo
- il tipo di partizione. Se la partizione è una partizione standard questo campo mostra il tipo di file system sulla partizione (per esempio ext4). In caso contrario esso indicherà che la partizione è un
volume fisico (LVM)
, o parte di unsoftware RAID
- Formato
- Se questa colonna è contrassegnata indicherà che la partizione verrà formattata durante l'installazione.
- Crea
- crea una nuova partizione, volume logico o software RAID
- Modifica
- modifica una partizione esistente, volume logico o software RAID. Da notare che sarà solo possibile diminuire la dimensione delle partizioni cone non ingrandirle.
- Cancella
- rimuove una partizione, volume logico o software RAID
- Resetta
- resetta tutte le modifica fatte in questa schermata
9.15.1. Crea storage
Figura 9.39. Creazione dello storage
Crea partizione
- Partizione Standard — crea una partizione del disco standard (come descritto in Appendice A, Introduzione al partizionamento del disco) in uno spazio non assegnato.
Creare un Software RAID
- Partizione RAID — crea una partizione in uno spazio non assegnato in modo da formare una parte di un dispositivo software RAID. Per formare un dispositivo software RAID due o più partizioni RAID devono essere disponibili sul sistema.
- Dispositivo RAID — Unire una o più partizioni RAID in un dispositivo software RAID. Quando selezionate questa opzione sarà possibile specificare il tipo di dispositivo RAID da creare (il RAID level). Questa opzione è disponibile solo quando due o più partizioni RAID sono disponibili sul sistema.
Creare un volume logico LVM
- Volume fisico LVM — crea un volume fisico in uno spazio non assegnato.
- Gruppo di volumi LVM — crea un gruppo di volumi da uno o più volumi fisici. Questa opzione è solo utilizzabile quando almeno un volume fisico è disponibile sul sistema.
- Volume logico LVM — crea un volume logico su di un gruppo di volumi. Questa opzione è utilizzabile solo quando è disponibile sul sistema almeno un gruppo di volumi.
9.15.2. Aggiunta di partizioni
Nota
Figura 9.40. Creazione di una nuova partizione
- Mount Point: Inserire il mount point della partizione. Per esempio, se questa partizione è la partizione root inserire
/
; inserire/boot
per la partizione/boot
e così via. Sarà possibile altresì usare il menu a tendina per selezionare il mount point corretto per la partizione. Non impostare alcun mount point per una partizione di swap — sarà sufficiente impostare il tipo di file system suswap
. - Tipo di File System: Utilizzando il menù a tendina selezionare il tipo di file system appropriato per questa partizione. Per maggiori informazioni sui tipi di file system fare riferimento alla Sezione 9.15.2.1, «Tipi di file system».
- Unità disponibili: Questo campo contiene un elenco dei dischi fissi installati sul sistema. Se selezionate la casella relativa ad un disco fisso, allora la partizione potrà essere creata su quel disco. Se la casella non è selezionata, la partizione non verrà mai creata sul disco in questione. Utilizzando impostazioni diverse è possibile scegliere se anaconda dovrà posizionare le partizioni a seconda delle esigenze personali oppure lasciare che anaconda decida dove posizionarle.
- Dimensione (MB): Inserite la dimensione della partizione (in megabyte). Questo campo inizia con 200 MB; se non modificate tale valore otterrete una partizione di 200 MB.
- Opzioni aggiuntive della dimensione: Sceglie se mantenere la partizione alla dimensione stabilita, se permettere una "34;crescita" (riempiendo lo spazio disponibile del disco fisso) fino a un certo punto o se occupare tutto lo spazio rimanente del disco fisso.Se si seleziona Occupa tutto lo spazio fino a (MB), bisogna fornire un valore nel campo alla destra di questa opzione. In questo modo manterrete una certa quantità di spazio libero sul disco per un utilizzo futuro.
- Forza come partizione primaria: Scegliere se la partizione che si sta creando deve essere una delle prime quattro partizioni presenti sul disco fisso. Se non selezionata la partizione sarà creata come partizione logica. Consultare la Sezione A.1.3, «Partizioni all'interno di partizioni — Panoramica sulle partizioni estese» per maggiori informazioni.
- Cifra: Scegliere se eseguire la cifratura della partizione in modo tale che i dati archiviati al suo interno siano inaccessibili senza una frase di accesso anche se il dispositivo di storage è collegato ad un altro sistema. Consultare Appendice C, Crittografia del disco per le informazioni su come cifrare i dispositivi di storage. Se si seleziona questa opzione l'installer richiederà una frase di accesso prima di scrivere la partizione sul disco.
9.15.2.1. Tipi di file system
Tipi di partizione
- partizione standard — Una partizione standard è in grado di contenere un file system, uno spazio di swap o è in grado di fornire un container per il software RAID o il volume fisico LVM.
- swap — Le partizioni di swap vengono usate per supportare la memoria virtuale. In altre parole, i dati vengono salvati su di una partizione swap quando non vi è RAM sufficiente per conservare i dati che il sistema è in grado di processare. Per informazioni aggiuntive consultare Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide.
- software RAID — La creazione di due o più partizioni software RAID vi permetterà di creare un dispositivo RAID. Per maggiori informazioni su RAID, consultate il capitolo RAID (Redundant Array of Independent Disks) nella Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide.
- physical volume (LVM) — La creazione di una o più partizioni (LVM) del volume fisico, vi permette di creare un volume logico LVM. LVM è in grado di migliorare le prestazioni se utilizzate dischi fisici. Per maggiori informazioni su LVM consultate Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide.
File system
- ext4 — Il filesystem ext4 si basa sul filesystem ext3 e presenta alcuni miglioramenti. Viene incluso il supporto per filesystem e file più grandi, allocazione dello spazio su disco più rapida e più efficiente, nessun limite sul numero delle sottodirectory all'interno di una directory, controllo sul file system più rapido e un journaling più robusto. Il filesystem ext4 viene selezionato in modo predefinito ed è fortemente consigliato.
- ext3 — Il filesystem ext3 si basa sul filesystem ext2 e presenta un particolare vantaggio — il journaling. Usando un filesystem di tipo journaling si riducono i tempi di controllo di un filesystem dopo un crash poichè non occorre eseguire
fsck
. [3] - ext2 —il filesystsem ext2 supporta i file Unix standard (file e directory normali, link simbolici e così via.) e permette di assegnare ai file nomi con 255 caratteri.
- xfs — XFS è un file system altamente scalabile ad elevate prestazioni il quale supporta i file system fino a 16 exabyte (approssimativamente 16 milioni di terabyte), i file fino a 8 exabyte (approssimativamente 8 milioni di terabyte) e le strutture di directory contenenti decine di milioni di voci. XFS supporta il journaling dei metadati, facilitando così un ripristino più veloce da un crash. Il file system XFS può essere frammentato e ridimensionato anche quando è stato montato e risulta attivo.
- vfat — Il file system VFAT è un file system di Linux compatibile con nomi di file Microsoft Windows molto lunghi sul file system FAT.
- Btrfs — Btrfs è in fase di sviluppo come filesystem in grado di indirizzare e mappare più file, file più larghi e volumi più grandi rispetto ai filesystem ext2, ext3 ed ext4. Btrfs è stato ideato per rendere il filesystem tollerante agli errori e per facilitare il rilevamento e la riparazione degli errori in loro presenza. Utilizza i checksum per assicurare la validità dei dati e dei metadata e mantiene le istantanee del filesystem che possono essere usate per il backup o la riparazione.Poichè Btrfs è ancora in fase sperimentale ed in via di sviluppo il programma d'installazione non lo offre come impostazione predefinita. Se si desidera creare una partizione Btrfs su di una unità, iniziare l'installazione con l'opzione
btrfs
. Consultare Capitolo 28, Opzioni d'avvio per informazioni.Avvertimento
Red Hat Enterprise Linux 6 include Btrfs come anteprima di tecnologia per consentire di sperimentare questo filesystem. Non si dovrebbe scegliere Btrfs per le partizioni che conterranno dati importanti o essenziali per operazioni di sistemi fondamentali.
9.15.3. Creare un Software RAID
- Partizione RAID
- Selezionare questa opzione per configurare una partizione per il software RAID. Tale opzione rappresenta l'unica opzione disponibile se il disco non presenta alcuna partizione RAID. Questo è lo stesso dialogo visualizzato durante l'aggiunta di una partizione standard — consultare Sezione 9.15.2, «Aggiunta di partizioni» per una descrizione delle opzioni disponibili. Da notare tuttavia che Tipo di File System deve essere impostato su
software RAID
Figura 9.41. Creare una partizione software RAID
- Dispositivo RAID
- Selezionare questa opzione per creare un dispositivo RAID da due o più partizioni software RAID esistenti. Questa opzione è disponibile se due o più partizioni software RAID sono state configurate.
Figura 9.42. Creare un dispositivo RAID
Selezionare un tipo di file system come per una partizione standard.Anaconda suggerisce automaticamente un nome per il dispositivo RAID, ma sarà possibile selezionare manualmente i nomi damd0
amd15
.Fare clic sulle caselle accanto ai dispositivi di storage per includerli o rimuoverli da questo RAID.Il Livello del RAID corrisponde ad un tipo particolare di RAID. Selezionarlo dalle seguenti opzioni:- RAID 0 — distribuisce i dati su dispositivi di storage multipli. RAID level 0 offre una migliore prestazione rispetto alle partizioni standard e può essere usato per raggruppare lo storage di dispositivi multipli in un dispositivo virtuale più grande. Da notare che i RAID level 0 non offrono alcuna ridondanza ed il fallimento di un dispositivo comporta la distruzione dell'intero array. RAID o ha bisogno di un minimo di due partizione RAID.
- RAID 1 — copia (a specchio) i dati di un dispositivo di storage su uno o più dispositivi. Dispositivi aggiuntivi nell'array forniscono livelli maggiori di ridondanza. RAID 1 ha bisogno di almeno due partizioni RAID.
- RAID 4 — distribuisce i dati su dispositivi di storage multipli ma utilizza un solo dispositivo nell'array per archiviare le informazioni di parità che proteggono l'array in caso di fallimento di un dispositivo. Poichè tutte le informazioni di parità sono archiviate su un unico dispositivo, l'accesso al dispositivo può creare una limitazione delle prestazioni. RAID 4 necessita di almeno tre partizioni RAID.
- RAID 5 — distribuisce i dati e le informazioni sulla parità su dispositivi di storage multipli. i RAID level 5 offrono quindi i vantaggi relativi alla distribuzione dei dati su dispositivi multipli, ma non presenta alcuna limitazione come ad esempio con il RAID level 4 poichè le informazioni sulla parità sono distribuite attraverso l'array. RAID 5 ha bisogno di almeno tre partizioni RAID.
- RAID 6 — I RAID level 6 sono simili ai RAID level 5 ma al posto di archiviare un solo set di dati sulla parità, essi archiviano due set. Il RAID 6 richiede almeno quattro partizioni RAID.
- RAID 10 — I RAID level 10 sono RAID nidificati o RAID ibridi. Essi distribuiscono i dati attraverso set speculari di dispositivi di storage. Per esempio, un RAID level 10 formato da quattro partizioni RAID, consiste in due coppie di partizioni nelle quali una partizioni è speculare all'altra. I dati sono così distribuiti su entrambe le coppie di dispositivi di storage, in modo simile al RAID level 0. RAID 10 necessita di almeno quattro partizioni RAID.
9.15.4. Creare un volume logico LVM
Importante
lvm
. Per tornare all'installazione in modalità testo premere Alt+F1.
- Volume fisico LVM
- Selezionare questa opzione per configurare una partizione o dispositivo come volume fisico LVM. Tale opzione è l'unica disponibile se lo storage non presenta già i Gruppi di volumi LVM. Esso è lo stesso dialogo visualizzato durante il processo di aggiunta di una partizione standard — consultare Sezione 9.15.2, «Aggiunta di partizioni» per una descrizione delle opzioni disponibili. Da notare tuttavia che Tipo di File System deve essere impostato su
volume fisico (LVM)
Figura 9.43. Crea un volume fisico LVM
- Creazione gruppo di volumi LVM
- Selezionare questa opzione per creare i gruppi di volumi LVM dai volumi fisici LVM disponibili o per aggiungere i volumi logici esistenti ad un gruppo di volumi.
Figura 9.44. Crea un gruppo di volumi LVM
Per assegnare uno o più volumi fisici ad un gruppo come prima cosa assegnare il nome al gruppo di volumi. Successivamente selezionare i volumi fisici da usare nel gruppo di volumi, e per finire configurare i volumi logici su qualsiasi gruppo usando le opzioni Aggiungi, Modifica e Cancella.Non rimuovere alcun volume fisico da un gruppo di volumi se così facendo non ci sarà spazio suffciente per i volumi logici di quel gruppo per esempio, un gruppo di volumi costituito da due partizioni di volume fisico LVM di 5 GB, il quale contiene un volume logico di 8 GB. L'installer non vi permetterà di rimuovere alcun volume fisico poichè tale operazione lascerà solo 5 GB nel gruppo per un volume logico di 8 GB. Se si riduce in modo appropriato la dimensione totale di qualsiasi volume logico, sarà possibile rimuovere un volume fisico dal gruppo di volumi. Nell'esempio, riducendo la dimensione del volume logico a 4 GB sarà possibile rimuovere uno dei volumi fisici di 5 GB. - Creazione di un volume logico
- Selezionare questa opzione per creare un volume logico LVM. Selezionare un mount point, il tipo di file system e la dimensione (in MB) come se fosse una partizione del disco standard. Sarà possibile anche selezionare un nome per il volume logico e specificare il gruppo di volumi al quale dovrà appartenere.
Figura 9.45. Crea un volume logico
9.15.5. Schema di partizionamento consigliato
9.15.5.1. sistemi x86, AMD64 e Intel 64
- Una partizione
swap
- Una partizione
/boot
- Una partizione
/
- Una partizione
home
- Una partizione swap (di almeno 256 MB) — le partizioni swap vengono usate per supportare la memoria virtuale. In altre parole, i dati vengono salvati su di una partizione swap quando non vi è RAM sufficiente per conservare i dati che il vostro sistema è in grado di processare.Nel passato la quantità di swap consigliata aumentava in modo lineare con la quantità di RAM nel sistema. Poichè la quantità di memoria nei sistemi odierni è aumentata nella misura dei centinaia di gigabyte, è ora consigliato che la quantità di swap necessaria per il sistema sia in funzione al carico di lavoro in esecuzione su un determinato sistema.Tuttavia poichè lo spazio di swap viene generalmente definito al momento dell'installazione, tale processo rende difficoltoso la determinazione a priori del carico di lavoro della memoria di un sistema. Durante una installazione kickstart è possibile richiedere una impostazione automatica della quantità di spazio di swap (consultare Sezione 32.4, «Opzioni di kickstart».Tuttavia questa impostazione non è perfettamente idonea al sistema, per questo motivo usare la seguente tabella per una impostazione più precisa dello spazio di swap.
Tabella 9.2. Spazio di Swap del sistema consigliato Quantità di RAM nel sistema Quantità consigliata spazio di Swap 4GB di RAM o minore un minimo di 2GB per lo spazio di swap 4GB a 16GB di RAM un minimo di 4GB per lo spazio di swap 16GB a 64GB di RAM un minimo di 8GB di spazio di swap 64GB a 256GB di RAM un minimo di 16GB di spazio di swap 256GB a 512GB di RAM un minimo di 32GB di spazio di swap Da notare che è possibile ottenere una migliore prestazione distribuendo lo spazio di swap attraverso i dispositivi di storage multipli, in particolare su sistemi con unità, controller ed interfacce veloci. - Una partizione
/boot/
(250 MB)La partizione montata su
/boot/
contiene il kernel del sistema operativo (il quale permette al vostro sistema di avviare Red Hat Enterprise Linux)), insieme ai file utilizzati durante il processo bootstrap. Per la maggior parte degli utenti è sufficiente una partizione boot di 250 MB.Importante
Il bootloader GRUB in Red Hat Enterprise Linux 6 supporta solo i file system ext2, ext3, e ext4 (consigliato). Non è possibile utilizzare qualsiasi altro file system per/boot
, come ad esempio Btrfs, XFS, o VFAT.Nota
Se il disco fisso è maggiore di 1024 cilindri (e il sistema è stato assemblato più di due anni fa), potrebbe essere necessario creare una partizione/boot/
se si desidera che la partizione/
(root), sia in grado di usare tutto lo spazio rimanente sul disco fisso.Nota
Se avete una scheda RAID è importante sapere che alcuni BIOS non supportano l'avvio dalla scheda RAID. In casi sopra descritti, la partizione/boot/
deve essere creata su di una partizione esterna all'array RAID, come ad esempio un disco fisso separato. - Una partizione
root
(3.0 GB - 5.0 GB)Questa è la posizione di "
/
" (la directory root). Con questa impostazione, tutti i file (ad eccezione di quelli conservati in/boot
) si trovano sulla partizione root.Una partizione da 3 GB consente una installazione minima, mentre una partizione root da 5 GB consente una installazione completa, selezionando tutti i gruppi di pacchetti.Importante
La partizione/
(o root) è l'inizio della struttura delle directory. La directory/root
/root
(a volte pronunciata "slash-root") è la directory home dell'account utente per l'amministrazione del sistema. - Una partizione
home
(di almeno 100 MB)Per poter archiviare i dati sul sistema creare una partizione separata per la directory
/home
all'interno del gruppo di volumi. Ciò permetterà di eseguire un aggiornamento o una nuova installazione di Red Hat Enterprise Linux senza la cancellazione dei dati dell'utente.
/
gli avanzamenti di versione del sistema diventano più semplici. Fare riferimento alla descrizione dell'opzione Modifica in Sezione 9.15, «Creazione di un layout personalizzato o Modifica di un layout predefinito» per maggiori informazioni.
/foo
deve essere almeno di 500MB e non bisogna fare una singola partizione /foo
, quindi la partizione /
(root) deve essere almeno 500 MB.
Directory | Dimensione minima |
---|---|
/ | 250 MB |
/usr | 250 MB, ma è consentito spostarla in una partizione separata |
/tmp | 50 MB |
/var | 384 MB |
/home | 100 MB |
/boot | 250 MB |
Nota
9.15.5.1.1. Consigli sulle partizioni
- Considerare la cifratura di qualsiasi partizione contenente dati sensibili. Tale processo impedisce ad utenti non autorizzati di accedere ai dati anche se gli utenti sono in grado di accedere al dispositivo di storage fisico. In molti casi sarà necessario almeno cifrare la partizione
/home
. - Ogni kernel installato sul sistema ha bisogno di circa 10 MB sulla partizione
/boot
. Se non si installa un numero elevato di kernel la dimensione predefinita sufficiente è di 250 MB per/boot
.Importante
Il bootloader GRUB in Red Hat Enterprise Linux 6 supporta solo i file system ext2, ext3, e ext4 (consigliato). Non è possibile utilizzare qualsiasi altro file system per/boot
, come ad esempio Btrfs, XFS, o VFAT. - La directory
/var
mantiene contenuti per alcune applicazioni, incluso il server web Apache. Viene usata inoltre per contenere i pacchetti di aggiornamenti in maniera temporanea. Assicurarsi che la partizione contenente la directory/var
abbia abbastanza spazio per scaricare gli aggiornamenti in sospeso e stipare gli altri contenuti.Avvertimento
Il programma di aggiornamento PackageKit scarica in modo predefinito i pacchetti aggiornati su/var/cache/yum/
. Se si effettua un partizionamento manuale e si crea una partizione/var/
separata, assicurarsi di creare una partizione sufficientemente larga (3.0 GB o più) per poter effettuare un download degli aggiornamenti del pacchetto. - La directory
/usr
contiene la maggior parte dei contenuti software di un sistema Red Hat Enterprise Linux. Per l'installazione di un set di software predefinito sono necessari almeno 4GB di spazio. Se si è sviluppatori di software o si intende usare un sistema Red Hat Enterprise Linux per imparare a sviluppare software, potrebbe essere necessario il doppio dello spazio.Importante
Se/usr
si trova su un file system diverso dalla/
, il processo di avvio diventa molto più complicato poichè/usr
contiene componenti critici. In alcune situazioni (come installazioni su unità iSCSI) il processo d'avvio potrebbe non funzionare del tutto. - Considerare di lasciare una porzione di spazio in un volume LVM non allocato. Questo spazio non allocato fornisce maggiore flessibilità se i requisiti di spazio dovessero cambiare ma non si desidera rimuovere dati da altre partizioni per riallocare spazio.
- Se si separano le sottodirectory con delle partizioni è possibile mantenere il contenuto di queste sottodirectory se si decide di installare una nuova versione di Red Hat Enterprise Linux sul proprio sistema. Per esempio, se si desidera eseguire un database MySQL in
/var/lib/mysql
, realizzare una partizione a parte per questa directory nel caso si desidera reinstallarla successivamente.
Nota
Esempio 9.1. Impostazione partizioni d'esempio
Partizione | Dimensione e tipo |
---|---|
/boot | Una partizione ext3 di 250 MB |
swap | 2 GB swap |
Volume fisico LVM | Spazio rimanente, come un gruppo di volumi LVM |
Partizione | Dimensione e tipo |
---|---|
/ | 13 GB ext4 |
/var | 4 GB ext4 |
/home | 50 GB ext4 |
9.16. Scrivere le modifiche sul disco
Figura 9.46. Scrittura configurazione dello storage sul disco
Avvertimento
9.17. Configurazione del boot loader per x86, AMD64, e Intel 64
Importante
Nota
Figura 9.47. Configurazione del boot loader
Avvertimento
Avvertimento
- Cliccare sul pulsanteper includere un sistema operativo aggiuntivo in GRUB.Selezionare dal menù a tendina la partizione del disco che contiene il sistema operativo avviabile e digitare l'etichetta desiderata. GRUB mostrerà tale etichetta nel proprio menù di avvio.
- Per cambiare una voce nel menù di avvio di GRUB, selezionare la voce e poi selezionare.
- Per rimuovere una voce dal menù di avvio di GRUB, selezionare la voce relativa e poi selezionare.
Nota
Nota
/boot/grub/grub.conf
. Se non siete in grado di eseguire un processo d'avvio potrete usare la modalità di "ripristino" sul primo disco di installazione di Red Hat Enterprise Linux per resettare la password di GRUB.
grub-md5-crypt
. Per maggiori informazioni a riguardo, usare il comando man grub-md5-crypt
in un terminale, per leggere le pagine del manuale.
Importante
9.17.1. Configurazione avanzata del boot loader
- Il master boot record (MBR) — Questo è il posto consigliato per installare il boot loader se l'MBR non avvia il loader di un altro sistema operativo, come ad esempio System Commander. MBR rappresenta un'area speciale sull'hard drive caricata automaticamente dal BIOS del vostro computer, e rappresenta il primo punto nel quale il boot loader è in grado di prendere controllo del processo d'avvio, Se eseguite l'installazione nell'MBR, all'avvio della macchina GRUB presenta un prompt d'avvio. Sarà quindi possibile avviare Red Hat Enterprise Linux o qualsiasi altro sistema operativo configurato per l'avvio da parte del boot loader.
- Il primo settore della partizione d'avvio — Questo é consigliabile se si sta già utilizzando un altro boot loader sul sistema. In questo caso, il boot loader in questione assume il controllo per primo. Sarà poi possibile configurare il suddetto boot loader per avviare GRUB che a sua volta avvia Red Hat Enterprise Linux.
Nota
Se si dovesse scegliere di installare GRUB come boot loader secondario, si dovrà riconfigurare il boot loader primario quando si installerà un nuovo kernel e si vorrà avviarlo. Il kernel di un sistema operativo come Microsoft Windows non si avvia in questa maniera. Per questo motivo molti utenti usano GRUB come boot loader primario su sistemi dual-boot.
Figura 9.48. Installazione del boot loader
Nota
/boot
.
Nota
/boot
nei primi 1024 cilindri del disco fisso per avviare Linux. Le altre partizioni Linux possono risiedere dopo il cilindro 1024.
parted
, i 1024 cilindri equivalgono a 528MB. Per maggiori informazioni, consultare:
http://www.pcguide.com/ref/hdd/bios/sizeMB504-c.html
9.17.2. Modalità rescue
- Avviare un sistema x86, AMD64, o Intel 64 da qualsiasi dispositivo di installazione, ad esempio CD, DVD, USB, o PXE, e digitare
linux rescue
al prompt d'avvio di installazione. Consultare Capitolo 36, Recupero di base del sistema per una descrizione più completa della modalità di ripristino.
9.17.3. Boot loader alternativi
Importante
9.18. Selezione dei gruppi dei pacchetti
Importante
Figura 9.49. Selezione dei gruppi dei pacchetti
- Server di base
- Questa opzione fornisce una installazione di base di Red Hat Enterprise Linux per un suo utilizzo sul server.
- Server database
- Questa opzione fornisce i database MySQL e PostgreSQL.
- Server web
- Questa opzione fornisce il web server Apache.
- Enterprise Identity Server Base
- Questa opzione fornisce OpenLDAP e System Security Services Daemon (SSSD) per la creazione di un server di autenticazione e identità.
- Host virtuale
- Questa opzione fornisce gli strumenti KVM e Virtual Machine Manager per la creazione di macchine virtuali e host.
- Desktop
- Questa opzione fornisce la suite di produttività OpenOffice.org, gli strumenti grafici come GIMP, e le applicazioni multimediali.
- Workstation di sviluppo software
- Questa opzione fornisce i vari strumenti necessari per compilare il software sul sistema Red Hat Enterprise Linux system.
- Minimo
- Questa opzione fornisce solo i pacchetti essenziali per eseguire Red Hat Enterprise Linux. Una installazione minima fornisce la base per un desktop appliance o server di base, massimizzando le prestazioni e la sicurezza su una installazione simile.
9.18.1. Installazione da repositori aggiuntivi
- Il repositorio High Availability include i pacchetti per il clustering ad elevata disponibilità (conosciuto anche come failover clustering) usando il componente Red Hat High-availability Service Management.
- Il repositorio Load Balance include i pacchetti per il clustering per il bilanciamento del carico usando Linux Virtual Server (LVS).
- Il repositorio di Red Hat Enterprise Linux viene automaticamente selezionato. Esso contiene una raccolta completa di software rilasciata come Red Hat Enterprise Linux 6, con le rispettive versioni software correnti al momento della release.
- Il repositorio Resilient Storage include i pacchetti per lo storage clustering utilizzando il global file system (GFS) di Red Hat.
Figura 9.50. Come aggiungere un repositorio software
Figura 9.51. Selezionare l'interfaccia di rete
- Selezionare una interfaccia dal menu a tendina.
- Selezionare.
Figura 9.52. Collegamenti di rete
repodata
.
Avvertimento
9.18.2. Personalizzazione della selezione del software
Nota
Figura 9.53. Informazioni sul gruppo di pacchetti
Figura 9.54. Menu di contesto per l'elenco di selezione dei pacchetti
9.18.2.1. Servizi di rete principali
- registrazione centralizzata attraverso syslog
- email attraverso SMTP (Simple Mail Transfer Protocol)
- condivisione file di rete attraverso NFS (Network File System)
- accesso remoto attraverso SSH (Secure SHell)
- advertising delle risorse attraverso mDNS (multicast DNS)
- trasferimento file di rete attraverso HTTP (HyperText Transfer Protocol)
- stampa attraverso CUPS (Common UNIX Printing System)
- accesso desktop remoto attraverso (Virtual Network Computing)
9.19. Installazione dei pacchetti
Figura 9.55. Avvio dell'installazione
Figura 9.56. Pacchetti completati
/root/install.log
dopo aver riavviato il sistema.
9.20. Installazione completata
login:
(se avete installato un sistema X Window e selezionato un avvio automatico di X).
fsck
viene usata per controllare la consistenza dei metadati del file system e facoltativamente per correggere uno o più file system di Linux.
Capitolo 10. Troubleshooting dell'installazione su di un sistema Intel o AMD
/tmp
. Questi file includono:
/tmp/anaconda.log
- messaggi generali di anaconda
/tmp/program.log
- tutti i programmi esterni eseguiti da anaconda
/tmp/storage.log
- informazioni esaustive sul modulo di storage
/tmp/yum.log
- messaggi per l'installazione del pacchetto yum
/tmp/syslog
- messaggi del sistema relativi all'hardware
/tmp/anaconda-tb-identifier
, dove identifier è una stringa randomica.
scp
sull'immagine di installazione (e non il contrario).
10.1. Impossibile avviare Red Hat Enterprise Linux
10.1.1. Problemi di avvio con la scheda RAID
GRUB:
) e un cursore lampeggiante. Se è quello che vedete, dovrete ripartizionare il sistema.
/boot
al di fuori dell'array RAID, per esempio su un disco fisso diverso. è necessario utilizzare un disco fisso interno per la creazione di partizioni che presentano schede RAID difettose.
/boot
.
10.1.2. Viene visualizzato il segnale di errore 11?
boot:
o yaboot:
.
linux mediacheck
http://www.bitwizard.nl/sig11/
10.2. Problemi nell'avvio dell'installazione
10.2.1. Problemi nell'avvio dell'installazione grafica
xdriver=vesa
al prompt. Alternativamente è possibile forzare il programma d'installazione ad utilizzare una risoluzione specifica della schermata con l'opzione d'avvio resolution=
. Un'altra soluzione può essere rappresentata dall'opzione driver=
per specificare il driver da caricare per la vostra scheda video. Se tale opzione funziona sarà necessario inviare un bug poichè l'installatore non ha rilevato automaticamente la scheda video. Consultate il Capitolo 28, Opzioni d'avvio per maggiori informazioni.
Nota
nofb
. Questo comando potrebbe essere necessario per l'accessibilità di alcuni hardware di lettura dello schermo.
10.3. Problemi durante l'installazione
10.3.1. Messaggio d'errore No devices found to install Red Hat Enterprise Linux
No devices found to install Red Hat Enterprise Linux
, molto probabilmente un controller SCSI non è stato riconosciuto dal programma d'installazione.
10.3.2. Salvataggio dei messaggi di traceback
Figura 10.1. Casella di dialogo per il riporto di un crash
- Dettagli
- mostra i dettagli dell'errore:
Figura 10.2. Dettagli del crash
- Salva
- Salva i dettagli dell'errore localmente o in modo remoto:
- Esci
- esce dal processo di installazione.
Figura 10.3. Selezionare il reporter
- Logger
- salva le informazioni dell'errore come file di log sull'unità del disco fisso locale, in una posizione specificata.
- Red Hat Customer Support
- invia il crash report al Customer Support per assistenza.
- Caricatore del report
- carica una versione compressa di un crash report su Bugzilla o un URL desiderato.
Figura 10.4. Configurazione preferenze del reporter
- Logger
- Specificare un percorso ed un nome per il file di log. Selezionare Aggiungi se state aggiungendo ad un file di log esistente.
Figura 10.5. Specificare il percorso locale per il file di log
- Red Hat Customer Support
- Inserire il nome utente e la password di Red Hat Network in modo che il report raggiunga il Customer Support e sia collegato con il vostro account. L'URL sarà già presente e l'opzione Verifica SSL preselezionata per impostazione predefinita.
Figura 10.6. Inserire le informazioni relative all'autenticazione di Red Hat Network
- Caricatore del report
- Specificare un URL per il caricamento di una versione compressa di un crash report.
Figura 10.7. Inserire un URL per il caricamento di un crash report
- Bugzilla
- Inserire il nome utente e la password di Bugzilla per inviare un Bug con il sistema di tracciamento delle bug di Red Hat usando il crash report. L'URL è già presente e l'opzionepreselezionata per impostazione predefinita.
Figura 10.8. Inserire le informazioni di autenticazione di Bugzilla
Figura 10.9. Confermare i dati del report
Figura 10.10. Report in corso
Figura 10.11. Report eseguito
10.3.3. Problemi con la tabella delle partizioni
La tabella delle partizioni sul dispositivo hda non è leggibile. Per creare nuove partizioni è necessario inizializzarla causando la perdita di TUTTI I DATI su questa unità.
10.3.4. Utilizzo dello spazio residuo
swap
e una /
(root), e selezionato la partizione root per utilizzare lo spazio residuo, ma questa non utilizza tutto lo spazio libero presente sul disco.
parted
, 1024 cilindri equivalgono a 528MB. Per maggiori informazioni, consultate http://www.pcguide.com/ref/hdd/bios/sizeMB504-c.html.
10.3.5. Altri problemi di partizionamento
- Una partizione
/
(root) - Una partizione <swap> di tipo swap
Nota
10.4. Problemi post installazione
10.4.1. Avete dei problemi con la schermata grafica di GRUB su di un sistema basato su x86?
/boot/grub/grub.conf
.
grub.conf
, decommentate la riga che inizia con splashimage
inserendo il carattere #
all'inizio della riga.
b
per avviare il sistema.
grub.conf
viene riletto, e le modifiche diventeranno effettive.
grub.conf
, rimuovendo il carattere ;
.
10.4.2. Avvio in un ambiente grafico
startx
.
/etc/inittab
, modificando solo un numero nella sezione del runlevel. La prossima volta che eseguite un login, vi sarà presentato un prompt di login grafico.
su
.
gedit /etc/inittab
/etc/inittab
verrà aperto. All'interno della prima schermata vedrete una sezione del file che è simile alla seguente:
# Default runlevel. The runlevels used are:
# 0 - halt (Do NOT set initdefault to this)
# 1 - Single user mode
# 2 - Multiuser, without NFS (The same as 3, if you do not have networking)
# 3 - Full multiuser mode
# 4 - unused
# 5 - X11
# 6 - reboot (Do NOT set initdefault to this)
#
id:3:initdefault:
id:3:initdefault:
da 3
a 5
.
Avvertimento
3
a 5
.
id:5:initdefault:
10.4.3. Problemi con il sistema X Window (GUI)
10.4.4. Problemi con il crash del Server X e con utenti non-root
df -h
df
vi aiuterà a sapere quale partizione risulta essere piena. Per informazioni aggiuntive su df
, insieme ad una spiegazione delle opzioni disponibili (come ad esempio l'opzione -h
usata in questo esempio), fate riferimento alla pagina man di df
, digitando man df
al prompt della shell.
/home/
e /tmp/
si possono riempire rapidamente con i file dell'utente. È possibile ottenere più spazio rimuovendo i file più vecchi. Dopo aver ottenuto spazio sufficiente provare ad eseguire X.
10.4.5. Problemi con il login
linux single
.
e
per la modifica dopo il caricamento della schermata di avvio di GRUB. Verrà visualizzato l'elenco degli elementi presenti nel file di configurazione per l'etichetta di avvio che avete selezionato.
kernel
, e digitate e
per modificare la voce d'avvio interessata.
kernel
, aggiungete:
single
b
per avviare il sistema.
#
, digitate passwd root
, il quale vi permetterà di inserire una nuova password di root. A questo punto potete digitare shutdown -r now
per riavviare il sistema con la nuova password di root.
su -
ed inserire la password root quando richiesto. Successivamente digitare passwd <username>
. Ciò vi permetterà di inserire una nuova passoword per un account utente specifico.
http://hardware.redhat.com/hcl/
10.4.6. La vostra RAM non è stata riconosciuta?
cat /proc/meminfo
.
/boot/grub/grub.conf
:
mem=xxM
/boot/grub/grub.conf
, l'esempio descritto sopra è molto simile a quanto segue:
# NOTICE: You have a /boot partition. This means that # all kernel paths are relative to /boot/ default=0 timeout=30 splashimage=(hd0,0)/grub/splash.xpm.gz title Red Hat Enterprise Linux Client (2.6.32.130.el6.i686) root (hd0,1) kernel /vmlinuz-(2.6.32.130.el6.i686 ro root=UUID=04a07c13-e6bf-6d5a-b207-002689545705 mem=1024M initrd /initrd-(2.6.32.130.el6.i686.img
grub.conf
si rifletteranno sul sistema.
e
per apportare modifiche. Verrà visualizzato un elenco di elementi nel file di configurazione per il label di boot selezionato.
kernel
e digitate e
per modificare questa voce.
kernel
, aggiungete
mem=xxM
b
per avviare il sistema.
10.4.7. La stampante non funziona
system-config-printer
per avviare l'applicazione Printer Configuration Tool. Se non siete collegati come root, vi verrà richiesta la password root per continuare.
Parte II. Architettura IBM POWER - Installazione ed avvio
Importante
ppc
e ppc64
). Red Hat Enterprise Linux 6 supporta solo l'architettura POWER a 64-bit (ppc64
).
Capitolo 11. Pianificazione per una installazione sull'architettura POWER
11.1. Aggiornare o installare?
11.2. Preparazione per IBM eServer System p
Importante
c00000
, in caso contrario potrete visualizzare errori del tipo:
DEFAULT CATCH!, exception-handler=fff00300
11.3. RAID ed altri dispositivi a disco
Importante
/etc/fstab
, /etc/crypttab
o altri file di configurazione i quali si riferiscono ai dispositivi in base ai nomi dei nodi del dispositivo non funzioneranno in Red Hat Enterprise Linux 6. Prima di eseguire la migrazione dei suddetti file sarà necessario eseguire una modifica per la sostituzione dei percorsi del nodo del dispositivo con i gli UUID del dispositivo stesso. Usare il comando blkid
per gli UUID dei dispositivi.
11.3.1. Hardware RAID
11.3.2. Software RAID
11.3.3. Dischi USB e FireWire
Nota
11.4. Lo spazio sul disco è sufficiente?
- avere spazio sufficiente su disco non partizionato[5] per l'installazione di Red Hat Enterprise Linux, o
- essere in possesso di una o più partizioni che possono essere rimosse, e di conseguenza rendere disponibile spazio su disco sufficiente per installare Red Hat Enterprise Linux.
11.5. Selezionare un Metodo d'avvio
Capitolo 12. Preparazione ad una installazione
12.1. Preparazione ad una installazione di rete
Importante
Nota
Nota
yaboot:
:
linux mediacheck
Nota
/var/www/inst/rhel6
sul server di rete come http://network.server.com/inst/rhel6
.
/location/of/disk/space
. La directory destinata ad essere disponibile al pubblico tramite FTP, NFS, HTTP, o HTTP, verrà specificata come /publicly_available_directory. Per esempio /location/of/disk/space
potrebbe essere una directory creata dall'utente e chiamata /var/isos
. /publicly_available_directory
potrebbe essere /var/www/html/rhel6
, per una installazione HTTP.
dd if=/dev/dvd of=/path_to_image/name_of_image.iso
12.1.1. Preparazione per una installazione FTP, HTTP, e HTTPS
12.1.2. Preparazione per una installazione NFS
install.img
, e facoltativamente il file product.img
sul server di rete tramite NFS.
- Trasferire l'immagine ISO sulla directory esportata NFS. Su di un sistema Linux eseguire:
mv /path_to_image/name_of_image.iso /publicly_available_directory/
dove path_to_image è il percorso per il file immagine ISO, name_of_image è il nome del file immagine ISO e publicly_available_directory è una directory disponibile attraverso NFS o che desiderate rendere disponibile attraverso NFS. - Usare un programma checksum SHA256 per verificare che l'immagine ISO copiata sia intatta. Numerosi programmi checksum SHA256 sono disponibili per vari sistemi operativi. Su di un sistema Linux eseguire:
$ sha256sum name_of_image.iso
dove name_of_image è il nome del file immagine ISO. Il programma checksum SHA256 mostra una stringa di 64 caratteri chiamata hash. Confrontatela con l'hash mostrato per questa particolare immagine sulla pagina Scarica Software di Red Hat Network (consultare il Capitolo 1, Come ottenere Red Hat Enterprise Linux). I due hash dovrebbero essere identici. - Copiare la directory
images/
dal file ISO su di una directory nella quale è stato archiviato lo stesso file immagine ISO. Inserire i seguenti comandi:mount -t iso9660 /path_to_image/name_of_image.iso /mount_point -o loop,ro
cp -pr /mount_point/images /publicly_available_directory/
umount /mount_point
dovepath_to_image
è il percorso per il file immagine ISO,name_of_image
è il nome emount_point
è il mount point sul quale montare l'immagine durante la copiatura dei file dall'immagine. Per esempio:mount -t iso9660 /var/isos/RHEL6.iso /mnt/tmp -o loop,ro
cp -pr /mnt/tmp/images /var/isos/
umount /mnt/tmp
Sono ora presenti un file immagine ISO ed una directoryimages/
nella stessa directory. - Verificare che la directory
images/
contenga almeno il fileinstall.img
, senza di esso l'installazione non potrà procedere. La directoryimages/
è in grado di contenere il fileproduct.img
senza del quale solo i pacchetti per una installazione Minima saranno disponibili durante la fase di selezione del gruppo di pacchetti (consultate la Sezione 16.19, «Selezione dei gruppi dei pacchetti»).Importante
install.img
eproduct.img
devono essere i soli file nella directoryimages/
. - Assicuratevi che esista una voce per la directory disponibile pubblicamente nel file
/etc/exports
sul server di rete, in questo modo la directory è disponibile tramite NFS.Per esportare una directory di sola lettura su di un sistema specifico usare:/publicly_available_directory client.ip.address (ro)
Per esportare una directory di sola lettura su tutti i sistemi usare:/publicly_available_directory * (ro)
- Sul server di rete avviate un demone NFS (su di un sistema Red Hat Enterprise Linux, usare
/sbin/service nfs start
). Se NFS è già in esecuzione ricaricare il file di configurazione (su di un sistema Red Hat Enterprise Linux usare/sbin/service nfs reload
). - Assicuratevi di eseguire il test della condivisione NFS seguendo le direttive presenti nella Red Hat Enterprise Linux Deployment Guide. Consultare la documentazione NFS per informazioni su come avviare o arrestare un server NFS.
Nota
boot:
:
linux mediacheck
12.2. Preparazione per una installazione Hard Drive
Nota
Importante
- una immagine ISO del DVD di installazione. Una immagine ISO è un file che contiene una copia esatta del contenuto di un DVD.
- un file
install.img
estratto da una immagine ISO. - facoltativamente, un file
product.img
estratto da una immagine ISO.
- Ottenere una immagine ISO del DVD di installazione di Red Hat Enterprise Linux (consultare Capitolo 1, Come ottenere Red Hat Enterprise Linux). Alternativamente se il DVD è sul dispositivo fisico sarà possibile creare una immagine con il seguente comando su di un sistema Linux:
dd if=/dev/dvd of=/path_to_image/name_of_image.iso
dove dvd è il dispositivo dell'unità DVD, name_of_image è il nome da voi conferito al file immagine ISO risultante, e path_to_image è il percorso per la posizione sul sistema dove verrà archiviata l'immagine ISO risultante. - Trasferire l'immagine ISO sull'hard drive.L'immagine ISO deve essere posizionata sul disco fisso interno al computer sul quale sarà installato Red Hat Enterprise Linux, o sul disco fisso collegato al computer tramite USB.
- Usare un programma checksum SHA256 per verificare che l'immagine ISO copiata sia intatta. Numerosi programmi checksum SHA256 sono disponibili per vari sistemi operativi. Su di un sistema Linux eseguire:
$ sha256sum name_of_image.iso
dove name_of_image è il nome del file immagine ISO. Il programma checksum SHA256 mostra una stringa di 64 caratteri chiamata hash. Confrontatela con l'hash mostrato per questa particolare immagine sulla pagina Scarica Software di Red Hat Network (consultare il Capitolo 1, Come ottenere Red Hat Enterprise Linux). I due hash dovrebbero essere identici. - Copiare la directory
images/
dal file ISO su di una directory nella quale è stato archiviato lo stesso file immagine ISO. Inserire i seguenti comandi:mount -t iso9660 /path_to_image/name_of_image.iso /mount_point -o loop,ro
cp -pr /mount_point/images /publicly_available_directory/
umount /mount_point
dovepath_to_image
è il percorso per il file immagine ISO,name_of_image
è il nome emount_point
è il mount point sul quale montare l'immagine durante la copiatura dei file dall'immagine. Per esempio:mount -t iso9660 /var/isos/RHEL6.iso /mnt/tmp -o loop,ro
cp -pr /mnt/tmp/images /var/isos/
umount /mnt/tmp
Sono ora presenti un file immagine ISO ed una directoryimages/
nella stessa directory. - Verificare che la directory
images/
contenga almeno il fileinstall.img
, senza di esso l'installazione non potrà procedere. La directoryimages/
è in grado di contenere il fileproduct.img
senza del quale solo i pacchetti per una installazione Minimal saranno disponibili durante la fase di selezione del gruppo di pacchetti (consultate la Sezione 9.18, «Selezione dei gruppi dei pacchetti»).Importante
install.img
eproduct.img
devono essere i soli file nella directoryimages/
.
Nota
boot:
:
linux mediacheck
Capitolo 13. Aggiornamento dei driver durante l'installazione sui sistemi IBM POWER
- posizionare il file immagine ISO del driver disc in una posizione accessibile al programma di installazione:
- Su di un disco fisso locale
- una unità USB flash
- creare un driver disc estraendo il file immagine su:
- un CD
- un DVD
Consultare le istruzioni su come creare i dischi di installazione in Sezione 2.1, «Creazione di un DVD di installazione» per maggiori informazioni su come copiare i file immagine ISO su CD o DVD. - creare un aggiornamento della ramdisk iniziale dal file immagine ed archiviatelo su di un server PXE. Questa è una procedura avanzata da eseguire solo se impossibilitati ad eseguire altre procedure di aggiornamento attraverso altri metodi.
13.1. Limiti degli aggiornamenti driver durante l'installazione
- Dispositivi già in uso
- Non è possibile usare un driver update per sostituire i driver precedentemente caricati dal programma di installazione. Al contrario, sarà necessario completare l'installazione con i driver caricati dal programma di installazione ed eseguire l'aggiornamento alla versione successiva dopo aver terminato l'installazione, oppure, se avete bisogno dei nuovi driver per il processo di installazione, considerare un aggiornamento del driver della RAM diskiniziale — consultare Sezione 13.2.3, «Preparazione ad un aggiornamento della RAM disk iniziale».
- Dispositivi con un dispositivo equivalente disponibile
- Poichè tutti i dispositivi dello stesso tipo vengono inizializzati contemporaneamente, non sarà possibile aggiornare i driver di un dispositivo se il programma di installazione ha eseguito il caricamento dei driver per un dispositivo simile. Per esempio, considerate un sistema con due adattatori di rete differenti, uno dei quali ha a disposizione un aggiornamento del driver. Il programma di installazione inizializzerà entrambi gli adattatori contemporaneamente e per questo motivo non sarà possibile utilizzare tale aggiornamento. Completare l'installazione con i driver caricati dal programma di installazione ed eseguire l'aggiornamento alla nuova versione dopo tale processo, oppure usare un aggiornamento del driver della RAM disk iniziale.
13.2. Preparazione per un aggiornamento del driver durante l'installazione
- Metodi che utilizzano il file immagine
- Disco fisso locale
- Unità USB flash
- Metodi che utilizzano il dischetto di aggiornamento driver creato da un file immagine
- CD
- DVD
- Metodi che utilizzano un aggiornamento della RAM disk iniziale
- PXE
13.2.1. Preparazione all'utilizzo di un file immagine per l'aggiornamento del driver
13.2.1.1. Preparazione all'utilizzo di un file immagine sullo storage locale
.iso
. Nel seguente esempio il file viene chiamato dd.iso
:
Figura 13.1. Contenuto di un USB flash drive contenente un file immagine per l'aggiornamento driver
OEMDRV
, il programma di installazione eseguirà un esame automatico e andrà alla ricerca di aggiornamenti driver caricandoli in caso di un loro rilevamento. Questo comportamento viene controllato dall'opzione d'avvio dlabel=on
abilitata per impostazione predefinita. Consultare la Sezione 13.3.1, «Lasciare che il programma di installazione trovi automaticamente un disco di aggiornamento del driver».
13.2.2. Preparazione di un driver disc
13.2.2.1. Creazione di un disco di aggiornamento del driver su CD o DVD
Importante
- Usate il file manager del desktop per localizzare il file di immagine ISO del disco driver a voi fornito dal rivenditore hardware o da Red Hat.
Figura 13.2. Un file .iso tipico verrà mostrato in una finestra del file manager
- Fare clic con il pulsante destro su questo file e selezionare. A questo punto visulizzerete una finestra simile alla seguente:
Figura 13.3. Dialogo Scrivi su disco di CD/DVD Creator
- Fate clic su CD/DVD Creator richiederà di inserirne uno.. Se un disco vuoto non è presente all'interno del drive
rhdd3
ed una directory rpms
:
Figura 13.4. Contenuti di un disco di aggiornamento del driver tipico su CD o DVD
.iso
, allora il disco non sarà stato creato correttamente e sarà necessario riprovare. Assicuratevi di aver scelto una opzione simile a masterizza da immagine, se usate un desktop Linux diverso da GNOME o se utilzzate un sistema operativo diverso.
13.2.3. Preparazione ad un aggiornamento della RAM disk iniziale
Importante
- Posizionare il file immagine dell'aggiornamento del driver sul server PXE. Generalmente questa procedura viene eseguita scaricandolo sul server PXE da una posizione di internet specificata da Red Hat o dal rivenditore hardware. I nomi dei file immagine per l'aggiornamento del driver terminano in
.iso
. - Copiare il file immagine dell'aggiornamento del driver nella directory
/tmp/initrd_update
. - Rinominare il file immagine dell'aggiornamento del driver in
dd.img
. - Sulla linea di comando andare in
/tmp/initrd_update
, digitare il seguente comando e premere Invio:find . | cpio --quiet -o -H newc | gzip -9 >/tmp/initrd_update.img
- Copiare il file
/tmp/initrd_update.img
nella directory che contiene il target da usare per l'installazione. Questa directory è posizionata nella/tftpboot/pxelinux/
. Per esempio/tftpboot/pxelinux/r6c/
potrebbe presentare il target PXE per il client di Red Hat Enterprise Linux 6. - Modificare il file
/tftpboot/pxelinux/pxelinux.cfg/default
in modo da includere una voce con un aggiornamento della RAM disk iniziale appena creato nel seguente formato:label target-dd kernel target/vmlinuz append initrd=target/initrd.img,target/dd.img
Dove target è il target da usare per l'installazione.
Esempio 13.1. Preparazione di un aggiornamento della RAM disk iniziale da un file immagine per il driver update
driver_update.iso
è un file immagine per l'aggiornamento del driver scaricato da Internet su di una directory sul server PXE. Il target dal quale eseguire un avvio con PXE si trova in /tftpboot/pxelinux/r6c/
$ cp driver_update.iso /tmp/initrd_update/dd.img $ cd /tmp/initrd_update $ find . | cpio --quiet -c -o -H newc | gzip -9 >/tmp/initrd_update.img $ cp /tmp/initrd_update.img /tftpboot/pxelinux/r6c/dd.img
/tftpboot/pxelinux/pxelinux.cfg/default
ed includere la seguente voce:
label r6c-dd kernel r6c/vmlinuz append initrd=r6c/initrd.img,r6c/dd.img
13.3. Esecuzione di un aggiornamento driver durente l'installazione
- lasciare che il programma di installazione trovi un disco per l'aggiornamento del driver.
- lasciare che il programma di installazione richieda un aggiornamento del driver.
- usare una opzione d'avvio per specificare un disco di aggiornamento del driver.
- selezionare una destinazione PXE che includa un aggiornamento del driver.
13.3.1. Lasciare che il programma di installazione trovi automaticamente un disco di aggiornamento del driver
OEMDRV
prima di avviare il processo di installazione. Il programma di installazione esaminerà automaticamente il dispositivo e caricherà qualsiasi driver update rilevato senza richiedere alcun intervento. Consultare la Sezione 13.2.1.1, «Preparazione all'utilizzo di un file immagine sullo storage locale» per preparare un dispositivo di storage da trovare per il programma di installazione.
13.3.2. Lasciare che il programma di installazione richieda un aggiornamento del driver
- Iniziare l'installazione normalmente per il metodo scelto. Se il programma di installazione non riesce a caricare i driver per l'hardware essenziale per il processo di installazione (per esempio, se non è in grado di rilevare una rete o i controllori dello storage), verrà richiesto di inserire un dischetto di aggiornamento del driver:
Figura 13.5. Il dialogo Nessun driver trovato
- Selezionare Usa un dischetto del driver e consultare la Sezione 13.4, «Specificare una posizione di un file immagine di aggiornamento del driver o disco di aggiornamento del driver».
13.3.3. Utilizzo di una opzione d'avvio per specificare un disco di aggiornamento del driver
Importante
- Digitare
linux dd
al prompt d'avvio all'inizio del processo di installazione, quindi premere Invio. Il programma di installazione vi richiederà di confermare la presenza di un dischetto del driver:Figura 13.6. Prompt del dischetto del driver
- Inserire il disco di aggiornamento del driver da voi creato sul CD, DVD, o unità USB flash e selezionare. Il programma di installazione esamina i dispositivi di storage in grado di essere rilevati. Se è presente solo una posizione in grado di contenere il driver disk (per esempio il programma di installazione rileva la presenza di una unità DVD, ma nessun altro dispositivo di storage), esso caricherà automaticamente qualsiasi aggiornamento driver trovato in questa posizione.Se il programma di installazione trova più di una posizione esso vi richiederà di specificare la posizione per l'aggiornamento. A tal proposito consultare la Sezione 13.4, «Specificare una posizione di un file immagine di aggiornamento del driver o disco di aggiornamento del driver» .
13.3.4. Selezionare una destinazione PXE che include un aggiornamento del driver
- Selezionare
avvio di rete
nel BIOS del computer o dal menu d'avvio. La procedura per specificare questa opzione varia in base ai computer. Cosultare la documentazione hardware o il rivenditore interessato per le specifiche rilevanti al vostro computer. - Nel preboot execution environment (PXE) selezionare il target per l'avvio creato sul server PXE. Per esempio, se avete etichettato questo ambiente
r6c-dd
nel file/tftpboot/pxelinux/pxelinux.cfg/default
sul server PXE, digitarer6c-dd
al prompt e premere Invio.
13.4. Specificare una posizione di un file immagine di aggiornamento del driver o disco di aggiornamento del driver
Figura 13.7. Selezione di un sorgente del dischetto del driver
Figura 13.8. Selezione partizione del disco del driver
Figura 13.9. Selezione di una immagine ISO
Capitolo 14. Avvio del programma di installazione
Importante
Cannot load initrd.img: Claim failed for initrd memory at 02000000 rc=ffffffff
real-base
in c00000
. È possibile ottenere il valore real-base
dal prompt OpenFirmware con il comando printenv
ed impostando il valore con il comando setenv
.
Figura 14.1. Console SMS
boot:
. Premere Invio o attendere fino a quando inizierà l'installazione.
vmlinuz
e ramdisk
per avviare il sistema su una rete. Non sarà possibile usare ppc64.img
per eseguire l'avvio; il file è troppo grande per TFTP.
14.2. Installazione da un sorgente diverso
Metodo d'avvio | Sorgente di installazione |
---|---|
DVD di installazione | DVD, rete, o disco fisso |
Unità USB flash di installazione | DVD, rete, o disco fisso di installazione |
USB e CD d'avvio minimi e CD di ripristino | Rete e disco fisso |
14.3. Avvio dalla rete tramite PXE
Network Boot
o Boot Services
. Configurato correttamente il PXE booting, il computer può avviare il sistema d'installazione di Red Hat Enterprise Linux senza altri dispositivi.
- Assicurarsi che il cavo di rete sia inserito. L'indicatore luminoso del connettore di rete dovrebbe essere illuminato, anche se il computer non è acceso.
- Accendere il computer.
- Apparirà una schermata di menù. Premere il tasto del numero corrispondente all'opzione desiderata.
Nota
pxelinux.cfg/*
:
IPAPPEND 2 APPEND ksdevice=bootif
ksdevice=link
Capitolo 15. Configurazione della lingua e del sorgente di installazione
15.1. L'interfaccia utente del programma di installazione in modalità testo
Importante
xdriver=vesa
– consultare Capitolo 28, Opzioni d'avvio
Figura 15.1. Widget del programma di installazione come riportato in Impostazione URL
Figura 15.2. Widget del programma di installazione come riportato in Seleziona una lingua
- Finestra — Le finestre (di solito definite finestre di dialogo in questo manuale) compaiono sullo schermo durante l'intero processo di installazione. A volte si sovrappongono; in questi casi è possibile interagire solo con l'ultima finestra visualizzata. Quando la finestra in questione scompare, sarà possibile proseguire con quella posizionata sotto.
- Casella di controllo — Le caselle di controllo consentono di selezionare o deselezionare un contenuto. La casella può mostrare un asterisco (selezionata) o vuota (non selezionata). Quando il cursore si trova all'interno della casella, premere la Barra spaziatrice per selezionare o deselezionare un contenuto.
- Input di testo — le righe per l'input di testo sono aree dove inserire le informazioni richieste dal programma di installazione. Se il cursore si posiziona su una riga, è possibile inserire e/o modificare le informazioni in quella riga.
- Widget di testo — I widget di testo sono aree della schermata dove viene visualizzato il testo. A volte questi oggetti possono contenerne altri, come le caselle di controllo. Se un oggetto di testo contiene più informazioni di quante ne possano essere visualizzate, compare una barra di scorrimento; posizionando il cursore all'interno dell'oggetto, è possibile usare i tasti freccia Su e Giù per scorrere lungo tutte le informazioni disponibili. La posizione attuale sulla barra di scorrimento è contrassegnata dal carattere #, che si muove in alto e in basso a seconda di dove ci si trova.
- Barra di scorrimento — la barra di scorrimento compare nella parte laterale o inferiore della finestra per controllare la parte di elenco o documento visualizzato. La barra di scorrimento facilita lo spostamento all'interno dei file.
- Pulsante Widget — i pulsanti Widget rappresentano il metodo principale per interagire con il programma di installazione infatti essi servono per procedere da una finestra all'altra del programma di installazione usando i tasti Tab e Invio. I pulsanti possono essere selezionati quando sono evidenziati.
- Cursore — Anche se non è un widget, il cursore viene utilizzato per selezionare (ed interagire con) un widget particolare. Quando il cursore viene spostato da un widget all'altro, il widget interessato cambierà colore, oppure sarà possibile visualizzare il cursore stesso accanto o sul widget selezionato. In Figura 15.1, «Widget del programma di installazione come riportato in Impostazione URL», il cursore viene posizionato sul pulsante . Figura 15.2, «Widget del programma di installazione come riportato in Seleziona una lingua», mostra il cursore sul pulsante .
15.1.1. Uso della tastiera per spostarsi da un menu all'altro
Avvertimento
15.2. Selezione lingua
Figura 15.3. Selezione lingua
15.3. Metodo di installazione
Figura 15.4. Metodo di installazione
15.3.1. Inizio installazione
15.3.1.1. Installazione da un DVD
15.3.2. Installazione da un hard drive
repo=hd
, allora avrete già specificato una partizione.
Figura 15.5. Selezione del dialogo di partizionamento per una installazione dal disco fisso.
/dev/sd
. Ogni singolo drive ha la propria lettera, per esempio /dev/sda
. Ogni partizione sul drive è numerata, per esempio /dev/sda1
.
Tipo partizione | Volume | Percorso originale ai file | Directory da usare |
---|---|---|---|
VFAT | D:\ | D:\Downloads\RHEL6 | /Downloads/RHEL6 |
ext2, ext3, ext4 | /home | /home/user1/RHEL6 | /user1/RHEL6 |
/
. Se le immagini ISO si trovano in una sottodirectory di una partizione montata, inserire il nome della cartella che contiene le immagini ISO all'interno di questa partizione. Per esempio, se la partizione sulla quale sono presenti le immagini ISO viene normalmente montata come /home/
, e le immagini sono in /home/new/
, bisogna inserire /new/
.
Importante
15.3.3. Eseguire una installazione di rete
askmethod
o repo=
sarà possibile installare Red Hat Enterprise Linux da un server di rete usando i protocolli FTP, HTTP, HTTPS, o NFS. Anaconda utilizza lo stesso collegamento di rete per consultare i repositori software aggiuntivi più avanti nel processo di installazione.
Figura 15.6. Dispositivo di networking
Figura 15.7. Identifica NIC
Opzioni IPv4
- Configurazione IP dinamica (DHCP)
- Anaconda utilizza DHCP in esecuzione sulla rete per una configurazione automatica.
- Configurazione manuale
- Anaconda richiede una configurazione manuale della rete, incluso l'indirizzo IP di questo sistema, la maschera di rete, l'indirizzo gateway e DNS.
Opzioni IPv6
- Scoperta del vicinato (neighbor discovery) automatica
- Anaconda utilizza il router advertisement (RA) per creare una configurazione automatica senza alcuno stato. (Equivalente all'opzione
Automatic
in NetworkManager) - Configurazione IP dinamica (DHCPv6)
- Anaconda non utilizza RA ma richiede le informazioni direttamente da DHCPv6 per creare una configurazione senza stato. (Equivalente all'opzione
Automatic, DHCP only
in NetworkManager) - Configurazione manuale
- Anaconda richiede una configurazione manuale della rete, incluso l'indirizzo IP di questo sistema, la maschera di rete, l'indirizzo gateway e DNS.
Figura 15.8. Configura TCP/IP
Figura 15.9. Configurazione TCP/IP manuale
- Se si esegue una installazione NFS procedere alla Sezione 15.3.4, «Installazione NFS».
- Se si esegue una installazione tramite web o FTP procedere alla Sezione 15.3.5, «Installazione tramite FTP, HTTP, o HTTPS».
15.3.4. Installazione NFS
repo=nfs
allora avrete già spacificato un server ed un percorso.
Figura 15.10. Finestra di configurazione di NFS
- Inserire il nome del dominio o l'indirizzo IP del server NFS interessato nel campoNome del server NFS. Per esempio se si esegue una installazione da un host chiamato
eastcoast
nel dominioexample.com
, inserireeastcoast.example.com
. - Inserire il nome della directory esportata nel campo Red Hat Enterprise Linux 6 directory
- Se il server NFS esporta un mirror dell'albero di installazione di Red Hat Enterprise Linux inserire la directory che contiene il root dell'albero di installazione stesso. Se tutto è stato specificato correttamente apparirà un messaggio il quale indicherà che il programma di installazione di Red Hat Enterprise Linux è in esecuzione.
- Se il server NFS esporta l'immagine ISO del DVD di Red Hat Enterprise Linux, inserire la directory che contiene l'immagine ISO.
Se avete seguito l'impostazione descritta in Sezione 12.1.2, «Preparazione per una installazione NFS», la directory esportata sarà quella specificata comepublicly_available_directory
. - Specificare qualsiasi opzione di montaggio NFS necessaria nel campo Opzioni di montaggio NFS. Consultare le pagine man di mount e nfs per un elenco completo delle opzioni. Se non desiderate usare alcuna opzione lasciare il campo vuoto.
- Procedere con Capitolo 16, Installazione utilizzando anaconda.
15.3.5. Installazione tramite FTP, HTTP, o HTTPS
Importante
http://
o https://
or ftp://
come protocolli.
repo=ftp
o repo=http
, allora avrete già specificato il percorso ed il server.
/images
per la vostra architettura. Per esempio:
/mirrors/redhat/rhel-6/Server/ppc64/
https://
come protocollo.
{ftp|http|https}://<user>:<password>@<hostname>[:<port>]/<directory>/
http://install:rhel6pw@name.example.com/mirrors/redhat/rhel-6/Server/ppc64/
Figura 15.11. Finestra di dialogo URL
15.4. Verifica del dispositivo
Capitolo 16. Installazione utilizzando anaconda
16.1. L'interfaccia utente del programma di installazione in modalità testo
- configurazione metodi di storage avanzati come LVM, RAID, FCoE, zFCP, e iSCSI.
- personalizzazione del layout della partizione
- personalizzazione del layout del boot loader
- selezione dei pacchetti durante l'installazione
- configurazione del sistema installato con firstboot
16.2. Interfaccia utente del programma di installazione in modalità grafica
Nota
yaboot:
:
linux text
16.3. Una nota sulle console virtuali di Linux
console | combinazioni tasti | contenuti |
---|---|---|
1 | ctrl+alt+f1 | messaggio di installazione |
2 | ctrl+alt+f2 | prompt della shell |
3 | ctrl+alt+f3 | log di installazione (messaggi dal programma di installazione) |
4 | ctrl+alt+f4 | messaggi relativi al sistema |
5 | ctrl+alt+f5 | altri messaggi |
6 | ctrl+alt+f6 | display grafico di x |
16.4. Utilizzo di HMC vterm
16.5. Benvenuti su Red Hat Enterprise Linux
16.6. Selezione lingua
Figura 16.1. Configurazione lingua
16.7. Configurazione della tastiera
Figura 16.2. Configurazione della tastiera
Nota
system-config-keyboard
per avviare l'applicazione Keyboard Configuration Tool Se non si è connessi come root, verrà richiesta la password di root per continuare.
16.8. Dispositivi di storage
Figura 16.3. Dispositivi di storage
- Dispositivi di storage di base
- Selezionareper installare Red Hat Enterprise Linux sui seguenti dispositivi di storage:
- dischi fissi o unità solid-state collegate direttamente al sistema locale.
- Dispositivi di storage specializzati
- Selezionareper installare Red Hat Enterprise Linux sui seguenti dispositivi di storage:
- Storage area networks (SAN)
- Direct access storage devices (DASDs)
- Dispositivi Firmware RAID
- Dispositivi multipath
Usare l'opzioneper configurare i collegamenti Internet Small Computer System Interface (iSCSI) e FCoE (Fiber Channel over Ethernet)
16.8.1. Schermata di selezione dei dispositivi di storage
Figura 16.4. Selezionare i dispositivi di storage — Dispositivi di base
Figura 16.5. Selezionare i dispositivi di storage — Dispositivi Multipath
Figura 16.6. Selezionare i dispositivi di storage — Altri dispositivi SAN
- Dispositivi di base
- Dispositivi di base direttamente collegati al sistema locale, come ad esempio le unità del disco fisso e le unità solid-state.
- Firmware RAID
- Dispositivi di storage collegati ad un controller firmware RAID.
- Dispositivi multipath
- Dispositivi di storage accessibili attraverso più di un percorso, come ad esempio i controller SCSI multipli o le porte del Fiber Channel sullo stesso sistema.
Importante
L'installer rileva solo i dispositivi di storage multipath con numeri seriali di 16 o 32 caratteri. - Altri dispositivi SAN
- Qualsiasi altro dispositivo disponibile su di un storage area network (SAN).
Figura 16.7. La scheda di ricerca dei dispositivi di storage
Figura 16.8. Selezione delle colonne
/etc/fstab
.
Importante
16.8.1.1. Opzioni di storage avanzate
Figura 16.9. Opzioni di storage avanzate
16.8.1.1.1. Selezionare e configurare una interfaccia di rete
Figura 16.10. Selezionare l'interfaccia di rete
- Selezionare una interfaccia dal menu a tendina.
- Selezionare.
Figura 16.11. Collegamenti di rete
16.8.1.1.2. Configura parametri ISCSI
Procedura 16.1. Ricerca iSCSI
Figura 16.12. Il dialogo Informazioni ricerca iSCSI
- Inserire l'indirizzo IP del target iSCSI nel campo Indirizzo IP target.
- Fornire un nome in Nome iniziatore iSCSI per l'iniziatore iSCSI con un formato iSCSI qualified name (IQN).Un IQN valido contiene:
- la stringa
iqn.
(da notare il punto) - un codice data il quale specifica l'anno ed il mese nel quale l'Internet domain o subdomain name dell'organizzazione è stato registrato, con un formato a quatttro cifre per l'anno, un trattino e a due cifre per il mese seguito da un punto. Per esempio per Settembre 2010,
2010-09.
- Internet domain o subdomain name dell'organizzazione rappresentato con un ordine inverso usando prima il dominio di livello superiore. Per esempio,
storage.example.com
incom.example.storage
- due punti seguiti da una stringa la quale identifica in modo unico questo iniziatore iSCSI particolare all'interno del dominio. Per esempio,
:diskarrays-sn-a8675309
.
Un IQN sarà quindi simile a:iqn.2010-09.storage.example.com:diskarrays-sn-a8675309
; anaconda popola a priori il campo Nome iniziatore iSCSI con un nome in questo formato per assistere l'utente con la struttura.Per maggiori informazioni su IQN consultare Nomi iSCSI 3.2.6. in RFC 3720 - Internet Small Computer Systems Interface (iSCSI) disponibili su http://tools.ietf.org/html/rfc3720#section-3.2.6 e 1. Indirizzi e nomi iSCSI in RFC 3721 - Ricerca e nomi per l'Internet Small Computer Systems Interface (iSCSI) disponibile su http://tools.ietf.org/html/rfc3721#section-1. - Utilizzare il menu a tendina per specificare il tipo di autenticazione da usare per la ricerca iSCSI:
Figura 16.13. autenticazione ricerca iSCSI
- Se avete selezionato il tipo di autenticazione nome utente CHAP e password CHAP., fornire la password ed il nome utente per il target iSCSI nei campi
Figura 16.14. Coppia CHAP
- Se si desidera utilizzare il tipo di autenticazione Nome utente CHAP e Password CHAP, ed il nome utente e password per l'iniziatore iSCSI nei campi Nome utente CHAP inverso e Password CHAP inverso., fornire il nome utente e la password per il target iSCSI nei campi
Figura 16.15. Coppia CHAP e coppia inversa
- Selezionare Anaconda cercherà a questo punto di individuare un target iSCSI in base alle informazioni fornite. Se la ricerca avrà successo il dialogo Nodi iSCSI scoperti presenterà un elenco di tutti i nodi iSCSI scoperti sul target..
- Ogni nodo avrà una casella corrispondente. Selezionate le caselle corrispondenti ai nodi da usare durante l'installazione.
Figura 16.16. Dialogo Nodi iSCSI scoperti
- Selezionareper iniziare una sessione iSCSI.
Procedura 16.2. Avvio di una sessione iSCSI
Figura 16.17. Il dialogo Login nodi iSCSI
- Usare il menu a tendina per specificare il tipo di autenticazione da usare per la sessione iSCSI:
Figura 16.18. sessione di autenticazione iSCSI
Se il vostro ambiente utilizza lo stesso tipo di autenticazione, nome utente e password per la ricerca iSCSI e per la sessione iSCSI allora selezionareper utilizzare nuovamente le suddette credenziali. - Se avete selezionato il tipo di autenticazione nome utente CHAP e password CHAP., fornire la password ed il nome utente per il target iSCSI nei campi
Figura 16.19. Coppia CHAP
- Se avete selezionato Nome utente CHAP e Password CHAP ed il nome utente e password per l'iniziatore iSCSI nei campi Nome utente CHAP inverso e Password CHAP inverso.come tipo di autenticazione allora, sarà necessario fornire il nome utente e la password per il target iSCSI nei campi
Figura 16.20. Coppia CHAP e coppia inversa
- Selezionare Anaconda cercherà di eseguire un login all'interno dei nodi sul target iSCSI in base alle informazioni fornite. Il dialogo Risultati di login iSCSI permetterà la visualizzazione dei risultati..
Figura 16.21. Il dialogo Risultati di login iSCSI
- Selezionareper continuare.
16.8.1.1.3. Come configurare i parametri FCoE
Figura 16.22. Come configurare i parametri FCoE
16.9. Impostazione nome host
Nota
Figura 16.23. Impostazione dell'hostname
Nota
16.9.1. Modifica collegamenti di rete
Importante
Nota
system-config-network
in un prompt della shell per lanciare il Network Administration Tool. Se non si è connessi come root, verrà richiesta la password di root per continuare.
Figura 16.24. Collegamenti di rete
16.9.1.1. Opzioni comuni a tutti i tipi di collegamento
16.9.1.2. La scheda Cablato
Figura 16.25. La scheda Cablato
16.9.1.3. La scheda 802.1x Security
- Autenticazione
- Scegliere uno dei seguenti metodi di autenticazione:
- TLS per Transport Layer Security
- Tunneled TLS per Tunneled Transport Layer Security, conosciuto come TTLS, o EAP-TTLS
- Protected EAP (PEAP) per Protected Extensible Authentication Protocol
- Identità
- Fornire l'indentità di questo server:
- Certificato utente
- Andate alla ricerca di un X.509 certificate file codificato con Distinguished Encoding Rules (DER) o Privacy Enhanced Mail (PEM).
- Certificato CA
- Andate alla ricerca di un file codificato certificate authority X.509 con Distinguished Encoding Rules (DER) o Privacy Enhanced Mail (PEM).
- Chiave privata
- Andate alla ricerca di un file chiave privata codificato con Distinguished Encoding Rules (DER), Privacy Enhanced Mail (PEM), o Personal Information Exchange Syntax Standard (PKCS#12).
- Password chiave privata
- La password per la chiave privata specificata nel campo Chiave privata. Selezionare Mostra password per rendere la password visibile.
Figura 16.26. La scheda 802.1x Security
16.9.1.4. Scheda Impostazioni IPv4
- Automatico (DHCP)
- I parametri IPv4 sono configurati dal servizio DHCP sulla rete.
- Solo indirizzi (DHCP) automatici
- L'indirizzo IPv4, la maschera di rete e l'indirizzo gateway sono configurati dal servizio DHCP sulla rete, ma i server DNS ed i domini di ricerca devono essere configurati manualmente.
- Manuale
- I parametri IPv4 sono configurati manualmente per una configurazione statica.
- Solo Link-Locale
- Un indirizzo link-local nel range 169.254/16 è assegnato all'interfaccia.
- Condiviso ad altri computer
- Questo sistema è stato configurato per fornire un accesso alla rete per altri computer. Viene assegnata all'interfaccia un indirizzo nel range 10.42.x.1/24, verranno avviati un server DHCP e DNS, e l'interfaccia viene collegata al collegamento di rete predefinito sul sistema con network address translation (NAT).
- Disabilitato
- Per questa connessione IPv4 è disabilitato.
Figura 16.27. Scheda Impostazioni IPv4
16.9.1.4.1. Modifica instradamento IPv4
Figura 16.28. Il dialogo Modifica instradamento IPv4
16.9.1.5. Scheda Impostazioni IPv6
- Ignora
- Per questo collegamento IPv6 è ignorato.
- Automatico
- NetworkManager utilizza il router advertisement (RA) per creare una configurazione stateless automatica.
- Automatico, solo indirizzi
- NetworkManager utilizza un RA per creare una configurazione stateless automatica, ma i server DNS ed i domini di ricerca vengono ignorati e devono essere configurati manualmente.
- Automatico, solo DHCP
- NetworkManager non utilizza RA, me richiede le informazioni direttamente da DHCPv6 per creare una configurazione stateful.
- Manuale
- I parametri IPv6 sono configurati manualmente per una configurazione statica.
- Solo Link-Locale
- Un indirizzo link-locale con il prefisso fe80::/10 viene assegnato all'interfaccia.
Figura 16.29. Scheda Impostazioni IPv6