Red Hat Enterprise Linux 6 supporta le funzioni di limitazione dell'alimentazione presenti nei nuovi hardware, come ad esempio HP Dynamic Power Capping (DPC), e Intel Node Manager (NM). La limitazione dell'alimentazione permette agli amministratori di limitare l'energia consumata dai server, ed una pianificazione più efficiente dei data center a causa di una diminuzione dei rischi di sovraccarico. I gestori sono in grado di posizionare un numero maggiore di server all'interno dello stesso footprint fisico sapendo che, se il consumo energetico dei server è limitato, la richiesta energetica durante carichi di lavoro più elevati non supererà quella disponibile.
HP Dynamic Power Capping
Il Dynamic Power Capping è una funzione disponibile su server ProLiant e BladeSystem selezionati che permette agli amministratori di sistema di limitare il consumo energetico di un server o di un gruppo di server. Esso rappresenta un limite effettivo che il server non supererà mai sotto qualsiasi carico di lavoro. Questo limite non ha alcun effetto fino a quando il server non raggiunge il suo limite. A questo punto un processore di gestione modificherà la CPU P-states CPU ed il clock throttling limitando l'energia consumata.
Dynamic Power Capping modifica il comportamento della CPU indipendentemente dal sistema operativo, tuttavia il firmware integrated Lights-Out 2 (iLO2) di HP abilita l'accesso ai sistemi operativi al processore di gestione, e per questo motivo le applicazioni dello spazio utente sono in grado di interrogare il processore stesso. Il kernel usato in Red Hat Enterprise Linux 6 include un driver per il firmware HP iLO e iLO2 il quale permette ai programmi di interrogare il processore di gestione su /dev/hpilo/dXccbN
. Il kernel include anche una estensione dell'interfaccia hwmon
sysfs
per il supporto delle funzioni di limitazione dell'alimentazione, ed un driver hwmon
per i contatori d'alimentazione ACPI 4.0 che utilizzano l'interfaccia sysfs
. Insieme queste funzioni permettono al sistema operativo e ai tool dello spazio utente di leggere il valore configurato come limite, insieme all'uso energetico corrente del sistema.
Intel Node Manager
Intel Node Manager impone un limite energetico sui sistemi tramite processori con stati-P e stati-T per limitare le prestazioni della CPU e quindi il consumo energetico. Impostando una politica di gestione energetica gli amministratori sono in grado di configurare i sistemi in modo da consumare meno energia durante periodi di basso carico, per esempio durante la notte o i fine settimana.
Intel Node Manager regola le prestazioni della CPU usando un Operating System-directed configuration and Power Management (OSPM) attraverso l'Advanced Configuration and Power Interface standard. Quando Intel Node Manager notifica al driver OSPM le modifiche relative allo stato-T, il driver esegue le stesse modifiche allo stato-P del processore. In modo simile, quando Intel Node Manager notifica al driver OSPM le modifiche relative allo stato-P, il driver esegue le stesse modifiche allo stato-T. Le suddette modifiche vengono eseguite automaticamente e non richiedono alcun intervento da parte del sistema operativo. Gli amministratori eseguono la configurazione ed il monitoraggio di Intel Node Manager usando il software Intel Data Center Manager (DCM).