7.6. Configurazione Protocollo ring ridondante
Con Red Hat Enterprise Linux 6.4, Red Hat High Availability Add-On rende disponibile il supporto per la configurazione del protocollo ring ridondante.
Durante la configurazione di un sistema all'uso del protocollo ring ridondante è consigliato considerare i seguenti fattori:
- Non specificare più idi due ring.
- Ogni ring deve usare lo stesso protocollo; non usare un mix tra IPv4 e IPv6.
- Se necessario specificare manualmente un indirizzo multicast per il secondo ring. Se specificate un indirizzo multicast per il secondo ring, l'indirizzo o la porta alternativi devono essere diversi dall'indirizzo multicast per il primo ring. Se non specificate un indirizzo alternativo per il secondo ring il sistema userà automaticamente un indirizzo multicast diverso.Se specificate una porta alternativa i numeri della porta del primo ring ed il numero del secondo ring devono differire di almeno due unità poichè il sistema utilizza il numero della porta e porta-1 per eseguire le sue operazioni.
- Non utilizzate due interfacce diverse sulla stessa sottorete.
- In generale è consigliato configurare un protocollo ring ridondante su due NIC diversi, e due interruttori, nel caso di un fallimento di uno dei due NIC o di un interruttore.
- Non usare
ifdown
oservice network stop
per simulare il fallimento della rete, poichè così facendo verrà distrutto l'intero cluster. Per il ripristino del cluster sarà necessario il riavvio di tutti i nodi. - Non utilizzate
NetworkManager
poichè così facendo verrà eseguito il comandoifdown
se il cavo non è collegato. - Se un nodo del NIC fallisce l'intero ring sarà contrassegnato come fallito.
- In presenza di un ring fallito non sarà necessario eseguire alcun intervento manuale. Per il ripristino correggere l'origine dell'errore, in questo caso l'interruttore o il NIC fallito.
Per specificare una seconda interfaccia di rete per l'utilizzo di un protocollo ring ridondante, aggiungere un componente
altname
nella sezione clusternode
del file di configurazione cluster.conf
. Quando specificate altname
sarà necessario specificare un attributo name
per indicare il nome di un secondo host o indirizzo IP per il nodo.
Il seguente esempio specifica
clusternet-node1-eth2
come nome alternativo per il nodo del cluster clusternet-node1-eth1
.
<cluster name="mycluster" config_version="3" > <logging debug="on"/> <clusternodes> <clusternode name="clusternet-node1-eth1" votes="1" nodeid="1"> <fence> <method name="single"> <device name="xvm" domain="clusternet-node1"/> </method> </fence> <altname name="clusternet-node1-eth2"/> </clusternode>
La sezione
altname
all'interno del blocco clusternode
non dipende dalla posizione. Essa può trovarsi prima o dopo la sezione fence
. Non specificate più di un componente altname
per un nodo del cluster, poichè così facendo il sistema non sarà in grado di eseguire il riavvio.
Facoltativamente specificare manualmente un indirizzo multicast, una porta, ed un TTL per il secondo ring includendo un componente
altmulticast
nella sezione cman
del file di configurazione cluster.conf
. Il componente altmulticast
accetta un parametro addr
, port
e ttl
.
Il seguente esempio mostra la sezione
cman
di un file di configurazione del cluster, nella quale vengono impostati un indirizzo multicast, una porta ed un TTL per il secondo ring.
<cman> <multicast addr="239.192.99.73" port="666" ttl="2"/> <altmulticast addr="239.192.99.88" port="888" ttl="3"/> </cman>