32.4. Opzioni di kickstart


Le seguenti opzioni possono essere posizionate in un file kickstart. Se si desidera usare una interfaccia grafica per la creazione del file kickstart, utilizzare l'applicazione Kickstart Configurator. Per informazioni consultare il Capitolo 33, Kickstart Configurator.

Nota

Se l'opzione è seguita dal segno uguale (=), dopo di esso occorre specificare un valore. Nei comandi di esempio, le opzioni in parentesi ([]) sono argomenti facoltativi per il comando.
auth o authconfig (necessari)
Imposta le opzioni di autenticazione per il sistema. È simile al comando authconfig, il quale può essere eseguito dopo l'installazione. Le password sono normalmente cifrate e non vengono visualizzate.
  • --enablenis — Abilita il supporto NIS. In modo predefinito --enablenis utilizza qualsiasi dominio trovato sulla rete. Un dominio dovrebbe sempre essere impostato manualmente tramite l'opzione --nisdomain=.
  • --nisdomain= — Il nome del domino NIS da utilizzare per i servizi NIS.
  • --nisserver= — Server da utilizzare per i servizi NIS (predefinito).
  • --useshadow o --enableshadow — Usa password shadow.
  • --enableldap — Abilita il supporto LDAP in /etc/nsswitch.conf, permettendo al sistema di ripristinare le informazioni sugli utenti (UID, home directory, shell ecc), da una directory LDAP. Per utilizzare questa opzione è necessario installare il pacchetto nss-pam-ldapd. Sarà altresì necessario specificare un server ed un DN di base (distinguished name) con --ldapserver= e --ldapbasedn=.
  • --enableldapauth — Utilizza LDAP come metodo di autenticazione. Ciò permetterà al modulo pam_ldap di autenticare e modificare le password, utilizzando la directory LDAP. Per utilizzare questa opzione è necessario aver installato il pacchetto nss-pam-ldapd. È necessario specificare altresì un server ed un DN di base con --ldapserver= e --ldapbasedn=. Se l'ambiente non utilizza TLS (Transport Layer Security), usare --disableldaptls per assicurare il funzionamento corretto del file di configurazione risultante.
  • --ldapserver= — Se si specifica --enableldap o --enableldapauth, utilizzare questa opzione per specificare il nome del server LDAP da utilizzare. Questa opzione è impostata nel file /etc/ldap.conf.
  • --ldapbasedn= — Se si specifica --enableldap o --enableldapauth, utilizzare questa opzione per specificare il DN nell'albero della directory LDAP, nel quale vengono conservate le informazioni dell'utente. Questa opzione è impostata nel file /etc/ldap.conf.
  • --enableldaptls — Utilizza le ricerche TLS (Transport Layer Security). Questa opzione consente a LDAP di inviare nomi utente e password cifrati a un server LDAP prima dell'autenticazione.
  • --enableldaptls — Utilizza le ricerche TLS (Transport Layer Security) in un ambiente che utilizza LDAP per l'autenticazione.
  • --enablekrb5 — Utilizza Kerberos 5 per autenticare gli utenti. Kerberos non è a conoscenza delle directory home, UID o shell. Se si abilita kerberos, sarà necessario rendere noti gli account degli utenti a questa workstation abilitando LDAP, NIS o Hesiod, oppure utilizzando il comando /usr/sbin/useradd. Se si utilizza questa opzione, sarà necessario aver installato il pacchetto pam_krb5.
  • --krb5realm= — Il realm di Kerberos 5 a cui appartiene la workstation.
  • --krb5kdc= — KDC che risponde alle richieste dei client kerberos. Se si possiedono più KDC, separare i loro nomi con una virgola (,).
  • --krb5adminserver= — Il KDC nel realm che sta eseguendo kadmind. Questo server gestisce la modifica delle password e le altre richieste di amministrazione. Se si possiede più di un KDC, questo server va eseguito sul KDC master.
  • --enablehesiod — Abilita il supporto Hesiod per la ricerca delle cartelle home, UID, e delle shell degli utenti. Maggiori informazioni su come impostare ed utilizzare Hesiod sulla rete sono disponibili su /usr/share/doc/glibc-2.x.x/README.hesiod, il quale è incluso nel pacchetto glibc. Hesiod è una estensione DNS che utilizza i record DNS per conservare le informazioni sugli utenti, gruppi e vari oggetti.
  • --hesiodlhs e --hesiodrhs — I valori Hesiod LHS (left-hand side) e RHS (right-hand side) impostati in /etc/hesiod.conf. La libreria Hesiod utilizza i suddetti valori per determinare il nome per la ricerca DNS simile all'utilizzo di un DN di base di LDAP.
    Per la ricerca delle informazioni relative all'utente jim, la libreria Hesiod và alla ricerca di jim.passwd<LHS><RHS> il quale dovrebbe risultare in un record TXT simile alla rispettiva voce presente nel file passwd: jim:*:501:501:Jungle Jim:/home/jim:/bin/bash. Per i gruppi la libreria Hesiod va alla ricerca di jim.group<LHS><RHS>.
    La ricerca degli utenti e dei gruppi tramite numero viene gestita in modo da rendere 501.uid un CNAME per jim.passwd e 501.gid un CNAME per jim.group. Da notare che la libreria non inserisce alcuna punteggiatura (.) prima dei valori LHS e RHS durante l'esecuzione di una ricerca. Per questo motivo sia LHS che RHS dovranno iniziare con un punto; sarà necessario includere un punto nei valori impostati per --hesiodlhs e --hesiodrhs.
  • --enablesmbauth — Abilita l'autenticazione degli utenti rispetto ad un server SMB (generalmente Samba o un server di Windows). Il supporto per l'autenticazione SMB non è a conoscenza delle home directory, UID o delle shell. Se abilitate SMB sarà necessario rendere noti gli account degli utenti alle workstation tramite l'abilitazione di LDAP, NIS o Hesiod oppure utilizzando il comando /usr/sbin/useradd.
  • --smbservers= — Indica il nome dei server da usare per l'autenticazione di tipo SMB. Quando si specifica più di un server separare ogni nome con una virgola (,).
  • --smbworkgroup= — Indica il nome del workgroup per i server SMB.
  • --enablecache — Abilita il servizio nscd. Il servizio nscd è in grado di archiviare in cache le informazioni riguardanti gli utenti, i gruppi insieme ad altri tipi di informazioni. Tale processo è utile in special modo se si sceglie di distribuire le informazioni sugli utenti e sui gruppi, attraverso la rete utilizzando NIS, LDAP o hesiod.
  • --passalgo — Per impostare l'algoritmo SHA-256 eseguire il comando authconfig --passalgo=sha256 --kickstart.
    Per impostare l'algoritmo SHA-512 eseguire authconfig --passalgo=sha512 --kickstart.
    Se presente rimuovere l'opzione --enablemd5.
autopart (facoltativo)
Creare automaticamente le partizioni — 1 GB o più per la partizione root (/), una partizione swap ed una partizione boot appropriata per l'architettura. Le dimensioni della partizione di default possono essere ridefinite con la direttiva part.
  • --encrypted — I dispositivi supportati devono essere cifrati in modo predefinito? Questo è equivalente a selezionare la casella Cifra sulla schermata iniziale del partizionamento.
  • --passphrase= — Fornisce una frase d'accesso predefinita per l'intero sistema per tutti i dispositivi cifrati.
  • --escrowcert=URL_of_X.509_certificate — Archivia le chiavi di cifratura dei dati di tutti i volumi cifrati come file in /root, utilizzando il certificato X.509 dall'URL specificato con URL_of_X.509_certificate. Le chiavi sono archiviate come un file separato per ogni volume cifrato. Questa opzione può essere utile solo se si specifica --encrypted.
  • --backuppassphrase= — Aggiunge una frase di accesso randomica ad ogni volume cifrato. Archivia le suddette frasi di accesso in file separati in /root, cifrate usando il certificato X.509 specificato con --escrowcert. Questa opzione è utile se --escrowcert viene specificato.
autostep (facoltativo)
Simile a interactive ad eccezione del fatto che passa alla schermata successiva. Viene utilizzato in particolare per il debugging.
  • --autoscreenshot — Cattura una schermata ad ogni fase durante l'installazione e copia le immagini su /root/anaconda-screenshots dopo il completamento dell'installazione. Questo processo risulta essere molto utile per la documentazione.
bootloader (necessario)
Specifica come installare il boot loader. Questa opzione è necessaria sia per le installazioni che per gli aggiornamenti.

Importante

Se si seleziona la modalità testo per una installazione kickstart, assicurarsi di specificare le scelte per il partizionamento, il bootloader e le opzioni di scelta dei pacchetti. Questi punti sono automatizzati nella modalità testo e anaconda non può richiedere informazioni mancanti, se non si forniscono scelte per queste opzioni, anaconda interromperà il processo di installazione.
  • --append= — Specifica i parametri del Kernel. Per specificare parametri multipli, separarli con gli spazi. Per esempio:
    bootloader --location=mbr --append="hdd=ide-scsi ide=nodma"
  • --driveorder — Specifica quale unità è il primo nell'ordine di avvio del BIOS. Per esempio:
    bootloader --driveorder=sda,hda
  • --location= — Specifica dove è stato scritto il boot record. Di seguito sono riportati i valori validi: mbr (il predefinito), partition (installa il boot loader sul primo settore della partizione contenete il kernel) o none (non installare il boot loader).
  • --password= — Se si usa GRUB, impostare la password del boot loader GRUB su quella specificata con questa opzione. Questo deve essere utilizzato per limitare l'accesso alla shell di GRUB, dove è possibile passare le opzioni arbitrarie del kernel.
  • --md5pass= — Se si usa GRUB, il processo è simile a --password= ad eccezione del fatto che la password dovrebbe essere già cifrata.
  • --upgrade — Aggiorna la configurazione del boot loader esistente, conservando le vecchie voci. Quest'opzione è disponibile solo per gli avanzamenti di sistema.
clearpart (opzionale)
Rimuove le partizioni dal sistema prima di crearne di nuove. Per impostazione predefinita non viene rimossa alcuna partizione.

Nota

Se si usa il comando clearpart, allora non sarà possibile usare il comando --onpart su di una partizione logica.
  • --all — Cancella tutte le partizioni dal sistema.
  • --drives= — Specifica le unità dalle quali cancellare le partizioni. Per esempio, quanto segue permette la cancellazione di tutte le partizioni sulle prime due unità sul controller IDE primario:
    clearpart --drives=hda,hdb --all
    Per cancellare un dispositivo multipath che non utilizza un logical volume management (LVM), usare il formato disk/by-id/dm-uuid-mpath-WWID, dove WWID è il world-wide identifier per il dispositivo. Per esempio, per cancellare un disco con WWID 2416CD96995134CA5D787F00A5AA11017, usare:
    clearpart --drives=disk/by-id/dm-uuid-mpath-2416CD96995134CA5D787F00A5AA11017
    I dispositivi multipath che utilizzano LVM non vengono assemblati fino a quando anaconda ha completato l'analisi del file kickstart. Per questo motivo non è possibile specificare i suddetti dispositivi nel formato dm-uuid-mpath. Per cancellare un dispositivo multipath che utilizza LVM, usare il formato disk/by-id/scsi-WWID, dove WWID è il world-wide identifier per il dispositivo. Per esempio, per cancellare un disco con WWID 58095BEC5510947BE8C0360F604351918, usare:
    clearpart --drives=disk/by-id/scsi-58095BEC5510947BE8C0360F604351918

    Avvertimento

    I nomi del dispositivo come ad esempio mpatha non sono specifici ad un disco particolare. Il disco /dev/mpatha durante l'installazione potrebbe non essere quello previsto. Per questo motivo il comando clearpart potrebbe usare quello non corretto.
  • --initlabel — Inizializza l'etichetta del disco come predefinita per l'architettura (per esempio msdos per x86). È utile in quanto il programma d'installazione non richiederà se inizializzare o meno l'etichetta del disco se si installa un hard drive nuovo.
  • --linux — Cancella tutte le partizioni Linux.
  • --none (predefinito) — Non rimuove nessuna partizione.
cmdline (opzionale)
Esegue l'installazione in una modalità a linea di comando completamente non interattiva. Qualsiasi prompt per l'interazione arresterà il processo di installazione. Questa modalità è particolarmente utile sui sistemi IBM System z con terminale 3270 con z/VM e con applet dei messaggi del sistema operativo su LPAR. È consigliato il suo utilizzo con RUNKS=1 e ks=. Consultate Sezione 26.6, «Parametri per le installazioni kickstart».
device (opzionale)
Sulla maggior parte dei sistemi PCI il programma d'installazione esegue l'autoprobe corretto per le schede SCSI ed Ethernet. Sui sistemi più vecchi e su alcuni sistemi PCI, tuttavia, kickstart necessita di assistenza per trovare i dispositivi corretti. Il comando device, il quale indica al programma d'installazione di installare moduli aggiuntivi, è nel seguente formato:
dispositivo <moduleName> --opts=<options>
  • <moduleName> — Sostituire con il nome del modulo del kernel da installare.
  • --opts= — Opzioni da passare al modulo del kernel. Per esempio:
    --opts="aic152x=0x340 io=11"
    
driverdisk (opzionale)
I dischetti del driver possono essere utilizzati durante le installazioni kickstart. È necessario copiare i contenuti del dischetto del driver nella directory root di una partizione sull'hard drive del sistema. Successivamente sarà necessario utilizzare il comando driverdisk, per indicare al programma di installazione dove trovare il driver disk.
driverdisk <partition> --source=<url> --biospart=<biospart> [--type=<fstype>]
Alternativamente, può essere specificata una posizione di rete per il dischetto dell'unità:
driverdisk --source=ftp://path/to/dd.img
driverdisk --source=http://path/to/dd.img
driverdisk --source=nfs:host:/path/to/img
  • <partition> — Partizione contenente il driver disk.
  • <url> — URL per il driver disk. Le posizioni NFS possono essere specificate con un formato nfs:host:/path/to/img.
  • <biospart> — Partizione BIOS contenente il driver disk (per esempio 82p2).
  • --type= — Tipo di File system (per esempio, vfat o ext2).
firewall (opzionale)
Questa opzione corrisponde alla schermata Configurazione Firewall nel programma d'installazione:
firewall --enabled|--disabled [--trust=] <device> <incoming> [--port=]
  • --enabled or --enable — Rifiuta i collegamenti in entrata che non corrispondono alle richieste in uscita, come ad esempio le repliche DNS o le richieste DHCP. Se è necessario l'accesso ai servizi in esecuzione su questa macchina, è possibile scegliere di abilitare servizi specifici attraverso il firewall.
  • --disabled o --disable — Non configura le regole di iptables.
  • --trust= — Elencando qui un dispositivo, ad esempio eth0, si permette a tutto il traffico che arriva dal dispositivo in questione di passare attraverso il firewall. Per elencare più di un dispositivo utilizzare il comando --trust eth0 --trust eth1. Non utilizzare un formato che utilizza le virgole per la separazione come ad esempio --trust eth0, eth1.
  • <incoming> — Sostituire con una o più delle seguenti opzioni per poter autorizzare i servizi specificati a passare attraverso il firewall.
    • --ssh
    • --telnet
    • --smtp
    • --http
    • --https
    • --ftp
  • --port= — Si può abilitare l'accesso ad altre porte specificando il formato port:protocol. Per esempio, per permettere l'accesso IMAP attraverso il firewall, specificare: imap:tcp. E' inoltre possibile indicare numericamente le porte per autorizzare il passaggio di pacchetti UDP sulla porta 1234, inserire 1234:udp. Per specificare più porte è necessario separarle con delle virgole.
firstboot (opzionale)
Determina se avviare firstboot al primo avvio del sistema. Se abilitato il pacchetto firstboot deve essere installato. Se questa opzione non è stata specificata l'impostazione predefinita è opzione disabilitata.
  • --enable o --enabledSetup Agent viene avviato al primo avvio del sistema.
  • --disable or --disabledSetup Agent non viene avviato al primo avvio del sistema.
  • --reconfig — Permette al Setup Agent di avviarsi al momento dell'avvio del sistema in modalità di riconfigurazione. Questa modalità abilita le opzioni di configurazionedella lingua, del mouse, della tastiera, della password root, del livello di sicurezza e del fuso orario, insieme alle opzioni predefinite.
graphical (opzionale)
Esegue una installazione kickstart in modalità grafica. Questa è l'impostazione predefinita.
halt (opzionale)
Esegue l'arresto del sistema dopo aver completato l'installazione. Tale operazione è simile ad una installazione manuale dove anaconda mostra un messaggio ed attende l'input da parte dell'utente prima di eseguire il riavvio. Durante una installazione kickstart, se non avete specificato alcun metodo di completamento, la suddetta opzione verrà usata come impostazione predefinita.
L'opzione halt è equivalente al comando shutdown -h.
Per altri metodi di completamento consultare le opzioni kickstart poweroff, reboot e shutdown.
ignoredisk (facoltativo)
Il programma di installazione ignora i dischi specificati. Ciò è utile se si utilizza autopartition e si desidera assere sicuri che alcuni dischi vengano ignorati. Per esempio, senza ignoredisk, il tentativo di impiegare kickstart su di un SAN-cluster fallirà, poichè l'installatore rileva i percorsi passivi per SAN che non ritornano una tabella delle partizioni.
La sintassi è:
ignoredisk --drives=drive1,drive2,...
dove driveN è uno tra sda, sdb,..., hda,... ecc.
Per ignorare un dispositivo multipath che non utilizza logical volume management (LVM), usare il formato disk/by-id/dm-uuid-mpath-WWID, dove WWID è il world-wide identifier per il dispositivo. Per esempio per ignorare un disco con WWID 2416CD96995134CA5D787F00A5AA11017, usare:
ignoredisk --drives=disk/by-id/dm-uuid-mpath-2416CD96995134CA5D787F00A5AA11017
I dipositivi multipath che utilzizano LVM non vengono assemblati fino a quando anaconda non termina di analizzare il file kickstart. Per questo motivo non sarà possibile specificare questi dispositivi nel formato dm-uuid-mpath. Al contrario per ignorare un dispositivo multipath che utilizza LVM, usare il formato disk/by-id/scsi-WWID, dove WWID è il world-wide identifier per il dispositivo. Per esempio per ignorare un disco con WWID 58095BEC5510947BE8C0360F604351918, ussare:
ignoredisk --drives=disk/by-id/scsi-58095BEC5510947BE8C0360F604351918

Avvertimento

I nomi dei dispositivi come mpatha non sono specifici ad un disco particolare. Il disco /dev/mpatha durante l'installazione potrebbe non essere quello previsto. Per questo motivo il comando ignoredisk potrebbe prendere in considerazione il disco non corretto.
  • --only-use — specifica un elenco di dischi utilizzabili da parte del programma di installazione. Tutti gli altri dischi verranno ignorati. Per esempio, per utilizzare sda durante l'installazione ed ignorare tutti gli altri dischi:
    ignoredisk --only-use=sda
    Per includere un dispositivo multipath che non utilizza LVM:
    ignoredisk --only-use=disk/by-id/dm-uuid-mpath-2416CD96995134CA5D787F00A5AA11017
    Per includere un dispositivo multipath che utilizza LVM:
    ignoredisk --only-use=disk/by-id/scsi-58095BEC5510947BE8C0360F604351918
install (opzionale)
Indica al sistema di installare un nuovo sistema invece di eseguire un aggiornamento di quello esistente. Questa è la modalità predefinita. Per l'installazione è necessario specificare il tipo di installazione se da cdrom, harddrive, nfs o url (per installazioni FTP, HTTP, o HTTPS). Il comando install ed il comando del metodo d'installazione devono essere su righe separate.
  • cdrom — Installazione dalla prima unità ottica sul sistema.
  • harddrive — Installa da un albero di installazione di Red Hat su una unità locale, la quale deve essere vfat o ext2.
    • --biospart=
      Partizione BIOS da installare da (ad esempio 82).
    • --partition=
      Partizione da installare da (ad esempio sdb2).
    • --dir=
      Directory contenente la directory variant dell'albero d'installazione.
    Per esempio:
    harddrive --partition=hdb2 --dir=/tmp/install-tree
  • nfs — Installa dal server NFS specificato.
    • --server=
      Server dal quale installare (hostname o IP).
    • --dir=
      Directory contenente la directory variant dell'albero d'installazione.
    • --opts=
      Opzioni di montaggio da usare per montare l'esportazione NFS. (opzionale)
    Per esempio:
    nfs --server=nfsserver.example.com --dir=/tmp/install-tree
  • url — Installa da un albero di installazione su un server remoto via FTP, HTTP, o HTTPS.
    Per esempio:
    url --url http://<server>/<dir>
    o:
    url --url ftp://<username>:<password>@<server>/<dir>
interactive (opzionale)
Utilizzare le informazioni presenti nel file kickstart durante l'installazione per fornire i valori predefiniti. Durante l'installazione anaconda richiede l'intervento dell'utente ad ogni fase. Si possono accettare i valori selezionando Avanti oppure modificarli per poi selezionare Avanti per continuare. A tale proposito consultare il comando autostep.
iscsi (opzionale)
iscsi --ipaddr= [options].
Specifica uno storage iSCSI aggiuntivo da collegare durante l'installazione. Se utilizzate il parametro iscsi sarà necessario assegnare anche un nome al nodo iSCSI usando il parametro iscsiname utilizzandolo prima nel file di kickstart.
Quando possibile è consigliato configurare lo storage iSCSI nel BIOS del sistema o firmware (iBFT per sistemi Intel) e non usare il parametro iscsi. Anaconda rileva automaticamente ed utilizza i dischi configurati nel BIOS o firmware senza alcuna configurazione particolare nel file kickstart.
Se risulta necessario utilizzare il parametro iscsi assicurarsi che il networking sia stato attivato all'inizio dell'installazione e che il parametro iscsi, all'interno del file kickstart, sia posizionato prima del riferimento ai dischi iSCSI con parametri come clearpart o ignoredisk.
  • --port= (obbligatorio) — il numero della porta (generalmente, --port=3260)
  • --user= — il nome utente necessario per l'autenticazione con il target
  • --password= — la password che corrisponde al nome utente specificato per il target
  • --reverse-user= — il nome utente necessario per l'autenticazione con l'inizializzatore da un target che utilizza l'autenticazione CHAP inversa.
  • --reverse-password= — la password che corrisponde al nome utente specificato per l'inizializzatore
iscsiname (opzionale)
Assegna un nome ad un nodo iSCSI specificato dal parametro iscsi. Se utilizzate il parametro iscsi nel file kickstart, è necessario specificare prima iscsiname nel file di kickstart.
keyboard (necessario)
Imposta il tipo di tastiera predefinita per il sistema. Le tipologie disponibili sono:
  • be-latin1 — belga
  • bg_bds-utf8 — bulgaro
  • bg_pho-utf8 — bulgaro (fonetico)
  • br-abnt2 — brasiliano (ABNT2)
  • cf — francese canadese
  • croat — croato
  • cz-us-qwertz — ceco
  • cz-lat2 — ceco (qwerty)
  • de — tedesco
  • de-latin1 — tedesco (latin1)
  • de-latin1-nodeadkeys — tedesco (latin1 senza le dead keys)
  • dvorak — Dvorak
  • dk — danese
  • dk-latin1 — danese (latin1)
  • es — spagnolo
  • et — estone
  • fi — finlandese
  • fi-latin1 — finlandese (latin1)
  • fr — francese
  • fr-latin9 — francese (latin9)
  • fr-latin1 — francese (latin1)
  • fr-pc — francese
  • fr_CH — francese svizzero
  • fr_CH-latin1 — svizzero francese (latin1)
  • gr — greco
  • hu — ungherese
  • hu101 — ungherese (101 key)
  • is-latin1 — islandese
  • it — italiano
  • it-ibm — italiano (IBM)
  • it2 — italiano (it2)
  • jp106 — giapponese
  • ko — coreano
  • la-latin1 — latino americano
  • mk-utf — macedone
  • nl — olandese
  • no — norvegese
  • pl2 — polacco
  • pt-latin1 — portoghese
  • ro — rumeno
  • ru — russo
  • sr-cy — serbo
  • sr-latin — serbo (latin)
  • sv-latin1 — svedese
  • sg — svizzero tedesco
  • sg-latin1 — svizzero tedesco (latin1)
  • sk-qwerty — slovacco (qwerty)
  • slovene — sloveno
  • trq — turco
  • uk — Regno Unito
  • ua-utf — ucraino
  • us-acentos — U.S. Internazionale
  • us — inglese americano
Il file /usr/lib/python2.6/site-packages/system_config_keyboard/keyboard_models.py sui sistemi a 32-bit o /usr/lib64/python2.6/site-packages/system_config_keyboard/keyboard_models.py a 64-bit contengono anche questo elenco ed è parte del pacchetto system-config-keyboard.
lang (richiesto)
Imposta la lingua da utilizzare durante l'installazione insieme alla lingua predefinita da utilizzare sul sistema installato. Per esempio, per impostare la lingua su Inglese, il file kickstart dovrebbe contenere la seguente riga:
lang en_US
Il file /usr/share/system-config-language/locale-list fornisce un elenco di codici validi della lingua nella prima colonna di ogni riga e fa parte del pacchetto system-config-language.
Alcune lingue (per esempio il Cinese, il Giapponese, il Coreano e le lingue indiane) non sono supportate durante l'installazione in modalità di testo. Se una di queste lingue viene specificata usando il comando lang, l'installazione continuerà in inglese anche se il sistema in esecuzione avrà come predefinita la lingua specificata.
langsupport (deprecato)
La parola chiave langsupport non viene più supportata ed il suo utilizzo genera un messaggio d'errore visualizzato sulla schermata, causando l'arresto dell'installazione. Invece di utilizzare langsupport sarà necessario ora elencare i gruppi di supporto del pacchetto per tutte le lingue da supportare nella sezione %packages del file kickstart. Per esempio, l'aggiunta del supporto per la lingua Francese, significherà aggiungere quanto segue a %packages:
@french-support
logging (facoltativo)
Questo comando controlla l'error logging di anaconda durante l'installazione. Non presenta alcun effetto sul sistema installato.
  • --host= — Invia le informazioni di logging all'host remoto interessato, il quale deve eseguire un processo syslogd configurato per accettare il logging remoto.
  • --port= — Se il processo syslogd remoto utilizza una porta diversa da quella predefinita, tale porta può essere specificata con questa opzione.
  • --level= — Uno tra debug, info, warning, error o critical.
    Specifica il livello minimo di messaggi visualizzati su tty3. Tuttavia tutti i messaggi verranno ancora inviati al log file indipendentemente da questo livello.
logvol (facoltativo)
Crea un volume logico per la gestione LVM (Logical Volume Managment) con la sintassi:
logvol <mntpoint> --vgname=<name> --size=<size> --name=<name> <options>
Le opzioni sono elencate qui di seguito:
  • --noformat — Usa un volume logico esistente e non lo formatta.
  • --useexisting — Usa un volume logico esistente e non lo formatta.
  • --fstype= — Imposta il tipo di file system per il volume logico. I valori validi sono xfs, ext2, ext3, ext4, swap, vfat e hfs.
  • --fsoptions= — Specifica una stringa con forma libera di opzioni da usare quando si esegue il mount del file system. Questa stringa verrà copiata nel file /etc/fstab del sistema installato racchiuso tra virgolette.
  • --grow= — Indica al volume logico di espandersi fino ad occupare lo spazio disponibile (se presente), oppure fino alla misura massima impostata.
  • --maxsize= — Dimensione massima in megabyte quando il volume logico è impostato su grow. Specificare un valore intero, 500, (senza aggiungere l'unità).
  • --recommended= — Determina la dimensione del volume logico automaticamente.
  • --percent= — Specifica la quantità usata per aumentare il volume logico come percentuale dello spazio disponibile nel gruppo di volumi, dopo aver considerato qualsiasi volume logico ridimensionato staticamente. Questa opzione deve essere usata insieme con le opzioni --size e --grow per logvol.
  • --encrypted — Specifica che il volume logico deve essere criptato usando una frase d'accesso tramite l'opzione --passphrase. Se non viene specificata una frase d'accesso anaconda utilizzerà quella predefinita impostata con il comando autopart --passphrase, oppure arresterà l'installazione richiedendo l'inserimento di una nuova frase d'accesso se quella predefinita risulta mancante.
  • --passphrase= — Specifica la frase d'accesso da usare quando si cifra questo volume logico. Senza l'opzione --encrypted, questo comando non fà nulla.
  • --escrowcert=URL_of_X.509_certificate — Archivia le chiavi di cifratura dei dati di tutti i volumi cifrati come file in /root, utilizzando il certificato X.509 dall'URL specificato con URL_of_X.509_certificate. Le chiavi sono archiviate come un file separato per ogni volume cifrato. Questa opzione può essere utile solo se si specifica --encrypted.
  • --backuppassphrase= — Aggiunge una frase di accesso randomica ad ogni volume cifrato. Archivia le suddette frasi di accesso in file separati in /root, cifrate usando il certificato X.509 specificato con --escrowcert. Questa opzione è utile se --escrowcert viene specificato.
Crea innanzitutto la partizione, quindi il gruppo di volume logico e infine il volume logico stesso. Per esempio:
part pv.01 --size 3000 
volgroup myvg pv.01
logvol / --vgname=myvg --size=2000 --name=rootvol
Crea prima la partizione, quindi il gruppo di volumi logici ed infine il volume logico per occupare il 90% dello spazio rimanente nel gruppo di volumi. Per esempio:
part pv.01 --size 1 --grow
volgroup myvg pv.01
logvol / --vgname=myvg --size=1 --name=rootvol --grow --percent=90
mediacheck (facoltativo)
Se presente, tale comando forzerà anaconda ad eseguire il mediacheck sul supporto d'installazione. Esso ha bisogno della presenza dell'utene durante l'installazione, per questo motivo è disabilitato per impostazione predefinita.
monitor (facoltativo)
Se il comando monitor non viene fornito, anaconda userà X in modo da rilevare automaticamente le impostazioni del monitor. È consigliato provare questo comando prima di configurare manualmente il monitor.
  • --hsync= — Indica la frequenza orizzontale del monitor.
  • --monitor= — Utilizza il monitor specificato; il nome del monitor dovrebbe essere selezionato dall'elenco di monitor in /usr/share/hwdata/MonitorsDB dal pacchetto hwdata. L'elenco di monitor è disponibile anche sulla schermata di configurazione di X del Kickstart Configurator. Verrà ignorato se vengono forniti --hsync o --vsync. Se non vengono fornite informazioni sul monitor, il programma d'installazione cercherà di ottenerle in modo automatico.
  • --noprobe= — Non prova ad eseguire il probe del monitor.
  • --vsync= — Specifica la frequenza verticale del monitor.
mouse (deprecato)
La tastiera del mouse non è supportata.
network (facoltativo)
Configura le informazioni di rete per il sistema target ed attiva i dispositivi di rete nell'ambiente dell'installer. Il dispositivo specificato nel primo comando network viene attivato automaticamente se è necessario accedere alla rete durante l'installazione, per esempio, durante una installazione di rete o installazione attraverso VNC. A partire da Red Hat Enterprise Linux 6.1 sarà possibile attivare il dispositivo nell'ambiente dell'installer utilizzando l'opzione --activate.

Importante

Se è necessario specificare manualemente le impostazioni di rete durante una installazione kickstart non utilizzare network. Al contrario avviare il sistema con l'opzione asknetwork (consultare Sezione 32.10, «Avvio di una installazione kickstart»), la quale indicherà ad anaconda di richiedere l'inserimento delle impostazioni di rete senza utilizzare quelle predefinite. anaconda eseguirà tale richiesta prima di recuperare il file di kickstart.
Una volta stabilito il collegamento sarà possibile riconfigurare solo le impostazioni di rete con quelle specificate nel file di kickstart.

Nota

Sarà necessario fornire solo le informazioni relative alla vostra rete:
  • prima di recuperare il file di kickstart se si utilizza l'opzione d'avvio asknetwork
  • dopo l'accesso alla rete una volta recuperato il file di kickstart; se la rete non è stata utilizzata per la fase di recupero e se non sono stati forniti i comandi di rete kickstart.
  • --activate — attiva questo dispositivo nell'ambiente dell'installer.
    Se utilizzate l'opzione --activate su un dispositivo precedentemente attivato (per esempio, una interfaccia configurata con le opzioni d'avvio in modo tale che il sistema sia in grado di recuperare il file di kickstart) il dispositivo verrà nuovamente attivato utilizzando così le informazioni specificate nel file di kickstart.
    Utilizzare --nodefroute per impedire al dispositivo di utilizzare l'instradamento predefinito.
    activate è una nuova opzione di Red Hat Enterprise Linux 6.1.
  • --bootproto= — Uno tra dhcp, bootp, ibft, o static.
    ibft è una nuova opzione di Red Hat Enterprise Linux 6.1.
    bootproto assume come predefinito dhcp. bootp e dhcp vengono trattati allo stesso modo.
    Il metodo DHCP si serve di un server DHCP per ottenere la propria configurazione di rete. Com'è intuibile, il metodo BOOTP si serve di un server BOOTP. Per indicare al sistema di utilizzare DHCP:
    network --bootproto=dhcp
    Invece, per indicare alla macchina di utilizzare BOOTP per ottenere i parametri di configurazione per la propria rete, inserire la seguente linea nel file kickstart:
    network --bootproto=bootp
    Per indicare alla macchina di utilizzare la configurazione specificata in iBFT usare:
    network --bootproto=ibft
    Con il metodo statico è necessario specificare l'indirizzo IP, la maschera di rete, il gateway ed il nameserver nel file di kickstart. Come indicato dal nome queste informazioni sono statiche e possono essere usate durante e subito dopo il processo di installazione.
    Tutte le informazioni sulla configurazione del networking statico devono essere specificate su una riga; non sarà possibile interrompere le righe usando il carattere backslash in modo simile alla linea di comando. Una riga che specifica il networking statico in un file kickstart è quindi più complessa delle righe che specificano DHCP, BOOTP, o iBFT. Da notare che in questo esempio le righe sono interrotte al solo scopo di presentazione; esse non sono idonee per un file di kickstart.
    network --bootproto=static --ip=10.0.2.15 --netmask=255.255.255.0
     --gateway=10.0.2.254 --nameserver=10.0.2.1
    
    Qui è anche possibile configurare server dei nomi multipli. Per fare questo specificateli in un elenco delimitato da virgole nella linea di comando.
    network --bootproto=static --ip=10.0.2.15 --netmask=255.255.255.0
     --gateway=10.0.2.254 --nameserver 192.168.2.1,192.168.3.1
    
  • --device= — specifica il dispositivo da configurare (ed eventualmente da attivare) con il comando network. Per il primo comando network, --device= esegue il default (in ordine di preferenze) su uno tra:
    1. dispositivo specificato dall'opzione d'avvio ksdevice
    2. dispositivo attivato automaticamente per riprendere il file di kickstart
    3. dispositivo selezionato nel dialogo Dispositivi di Networking
    Il comportamento di qualsiasi comando network successivo non viene specificato se la rispettiva opzione --device non è presente. Assicuratevi di specificare l'opzione --device per qualsiasi comando di rete usato dopo il primo.
    Specificare un dispositivo in uno dei seguenti modi:
    • nome del dispositivo dell'interfaccia per esempio eth0
    • l'indirizzo MAC dell'interfaccia per esempio, 00:12:34:56:78:9a
    • la parola chiave link, la quale specifica la prima interfaccia con il proprio link con stato up
    • la parola chiave bootif, la quale utilizza l'indirizzo MAC impostato da pxelinux nella variabile BOOTIF. Impostare IPAPPEND 2 nel file pxelinux.cfg per far si che pxelinux imposti la variabile BOOTIF.
    • usando ibft la quale utilizza l'indirizzo MAC dell'interfaccia specificata da iBFT
    network --bootproto=dhcp --device=eth0
  • --ip= — Indirizzo IP del dispositivo.
  • --ipv6= — Indirizzo IPv6 del dispositivo, o auto per utilizzare la scoperta del vicinato automatica, o dhcp per utilizzare DHCPv6.
  • --gateway= — Gateway predefinito come indirizzo IPv4 o IPv6 singolo.
  • --nameserver= — Nameserver primario, come un indirizzo IP. Nameserver multipli devono essere separati da una virgola.
  • --nodefroute — Impedisce l'impostazione dell'interfaccia come instradamento predefinito. Utilizzate questa opzione quando attivate i dispositivi aggiuntivi con --activate=, per esempio, un NIC su una sottorete separata per un target iSCSI.
    nodefroute è una nuova opzione di Red Hat Enterprise Linux 6.1.
  • --nodns — Non configura alcun server DNS.
  • --netmask= — Maschera di rete del dispositivo.
  • --hostname= — Nome dell'host per il sistema installato.
  • --ethtool= — Specifica le impostazioni aggiuntive low-level per il dispositivo di rete, le quali verranno passate al programma ethtool.
  • --onboot= — Se abilitare o meno il dispositivo al momento dell'avvio.
  • --dhcpclass= — La classe DHCP.
  • --mtu= — L'MTU del dispositivo.
  • --noipv4 — Disabilita IPv4 su questo dispositivo.
  • --noipv6 — Disabilita IPv6 su questo dispositivo.
part o partizione (richiesta per le installazioni, ignorata per gli aggiornamenti)
Crea una partizione sul sistema.
Se sul sistema sono presenti su diverse partizioni più di una installazione di Red Hat Enterprise Linux, il programma d'installazione richiede all'utente quale installazione deve aggiornare.

Avvertimento

Tutte le partizioni create sono formattate come parte del processo d'installazione, a meno che non vengono usati --noformat e --onpart.

Importante

Se si seleziona la modalità testo per una installazione kickstart, assicurarsi di specificare le scelte per il partizionamento, il bootloader e le opzioni di scelta dei pacchetti. Questi punti sono automatizzati nella modalità testo e anaconda non può richiedere informazioni mancanti, se non si forniscono scelte per queste opzioni, anaconda interromperà il processo di installazione.
Per un esempio più dettagliato di part, consultare la Sezione 32.4.1, «Esempio di partizionamento avanzato».
  • <mntpointmultipath --name= --device= --rule=> — Il <mntpoint> è la posizione per il montaggio della partizione e può essere uno deli seguenti:
    • /<path>
      Per esempio, /, /usr, /home
    • swap
      La partizione viene usata come spazio di swap.
      Per determinare automaticamente la dimensione della partizione swap, usare l'opzione --recommended:
      swap --recommended
      La dimensione assegnata sarà effettiva ma non calibrata in modo preciso per il sistema.
      Se desiderate impostare la partizione di swap in modo più preciso consultate Sezione 9.15.5, «Schema di partizionamento consigliato» architetture x86, AMD64 e Intel 64 e Sezione 16.17.5, «Schema di partizionamento consigliato» per IBM POWER.
    • raid.<id>
      La partizione è usata per il software RAID (consultare raid).
    • pv.<id>
      La partizione viene usata per LVM (consultare logvol).
  • --size= — La dimensione minima della partizione, misurata in megabyte. Indicare un valore intero, come per esempio 500 (non aggiungere l'unità).

    Importante

    Se --size è troppo piccolo l'installazione fallirà. Impostare il valore di --size come quantità minima di spazio necessaria. Per informazioni consultate Sezione 9.15.5, «Schema di partizionamento consigliato».
  • --grow — Indica alla partizione di "allargarsi" e di occupare tutto lo spazio disponibile oppure di raggiungere la dimensione massima impostata.

    Nota

    Se si utilizza --grow= senza impostare --maxsize= su una partizione swap, Anaconda limiterà la dimensione massima della partizione di swap. Per sistemi che hanno meno di 2GB di memoria fisica, il limite imposto è del doppio della memoria fisica. Per sistemi con più di 2GB il limite imposto è la dimensione della memoria fisica più 2GB.
  • --maxsize= — Imposta la dimensione massima della partizione in megabyte nel caso sia stata selezionata l'opzione grow. Specificare un valore intero, 500, (senza aggiungere l'unità).
  • --noformat — Indica di non formattare la partizione, da utilizzare con il comando --onpart.
  • --onpart= o --usepart= — Specifica il dispositivo sul quale posizionare la partizione. Per esempio:
    partition /home --onpart=hda1
    inserisce /home su /dev/hda1.
    Il dispositivo deve essere presente sul sistema; l'opzione --onpart non sarà in grado di crearlo.
  • --ondisk= o --ondrive= — Forza la creazione di una partizione su di un disco in particolare. Per esempio --ondisk=sdb inserisce la partizione sul secondo disco SCSI sul sistema.
    Per specificare un dispositivo multipath che non utilizza un logical volume management (LVM), usare il formato disk/by-id/dm-uuid-mpath-WWID, dove WWID è il world-wide identifier per il dispositivo. Per esempio per specificare un disco con WWID 2416CD96995134CA5D787F00A5AA11017, ussare:
    part / --fstype=ext3 --grow --asprimary --size=100 --ondisk=disk/by-id/dm-uuid-mpath-2416CD96995134CA5D787F00A5AA11017
    I dispositivi che utilizzano LVM non sono assemblati fino a quando anaconda non tormina l'analisi del file kickstart. Per questo motivo non sarà possibile specificare i suddetti dispositivi nel formato dm-uuid-mpath. Al contrario per specificare un dispositivo multipath che utilizza LVM, ussare il formato disk/by-id/scsi-WWID, dove WWID è il world-wide identifier per il dispositivo. Per esempio per specificare un disco con WWID 58095BEC5510947BE8C0360F604351918, usare:
    part / --fstype=ext3 --grow --asprimary --size=100 --ondisk=disk/by-id/scsi-58095BEC5510947BE8C0360F604351918

    Avvertimento

    I nomi del dispositivo come ad esempio mpatha non sono specifici ad un disco particolare. Il disco /dev/mpatha durante l'installazione potrebbe non essere quello previsto. Per questo motivo il comando part potrebbe usare quello non corretto.
  • --asprimary — Forza l'assegnazione automatica della partizione come partizione primaria, o il partizionamento fallirà.
  • --type= (sostituito da fstype) — Questa opzione non è più disponibile. Usare fstype.
  • --fsoptions — Specifica una stringa con forma libera di opzioni da usare quando si esegue il mount del file system. Questa stringa verrà copiata nel file /etc/fstab del sistema installato racchiuso tra virgolette.
  • --fsprofile — Specifica un tipo di utilizzo da passare al programma usato per la creaione di un file system su questa partizione. Il tipo di utilizzo definisce una varietà di parametri di regolazione da usare durante la creazione del file system. Per usufruire di questa funzione il file system dovrà supportare i diversi tipi di utilizzo e sarà necessario altresì essere in possesso di un file di configurazione in grado di elencare le diverse tipologie valide. Per ext2, ext3, e ext4, questo file di configurazione è /etc/mke2fs.conf.
  • --fstype= — Imposta il tipo di filesystem per la partizione. Valori validi sono xfs, ext2, ext3, ext4, swap, vfat e hfs.
  • --recommended — Determina automaticamente la dimensione della partizione.
  • --onbiosdisk — Forza la creazione della partizione su di un disco in particolare, come scoperto dal BIOS.
  • --encrypted — Specifica che la partizione deve essere criptata usando una frase d'accesso tramite l'opzione --passphrase. Se non viene specificata una frase d'accesso anaconda utilizzerà quella predefinita impostata con il comando autopart --passphrase, oppure arresterà l'installazione richiedendo l'inserimento di una nuova frase d'accesso se quella predefinita risulta mancante.
  • --passphrase= — Specifica la frase d'accesso da usare quando si cifra questo volume logico. Senza l'opzione --encrypted, questo comando non fà nulla.
  • --escrowcert=URL_of_X.509_certificate — Conserva le chiavi di cifratura dei dati di tutte le partizioni cifrate sotto forma di file in /root, utilizzando il certificato X.509 dall'URL specificato con URL_of_X.509_certificate. Le chiavi sono archiviate come un file separato per ogni partizione cifrata. Questa opzione può essere utile solo se si specifica --encrypted.
  • --backuppassphrase= — Aggiunge una frase di accesso randomica ad ogni partizione cifrata. Archiviare le suddette frasi di accesso in file separati in /root, cifrate usando il certificato X.509 specificato con --escrowcert. Questa opzione è utile se --escrowcert viene specificato.
  • --label= — assegna una etichetta ad una partizione individuale.

Nota

Se per qualche motivo il partizionamento fallisce, verranno visualizzati alcuni messaggi diagnostici sulla console virtule 3.
poweroff (facoltativo)
Arresta e disalimenta il sistema dopo il completamento dell'installazione. Normalmente durante una installazione manuale anaconda mostra un messaggio ed attende l'input dell'utente prima di eseguire il riavvio. Durante una installazione kickstart, se non avete specificato alcun metodo di completamento, verrà usata l'opzione halt come impostazione predefinita.
L'opzione poweroff è equivalente al comando shutdown -p.

Nota

L'opzione poweroff dipende dal tipo di hardware del sistema in uso. In modo specifico, alcuni componenti hardware come ad esempio BIOS, APM (advanced power management), e ACPI (advanced configuration and power interface), devono essere in grado di interagire con il kernel del sistema. Contattate l'azienda produttrice per maggiori informazioni sulle capacità APM/ACPI del sistema.
Per altri metodi di completamento, consultare le opzioni kickstart halt, reboot e shutdown.
raid (facoltativo)
Assembla un dispositivo RAID software. Questo comando ha la forma seguente:
raid <mntpoint> --level=<level> --device=<mddevice> <partitions*>
  • <mntpoint> — Posizione dove è stato montato il file system RAID. Se tale posizione è /, il livello RAID deve essere 1 se non è presente la partizione boot (/boot). Se tale partizione è presente, /boot deve assumere il livello 1 e la partizione root (/) può essere di qualsiasi tipo. <partitions*> (il quale denota che è possibile elencare partizioni multiple) elenca gli identificatori RAID da aggiungere all'array RAID.

    Importante

    Se è stato preparato un dispositivo RAID il quale non è stato riformattato durante l'installazione, assicuratevi che la versione dei metadati RAID sia 0.90 se desiderate inserire le partizioni /boot e PReP sul dispositivo RAID.
    La versione predefinita dei metadati mdadm di Red Hat Enterprise Linux 6 non è supportata per il dispositivo d'avvio.
  • --level= — Livello RAID da usare (0, 1, o 5).
  • --device= — Nome del dispositivo RAID da utilizzare (come per esempio md0 o md1). I dispositivi RAID variano da md0 a md15 e ognuno di essi può essere usato una volta sola.
  • --spares= — Indica il numero di unità spare allocate per l'array RAID. Le unità spare (di riserva) vengono utilizzate per ricostruire l'array in caso di problemi.
  • --fsprofile — Specifica un tipo di utilizzo da passare al programma usato per la creaione di un file system su questa partizione. Il tipo di utilizzo definisce una varietà di parametri di regolazione da usare durante la creazione del file system. Per usufruire di questa funzione il file system dovrà supportare i diversi tipi di utilizzo e sarà necessario altresì essere in possesso di un file di configurazione in grado di elencare le diverse tipologie valide. Per ext2, ext3, e ext4, questo file di configurazione è /etc/mke2fs.conf.
  • --fstype= — Imposta il tipo di filesystem per l'array RAID. I valori ammessi sono xfs, ext2, ext3, ext4, swap, vfat e hfs.
  • --fsoptions= — Specifica una stringa con forma libera di opzioni da usare quando si esegue il mount del file system. Questa stringa verrà copiata nel file /etc/fstab del sistema installato e dovrebbe essere racchiusa tra virgolette.
  • --noformat — Usa un dispositivo RAID esistente e non formatta l'array RAID.
  • --useexisting — Usa un dispositivo RAID esistente e lo riformatta.
  • --encrypted — Specifica che questo dispositivo RAID deve essere criptato usando una frase d'accesso tramite l'opzione --passphrase. Se non viene specificata una frase d'accesso anaconda utilizzerà quella predefinita impostata con il comando autopart --passphrase, oppure arresterà l'installazione richiedendo l'inserimento di una nuova frase d'accesso se quella predefinita risulta mancante.
  • --passphrase= — Specifica la frase d'accesso da usare durante la cifratura di questo dispositivo RAID. Senza l'opzione --encrypted, questo comando non fà nulla.
  • --escrowcert=URL_of_X.509_certificate — Archivia la chiave di cifratura dei dati di questo dispositivo in un file in /root, utilizzando il certificato X.509 dall'URL specificato con URL_of_X.509_certificate. Questa opzione può essere utile solo se si specifica --encrypted.
  • --backuppassphrase= — Aggiunge una frase di accesso randomica a questo dispositivo. Archivia la suddetta frase di accesso in un file in /root, cifrato usando il certificato X.509 specificato con --escrowcert. Questa opzione è utile se --escrowcert viene specificato.
Il seguente esempio mostra come creare una partizione RAID level 1 per / e un RAID level 5 per /usr, assumendo la presenza di tre dischi SCSI sul sistema. Verranno create altresì tre partizioni swap, una su ogni unità.
part raid.01 --size=60 --ondisk=sda
part raid.02 --size=60 --ondisk=sdb 
part raid.03 --size=60 --ondisk=sdc
part swap --size=128 --ondisk=sda  
part swap --size=128 --ondisk=sdb  
part swap --size=128 --ondisk=sdc
part raid.11 --size=1 --grow --ondisk=sda  
part raid.12 --size=1 --grow --ondisk=sdb  
part raid.13 --size=1 --grow --ondisk=sdc
raid / --level=1 --device=md0 raid.01 raid.02 raid.03  
raid /usr --level=5 --device=md1 raid.11 raid.12 raid.13
Per un esempio più completo di raid, consultare la Sezione 32.4.1, «Esempio di partizionamento avanzato».
reboot (facoltativo)
Esegue il riavvio dopo aver completato l'installazione (nessun argomento). Normalmente kickstart visualizza un messaggio ed attende che l'utente prema un tasto prima di riavviare il sistema.
L'opzione reboot è equivalente al comando shutdown -r.
Specificare reboot per automatizzare completamente l'installazione quando si esegue un processo in modalità cmdline su System z.
Per altri metodi di completamento consultare le opzioni kickstart halt, poweroff e shutdown.
L'opzione halt è il metodo di completamento predefinito se non sono stati specificati altri metodi nel file kickstart.

Nota

L'utilizzo dell'opzione reboot potrebbe generare un loop dell'installazione, in base al metodo ed al supporto d'installazione.
repo (facoltativo)
Configura i repositori yum aggiuntivi che possono essere utilizzati come sorgenti per l'installazione dei pacchetti. È possibile specificare righe repo multiple.
repo --name=<repoid> [--baseurl=<url>| --mirrorlist=<url>]
  • --name= — L'id del repositorio. Questa opzione è necessaria.
  • --baseurl= — L'URL del repositorio. Qui le variabili utilizzabili nei file di configurazione yum repo non sono supportate. È possibile utilizzare una di queste opzioni o --mirrorlist, ma non entrambe.
  • --mirrorlist= — L'URL che indica un elenco di mirror per il repositorio. Qui non vengono supportate le variabili usate nei file di configurazione di yum repo. Sarà possibile usare una di queste opzioni o --baseurl, ma non entrambe.
rootpw (necessario)
Imposta la password root del sistema per l'argomento <password>.
rootpw [--iscrypted] <password>
  • --iscrypted — Se questa opzione è presente, la password viene considerata già cifrata.
selinux (opzionale)
Imposta lo stato di SELinux sul sistema installato. In anaconda l'impostazione predefinita di SELinux è su enforcing.
selinux [--disabled|--enforcing|--permissive]
  • --enforcing — Abilita SELinux con la politica in questione impostata in modo predefinito in forzata.

    Nota

    Se l'opzione selinux non è presente nel file kickstart, SELinux viene abilitato ed impostato su --enforcing in modo predefinito.
  • --permissive — Emette i massaggi di avvertimento in base al tipo di politica di SELinux, senza però forzare la politica.
  • --disabled — Disabilita completamente SELinux sul sistema.
Per maggiori informazioni su SELinux per Red Hat Enterprise Linux, consultare la Red Hat Enterprise Linux 6 Deployment Guide.
services (opzionale)
Modifica il set predefinito di servizi eseguiti sotto il runlevel predefinito. L'elenco di servizi disabilitati sarà processato prima dell'elenco dei servizi abilitati. Quindi se un servizio è presente su entrambi gli elenchi esso sarà abilitato.
  • --disabled — Disabilita i servizi, separati da virgole, presenti in un elenco.
  • --enabled — Abilita i servizi, separati da virgole, presenti in un elenco.

Importante

Se si includono spazi nell'elenco di oggetti separati da virgole, kickstart abiliterà solo i servizi prima del primo spazio. Per esempio:
services --disabled auditd, cups,smartd, nfslock
disabiliterà solo il servizio auditd. Per disabilitare tutti e quattro i servizi, questa voce non deve includere spazi fra i servizi:
services --disabled auditd,cups,smartd,nfslock
shutdown (opzionale)
Arresta il sistema dopo il completamento dell'installazione. Durante una installazione kickstart, se non avete specificato alcun metodo di completamento, verrà usata l'opzione halt come impostazione predefinita.
L'opzione shutdown è equivalente al comando shutdown.
Per altri metodi di completamento, consultare le opzioni kickstart halt, reboot e poweroff.
skipx (opzionale)
Se presente, X non è configurato sul sistema installato.

Importante

Se installate un display manager insieme alle opzioni di selezione dei pacchetti, esso creerà una configurazione X ed il sistema installato eseguirà il default sul runlevel 5. L'effetto causato dall'opzione skipx verrà annullato.
sshpw (opzionale)
Durante l'installazione sarà possibile interagire con anaconda e monitorare il suo stato attraverso un collegamento SSH. Usare il comando sshpw per creare account temporanei attraverso i quali eseguire la registrazione. Ogni istanza del comando crea un account separato presente solo nell'ambiente di installazione. I suddetti account non sono trasferiti al sistema installato.
sshpw --username=<name> <password> [--iscrypted|--plaintext] [--lock]
  • --username — Fornisce il nome dell'utente. Questa opzione è necessaria.
  • --iscrypted — Specifica che la password è già criptata.
  • --plaintext — Specifica che la password è in chiaro e non è cifrata.
  • --lock — Se questa opzione è presente il nuovo account utente viene bloccato per impostazione predefinita. Per questo motivo l'utente non sarà in grado di eseguire un login dalla console.

Importante

Per impostazione predefinita il server ssh non viene avviato durante l'installazione. Per rendere ssh disponibile durante l'installazione avviare il sistema con l'opzione d'avvio sshd=1. Consultare Sezione 28.2.3, «Abilitare l'accesso remoto con ssh» per informazioni su come specificare questa opzione al momento dell'avvio.

Nota

Se desiderate disabilitare l'accesso ssh root per l'hardware durante l'installazione eseguire:
sshpw --username=root --lock
text (opzionale)
Esegue l'installazione kickstart in modalità testo. Le installazioni kickstart vengono eseguite in modalità grafica in modo predefinito.

Importante

Se si seleziona la modalità testo per una installazione kickstart, assicurarsi di specificare le scelte per il partizionamento, il bootloader e le opzioni di scelta dei pacchetti. Questi punti sono automatizzati nella modalità testo e anaconda non può richiedere informazioni mancanti, se non si forniscono scelte per queste opzioni, anaconda interromperà il processo di installazione.
timezone (necessario)
Imposta il fuso orario del sistema su <timezone>, il quale può assumere qualsiasi valore presente su timeconfig.
timezone [--utc] <timezone>
  • --utc — Se presente, il sistema presuppone che nell'orologio hardware sia impostata l'ora UTC (meridiano di Greenwich).
upgrade (opzionale)
Indica al sistema di aggiornare un sistema esistente invece di installarne uno nuovo. È necessario speficicare uno tra cdrom, harddrive, nfs, o url (per FTP, HTTP, e HTTPS) come posizione dell'albero d'installazione. Per informazioni consultare install.
user (opzionale)
Crea un nuovo utente sul sistema.
user --name=<username> [--groups=<list>] [--homedir=<homedir>] [--password=<password>] [--iscrypted] [--shell=<shell>] [--uid=<uid>]
  • --name= — Fornisce il nome dell'utente. Questa opzione è necessaria.
  • --groups= — In aggiunta al gruppo predefinito, un elenco di nomi del gruppo separati da un virgola al quale un utente dovrebbe appartenere. Il gruppo deve esistere prima di aver creato un account utente.
  • --homedir= — La home directory per l'utente. Se non fornita, il valore predefinito sarà home/<username>.
  • --password= — La nuova password dell'utente. Se non fornita, l'account verrà bloccato per impostazione predefinita.
  • --iscrypted= — La password fornita da --password è già cifrata oppure no?
  • --shell= — La shell di login dell'utente. Se non fornita verrà implementato il valore predefinito del sistema.
  • --uid= — L'UID dell'utente. Se non fornito, il valore predefinito sarà l'UID successivo disponibile non del sistema.
vnc (opzionale)
Permette di visualizzare in modo remoto l'installazione grafica tramite VNC. Questo metodo generalmente viene preferito alla modalità di testo, poichè in questa modalità sono presenti alcune limitazioni riguardanti la lingua e la dimensione. Questo comando, senza opzioni, avvierà un server VNC sulla macchina senza alcuna password, visualizzando il comando da eseguire per il collegamento ad una macchina remota.
vnc [--host=<hostname>] [--port=<port>] [--password=<password>]
  • --host= — Invece di avviare un server VNC sulla macchina da installare, esegue un collegamento al processo di visualizzazione VNC in ascolto sull'hostname in questione.
  • --port= — Fornisce una porta sulla quale è in ascolto il processo di visualizzazione VNC. Se non viene fornita alcuna porta, anaconda userà la porta VNC predefinita.
  • --password= — Imposta una password necessaria per collegarsi alla sessione VNC. Tale password è facoltativa, ma consigliata.
volgroup (opzionale)
Usato per la creazione di un gruppo Logical Volume Management (LVM) con la sintassi:
volgroup <name> <partition> <options>
Le opzioni sono elencate qui di seguito:
  • --noformat — Usa un gruppo di volumi esistente e non lo formatta.
  • --useexisting — Usa un gruppo di volumi esistente e lo riformatta.
  • --pesize= — Imposta la dimensione delle estensioni fisiche.
Crea innanzitutto la partizione, quindi il gruppo di volume logico e infine il volume logico stesso. Per esempio:
part pv.01 --size 3000 
volgroup myvg pv.01 
logvol / --vgname=myvg --size=2000 --name=rootvol
Per un esempio dettagliato di volgroup, consultare la Sezione 32.4.1, «Esempio di partizionamento avanzato».
winbind (opzionale)
Configura il sistema per un collegamento ad un Windows Active Directory o un Windows domain controller. Le informazioni dell'utente di una directory specifica o controller del dominio saranno accessibili e le opzioni di autenticazione del server potranno essere configurate.
  • --enablewinbind — Abilita winbind per la configurazione dell'account utente.
  • --disablewinbind — Disabilita winbind per la configurazione dell'account utente.
  • --enablewinbindauth — Abilita windbindauth per l'autenticazione.
  • --disablewinbindauth — Disabilita windbindauth per l'autenticazione.
  • --enablewinbindoffline — Configures winbind to allow offline login.
  • --disablewinbindoffline — Configures winbind to prevent offline login.
  • --enablewinbindusedefaultdomain — Configures winbind to assume that users with no domain in their usernames are domain users.
  • --disablewinbindusedefaultdomain — Configures winbind to assume that users with no domain in their usernames are not domain users.
xconfig (opzionale)
Configura X Window System. Se installate X Window System con un file di kickstart che non include il comando xconfig allora sarà necessario fornire manualmente la configurazione di X durante l'installazione.
Non usare questo comando in un file kickstart che non installa X Window System.
  • --driver — Specifica il driver X da utilizzare per l'hardware video.
  • --videoram= — Specifica la quantità di RAM video presente nella scheda video.
  • --defaultdesktop= — Specifica GNOME o KDE per impostare il desktop predefinito (assume che GNOME Desktop Environment e/o KDE Desktop Environment siano stati installati attraverso %packages).
  • --startxonboot — Usa un login grafico sul sistema installato.
zerombr (opzionale)
Se viene specificato zerombr, qualsiasi tabella non valida delle partizioni trovata sui dischi verrà inizializzata. Ciò eliminerà tutti i contenuti dei dischi con tabelle non valide della partizione.
Specifico per System z: Se è stata specificato zerombr qualsiasi DASD visibile al programma di installazione non ancora formattato a livello-inferiore, verrà automaticamente formattato con dasdfmt. Il comando impedisce anche all'utente di apportare le sue selezioni durante le installazioni interattive. Se zerombr non è stato specificato ed è presente almeno un DASD non formattato visibile al programma di installazione, l'installazione kickstart non interattiva verrà abbandonata senza il suo completamento. Se zerombr non è stato specificato ed è presente almeno un DASD non formattato visibile al programma di installazione, l'installazione interattiva verrà abbandonata se l'utente non formatterà tutti i DASD visibili e non formattati. Per risolvere questa situazione attivare solo i DASD che verranno usati durante l'installazione. Sarà sempre possibile aggiungere ulteriori DASD dopo aver completato tale processo.
Notare che questo comando era precedentemente specificato come zerombr yes. Questa forma non è più usata; basta semplicemente specificare zerombr nel file di kickstart.
zfcp (opzionale)
Definisce un dispositivo Fiber channel (IBM System z).
zfcp [--devnum=<devnum>] [--wwpn=<wwpn>] [--fcplun=<fcplun>]
%include (opzionale)
Usare il comando %include /path/to/file per includere i contenuti di un altro file nel file kickstart, come se i contenuti fossero nella posizione del comando %include nel file kickstart.

32.4.1. Esempio di partizionamento avanzato

Il seguente è un esempio integrato singolo che mostra le opzioni kickstart clearpart, raid, part, volgroup e logvol in azione:
clearpart --drives=hda,hdc --initlabel  
# Raid 1 IDE config 
part raid.11    --size 1000     --asprimary     --ondrive=hda 
part raid.12    --size 1000     --asprimary     --ondrive=hda 
part raid.13    --size 2000     --asprimary     --ondrive=hda 
part raid.14    --size 8000                     --ondrive=hda 
part raid.15    --size 16384 --grow             --ondrive=hda             
part raid.21    --size 1000     --asprimary     --ondrive=hdc 
part raid.22    --size 1000     --asprimary     --ondrive=hdc 
part raid.23    --size 2000     --asprimary     --ondrive=hdc 
part raid.24    --size 8000                     --ondrive=hdc 
part raid.25    --size 16384 --grow             --ondrive=hdc  

# You can add --spares=x  
raid /          --fstype ext3 --device md0 --level=RAID1 raid.11 raid.21 
raid /safe      --fstype ext3 --device md1 --level=RAID1 raid.12 raid.22 
raid swap       --fstype swap --device md2 --level=RAID1 raid.13 raid.23 
raid /usr       --fstype ext3 --device md3 --level=RAID1 raid.14 raid.24 
raid pv.01      --fstype ext3 --device md4 --level=RAID1 raid.15 raid.25  

# LVM configuration so that we can resize /var and /usr/local later 
volgroup sysvg pv.01     
logvol /var             --vgname=sysvg  --size=8000     --name=var 
logvol /var/freespace   --vgname=sysvg  --size=8000     --name=freespacetouse 
logvol /usr/local       --vgname=sysvg  --size=1 --grow --name=usrlocal
Questo esempio avanzato implementa LVM attraverso RAID, insieme alla possibilità di ridimensionare le varie cartelle per una espansione futura.
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